Lorella Cuccarini: “Col pubblico esiste un patto silenzioso fatto di fiducia e rispetto. A quel patto non verrò mai meno”

di Francesco Borelli
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Incontro Lorella Cuccarini nel suo camerino prima di una replica di “Aggiungi un posto a tavola”. Bellissima, disponibile, gentile, accogliente; non si smentisce mai. Trasmette quella serenità del cuore per nulla scontata e ogni parola, ogni sorriso, anche quell’abbraccio iniziale definiscono l’anima di un’artista che è prima di tutto persona.

Dopo cinque musical di enorme successo e uno spettacolo di prosa, torni a teatro con una commedia musicale che è parte della nostra tradizione e con un ruolo interpretato da miti veri dello spettacolo italiano. Che sapore ha, per te, “Aggiungi un posto a tavola”?

Ha il sapore dei dolci ricordi e del sogno che si realizza. Ho visto lo spettacolo appena uscito, era il 1974, e dopo quella prima volta ce ne furono molte altre. Vidi avvicendarsi nei vari ruoli Daniela Goggi, Jenny Tamburi e poi Bice Valori e Alida Chelli. E mi innamorai… Sognavo un giorno di interpretare Clementina, con la sua purezza mista a quel pizzico di malizia. A distanza di 50 anni invece sono Consolazione e ho tentato, con grande umiltà, di trovare il modo di interpretarla. Marco Simeoli, il regista, è riuscito a tirar fuori da tutti noi, l’anima vera di “Aggiungi un posto a tavola”, e penso abbia fatto un lavoro straordinario: c’è ancora quella freschezza di un tempo, quella bellezza data da un lavoro di gruppo in cui tutti sono fondamentali. Ѐ un piacere immenso esserne parte.

Hai interpretato moltissimi ruoli; tra i tanti qual è stato il più sfidante, quello che ricordi con maggiore affetto e che ti ha dato le più grandi soddisfazioni?

Ho amato ogni ruolo interpretato, ciascuno mi ha regalato qualcosa e mi ha fatto crescere professionalmente. Di certo Charity è stato molto complesso, sia da un punto di vista emotivo che da un punto di vista vocale e coreografico. Madre Gothel poi mi ha messo alla prova con un aspetto ben lontano dalla mia immagine: malvagia, cattiva, anche grottesca. La stessa Consolazione rappresenta una nuova sfida: inizialmente è mangiauomini, carnale e poi diventa buffa e simpatica.

Lorella, sei in assoluto la donna dei record. Sei stata la prima per moltissime cose. Dopo quasi 40 anni di carriera, dopo aver fatto così tanto nel mondo della televisione, del teatro e dello spettacolo italiano, c’è la sensazione di sentirsi un po’ speciali?

Speciali assolutamente no, fortunata sì. In tutti questi anni ho sempre seguito la passione, ogni scelta è stata dettata dall’amore profondo che provo verso questo mestiere. Se domani i riflettori dovessero spegnersi io sarei comunque la donna più felice del mondo. Ho avuto e dato tanto, ho lavorato a testa bassa con la consapevolezza di dovermi migliorare sempre e se oggi sono qui e perché ancora una volta ho seguito il cuore. Partecipare ad “Aggiungi un posto a tavola” non era facile. Due spettacoli diversi in un anno (“Rapunzel” è stato in scena fino a fine gennaio), in mezzo “Amici” e il “Festival di Sanremo”. Ma è stato un regalo che ho fatto prima di tutto a me stessa.

Ti cito” E bellissimo poter restituire ai ragazzi parte dell’esperienza accumulata in questi 40 anni, regalare loro le furbizie e i segreti di questo meraviglioso lavoro”. Per te è il quarto anno come docente di “Amici”, l’unica nella storia del programma ad aver ricoperto il ruolo di insegnante di danza e di canto.  Sei sempre stata un modello per moltissime persone. Tantissimi ragazzi sono diventati ballerini, performers, grazie a te e al tuo esempio.

Questo sì, e l’ho sempre vissuta come una grande responsabilità. La passione parla da sé e se una persona ha negli occhi l’amore per quello che fa, diventa contagiosa. Questo ha pagato fin dall’inizio. Non sono mai stata la ballerina migliore e oggi non sono la cantante o l’attrice più brava. Però ha vinto la passione, la testardaggine, la voglia di arrivare e riuscire, il desiderio di studiare sempre. E se tu che guardi la televisione o vai a teatro hai questa passione dentro, la riconosci e in qualche modo la fai tua.

40 anni di carriera, molti vissuti sulla corsia di sorpasso, altri meno, comunque pieni di bellissime cose. Come festeggerai questa importante ricorrenza?

Per ora c’è un bellissimo progetto discografico a cui stiamo lavorando. Per il resto vedremo. Manca ancora un po’ di tempo!

Se ti dico “Fantastico”, cosa ti viene in mente?

Penso alla prima grande occasione, a Pippo Baudo, Maestro rigoroso, severo ma unico, capace di proteggerti e condurti. Penso al successo inaspettato, alla gente che l’indomani ti riconosceva e ti chiedeva l’autografo. È passata una vita!

Dedizione al lavoro, determinazione, stakanovismo, voglia di migliorarsi sempre. Queste parole ricorrono spessissimo nelle tue interviste, quasi un codice di comportamento e una bussola. Perché?

Perché è la verità. Se parliamo di lavoro io sono stata questo, e lo sono tuttora. Noi personaggi di spettacolo dobbiamo tutto al pubblico e al pubblico dobbiamo rendere conto. Dopo tanti anni c’è un patto silenzioso fatto di fiducia e rispetto. E a quel patto non verrò mai meno. A volte sbagli, ma se tu commetti quell’errore con la passione di cui si parlava prima, e cercando di custodire la bellezza e la fiducia del rapporto che hai col pubblico, magari lo stesso errore ti sarà perdonato. L’importante è non agire con superficialità. Quella non la sopporto.

Che cos’è la felicità oggi per Lorella Cuccarini?

Un’idea assoluta di felicità non credo esista. Io cerco di mettere insieme piccole, medie e grandi felicità e di viverle con l’intensità che meritano. Se faccio questo, allora sì, posso definirmi una persona felice. Sono contenta di ciò che ho costruito, del tempo che ho dedicato agli altri, del mio lavoro e dell’amore della mia famiglia. È bello sapere che esiste un luogo in cui puoi sempre tornare.

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