Tango – L’esilio di Erasmo Geùsa

di Vittoria Maggio
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“In questa sorte di esilio dal tango, ognuno è tornato alla sua identità, alla sua essenza, il tango è un amore impegnativo, possessivo, un beneficio ammaliatore, un sortilegio consolatorio; abbiamo tutti ritrovato le vecchie passioni nella sua assenza…ma torneremo a ballare con nuova consapevolezza!”

Anche il tango ha il suo Avvocato che, novello Cicerone, è costretto all’esilio. Il tango è socialmente un valore perché tra i volteggi della milonga trovi chiunque: non hai e non fai differenze, tutti sono uguali e nessuno presta attenzione a provenienza, classe sociale, religione, colore della pelle; puoi essere quello che sei, giovane o meno giovane, magro o con qualche kilo in più, povero, ricco, intellettuale, ribelle o conformista. Forse per questo è un “sortilegio” che un po’ ti porta via da tutto il “resto” che appartiene a una vita fatta ancora in gran parte di “giudizio”!

Erasmo è un uomo piacevole, gradevole come la derivazione greca del suo nome fa presumere. Atletico, sportivo, lo trovi in mattinata in studio e al pomeriggio su per i monti in biciletta sulla sua “Superghina” o con le pelli di foca su per i ghiacciai. Alla sera lo trovavi sempre nelle famose milonghe torinesi e non solo. Energico e instancabile, anche nell’esilio che stiamo vivendo riesce, legalmente, ad evadere dal carcere della sua Torino e a rifugiarsi nella Natura.

La Natura ha sostituito il tango nel cuore di Erasmo, il contatto con Lei ha preso il posto dell’abbraccio con lei.

“La Natura è sempre stato il mio rifugio, la mia ricarica e senza tango il mio cuore è tutto per Lei.

Nel lontano 2005 ero completamente ignaro del tango e del suo mondo, volevo compiacere la donna che stavo corteggiando e che poi è diventata mia moglie e l’ho accompagnata al corso cui si era iscritta, l’ho trovato un ballo meraviglioso.

La vita cambia, il tango resta, o almeno restava…

Del tango mi manca la possibilità dell’incontro, mi manca la socialità, la possibilità di viaggiare che questo ballo offre di cui ho bellissimi ricordi: con alcuni amici avevamo creato un gruppo di tangueri Taxi Dancers, andavamo in giro per eventi, facevamo ballare tutte le donne non accompagnate.

Poi c’è stato anche il palcoscenico, sono un competitivo come nello sport, amo il tecnicismo, amo perfezionarmi, mi sono allenato duramente per eseguire le prese con la mia ballerina, due anni splendidi dedicati. Uscivo dallo studio legale e andavo in sala danza.

Il tango è un’esperienza molto bella e complessa a seconda del tuo interlocutore, c’è un alfabeto da imparare e da utilizzare nelle varie combinazioni di dialogo che vuoi fare con quella determinata ballerina; poi c’è soprattutto l’ascolto, il mettersi in gioco. Oltre al gesto tecnico, amo profondamente la sua musica, ho studiato pianoforte, il tango è metafora di comunicazione, sinergia di emozioni col movimento.

Come vivo la lontananza dal tango?

Ballavo molto, il tango è un amore impegnativo, possessivo, un beneficio ammaliatore, un sortilegio consolatorio soprattutto in certe fasi della vita…avevo dato, come tutti noi, molto spazio al tango mettendo da parte altre passioni.

In questa fase di esilio siamo tornati forse alla nostra vera essenza, alle nostre vecchie passioni, o forse abbiamo sostituito una sorta di dipendenza con un’altra…per me la Natura è sempre stata una fonte dove ricreare la mia energia ed ora lo è più che mai, è la mia guida…per me l’esilio è tornare a casa di se stessi, lasciarsi condurre in un percorso interiore, ascoltare il rumore dei propri silenzi, abbiamo tutti un po’ paura del frastuono del nostro silenzio che fa uscire le nostre ombre più scure.

È un grande dono la Natura, ci fa ritrovare la nostra parte infantile, il nostro io bambino…Meglio del tango? No, non dico questo, è molto diverso, però sono certo che tornerò al tango con maggiore capacità di ascolto grazie a questo esilio nella Natura, quella capacità di ascolto che si apprende solo con sé stessi…mi auguro di poterla presto portare nel tango.

Il futuro dell’amato ballo? Ci sarà un ritorno di fiamma, con maggiore consapevolezza, e tornerà la voglia di abbracciarsi.

Regaleremo a tutti un tampone, un test, il vaccino…Certamente torneremo a ballare!”

E sulle note di un’intera tanda di Fulvio Salamanca (1921-1999), perché Erasmo è tanta, tanta energia, godiamoci ben quattro brani: Adios corazòn, Yo tengo un pecado nuevo, Quereme corazòn, Todo es amor.

Buon ascolto e siate felici!

https://www.youtube.com/watch?v=PIn9MWaWE5I&feature=youtu.be

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