La nuova stagione 2023/2024 del Ballo al Teatro alla Scala

di Nives Canetti
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Durante la canonica conferenza stampa di tarda primavera è stata presentata, insieme a quella operistica e concertistica, la Stagione del balletto del Teatro alla Scala. Stagione piuttosto ricca con undici titoli in sette serate, a cui si aggiunge l’appuntamento con il Gala Fracci e la serata dedicata all’Accademia.

Le scelte di Manuel Legris per il cartellone 23/24 si dividono fra due novità assolute, alcune novità per il Corpo di Ballo scaligero e quattro titoli di repertorio che ritornano a farsi vedere.

Per la prima di dicembre sarà presentata una novità assoluta, una nuova Coppelia rivista da Alexei Ratmansky: questa volta il coreografo russo non si dedicherà a nessuna ricostruzione storica e creerà una coreografia completamente originale per questa commedia brillante, presente in tante versioni in passato alla Scala ma che manca dal suo palcoscenico da molti anni. A parte una ripresa di Concerto DSCH nel 2021, l’ultimo lavoro originale di Ratmansky risale ancora all’epoca Vaziev e per chi lo ricorda è “Opera”, balletto dedicato al barocco italiano: alcuni avevano detto sarebbe rimasto nel tempo, cosa che in effetti non si è esattamente avverata. Personalmente non mi sono ancora ripresa del tutto da quello strano spettacolo, e spero proprio che questa Coppelia sia un’occasione per Ratmansky di riaffermare il proprio stile originale alla Scala come fece egregiamente per Russian Seasons e per Concerto DSCH.

L’altra creazione, “Memento”, sarà invece il terzo pezzo di una serata contemporanea, e sarà affidata a Simone Valastro già danzatore di formazione scaligera il cui talento di coreografo abbiamo avuto occasione di ammirare nella Serata Contemporanea del 2021 con ARBAKKIN.

Gli altri due pezzi della serata contemporanea saranno “Reveal” di Garrett Smith, creato su musica di Philip Glass per Houston Ballet, e “Skew-Whiff”, su musica di Rossini, di Sol León e Paul Lightfoot duo coreografico attivo dal 1989, in residenza e con oltre sessanta creazioni, al Nederlands Dans Theater dal 2002 al 2020. Serata molto interessante ed esplorativa del mondo contemporaneo per i nostri ballerini.

I successivi 4 titoli con caratteri molto diversi sono già stati visti sul palco scaligero.

In primis Madina di Mauro Bigonzetti, storia della giovane cresciuta in un teatro di guerra e spinta dalla famiglia a compiere un attentato suicida in una capitale occidentale. Dopo la prima rappresentazione mondiale avvenuta in pieno periodo Covid viene ora ripresa ai primi di marzo sempre con Roberto Bolle

A rappresentare il balletto romantico ottocentesco ecco la Bayadère di Nureyev, che dopo l’esordio della stagione 21/22 in cui ha mostrato grandi potenzialità ma è stato mutilato dal Covid, può tornare in grande stile alla Scala.

Con L’histoire de Manon e la Dame aux Camélias, si riportano in scena le storie di due sfortunate ed altrettanto affascinanti protagoniste del drama ballet del Novecento. Il primo, splendido classico di MacMillan in repertorio alla Scala ormai da anni, resta occasione per mettere in evidenza talenti nuovi nel corpo di ballo scaligero. La Dame capolavoro indiscusso, raffinato e complesso di John Neumeier torna sul palco dopo sei anni di assenza, ed una programmazione saltata nel 2021. In alcune recite Roberto Bolle sarà Armand Duval.

L’ultima serata del cartellone è un’occasione speciale dedicata al balletto americano di George Balanchine e di Jerome Robbins, quest’ultimo in particolare finalmente di nuovo alla Scala.

“Theme and Variation” di Balanchine, capolavoro cristallino di enorme intelligenza coreografica neoclassica già in repertorio scaligero, viene ripreso dopo anni di assenza, ed è cosa buona e giusta.

Ma la vera novità è che finalmente approda alla Scala “Dances at a gathering” balletto sublime su musica al pianoforte di Chopin, di sapore mitteleuropeo ma al contempo profondamente americano: un susseguirsi continuo di coppie, di assoli, di gruppi con una dinamica meravigliosa grazie alla fluidità dello stile unico di Jerome Robbins. Basti guardare il meraviglioso Wind Waltz o l’assolo iniziale del Brown Boy. Per vederlo bisognava andare all’estero: finalmente ora sarà anche da noi. Così come “The Concert” ironica e divertente pièce mai vista alla Scala.

A coronare la stagione, il Gala Fracci, ormai immancabile appuntamento annuale, tributo degli artisti di oggi ad un’artista immortale. Non ultimo lo spettacolo dell’Accademia, occasione imperdibile di vedere i giovanissimi ballerini sbocciare. Nessuna étoile annunciata a parte Bolle, Legris persiste nel voler valorizzare gli elementi del corpo di ballo di casa.

Insomma, da vedere e da rivedere c’è tanto. Nessun aumento di prezzo e pubblico sempre più giovane. Qui l’unica che invecchia mi sa che sono io, ehehe.

Buona stagione a tutti.

Qui nel link il calendario con le date della stagione 2023/2024

https://www.teatroallascala.org/it/stagione/2023-2024/index.html

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