Lia Courrier: “Milano Dancing City e la diffusione della danza attraverso iniziative inclusive nei luoghi simbolo della città”

di Lia Courrier
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Anche quest’anno ho avuto il privilegio di partecipare ad una bellissima iniziativa organizzata dal Centro di Alta Formazione con cui collaboro, fin quasi dalla sua fondazione, insieme al Comune di Milano. Questo evento si chiama Milano Dancing City e si propone di promuovere e diffondere la danza attraverso iniziative inclusive e coinvolgenti con l’obiettivo di portare la danza vicino alle persone, nei luoghi simbolo della città ma anche nelle periferie.

Nel corso delle edizioni di questa festa danzante sono stati realizzati progetti importanti, come la famosa Nelken line di Pina Bausch, guidata dalla meravigliosa Aida Vanieri con l’accompagnamento dell’Orchestra Civica di Fiati del Comune di Milano, con il coinvolgimento di tutti quei cittadini che hanno voluto concedersi l’esperienza di attraversare il centro della città portando la poesia, la bellezza e la leggerezza della danza in questo rito collettivo che ha segnato l’edizione del 2021.

La fisionomia di Milano Dancing City è una complessa stratificazione di azioni differenti, non solo performance da fare e da guardare ma anche lezioni gratuite per tutti e tutte. Il mio personale contributo si muove proprio in quest’ambito, in qualità di conduttrice di lezioni di yoga e di balletto rivolte ad assoluti principianti di ogni età. La mia prima partecipazione, a dire il vero, è stata solo con lo yoga e tutto sommato insegnare ai principianti è qualcosa che mi capita molto spesso nelle pratiche serali che svolgo nei centri yoga. Quando mi hanno chiesto se me la sentissi di condurre anche lezioni di balletto ho sentito immediatamente accendersi una lampadina, con l’immediata consapevolezza di quanto geniale fosse questa folle idea, ho subito pensato: “sì, lo voglio fare!”, percependo profondamente il potenziale della proposta per consentire alle persone che la danza sono sempre andata a vederla a teatro, di misurarsi con tutto ciò che c’è dietro alla costruzione non solo di uno spettacolo ma anche di un professionista della scena.

Devo ammettere che giunta alla prima lezione, risalente alla scorsa edizione, ero un po’ nervosa dal momento che c’erano tantissimi iscritti e nonostante avessimo esaurito i posti disponibili continuavano ad arrivare richieste. Onestamente non mi sarei mai aspettata una risposta di questa portata, insieme a me ci sono altri colleghi che propongono lezioni teoriche di storia della danza e attività come contact improvisation o DanceAbility®, indubbiamente più inclusive della danza classica.

Questo sold out per la mia proposta è stato una bella sorpresa e forse anche un piccolo personale shock culturale.
Il gruppo che segue queste lezioni solitamente coinvolge un range di età molto vasto. L’anno scorso ho avuto anche un paio di allieve ultra ottantenni che hanno dimostrato grande costanza, pazienza e sorprendente musicalità, non hanno mancato un solo appuntamento, si sono presentate persino munite di scarpette adatte e il loro entusiasmo mi ha toccata nel profondo, confermandomi ancora una volta quanto il linguaggio del corpo sia uno strumento di comunicazione incredibilmente profondo e istintivo per l’essere umano, così come il senso di gioia che deriva dal praticarlo.

Quest’anno l’età media è un po’ più bassa e se vogliamo anche questo è un dato che ha sbaragliato le mie convinzioni. Ho sempre pensato che la danza classica fosse vista dai giovani come un pezzo da museo, polveroso, una presenza anacronistica nella loro idea di danza (fatta eccezione per chi la pratica abitualmente, ovviamente) invece nel gruppo che ho conosciuto proprio in queste settimane ci sono molte persone tra i 20 e i 30 anni e qualcuno addirittura più giovane. Con grande gioia anche la comparsa di una corposa presenza maschile, l’ennesima sorpresa visto che l’anno scorso erano tutte donne. Questi principi hanno seguito le lezioni con interesse e trasporto, persino quella in cui abbiamo studiato, praticato e interpretato l’ingresso delle ombre nel balletto “La Bayadere”, in questa speciale occasione ribattezzato “delle ombre e degli ombrini”.

Sono ormai giunta all’ultimo appuntamento per quest’anno, ahimé, fissato da calendario per sabato 16 Marzo e già mi spiace sapere che dovrò attendere la prossima edizione per ritrovare un nuovo gruppo di persone che sceglieranno di lasciarsi guidare in questa strana avventura del balletto classico. Lo spirito giocoso e curioso, lo stupore e la meraviglia che leggo nei loro sguardi quando mostriamo loro il balletto scelto per quella lezione, la gioia e l’entusiasmo della loro danza, l’impegno e la concentrazione, il modo in cui dolcemente si fanno portare per mano nell’atmosfera del balletto, nel racconto, nell’interpretazione è estremamente toccante, quasi commovente. È un vero piacere essere alla guida delle lezioni in questo contesto e anche una bella sfida che comporta l’assunzione di una grande responsabilità. Sento di voler trasmettere il balletto in modo inclusivo, permettendo ad ognuno di loro di godere della danza sentendosi totalmente dentro a questa magia e senza preoccuparsi troppo di essere in grado o meno di eseguire correttamente i movimenti.

Nei primi incontri percepisco chiaramente il senso di timore reverenziale che le persone nutrono per questa forma d’arte coreutica, in molti prima di cominciare mettono le mani avanti comunicandomi tutta una serie di percepite inadeguatezze, a loro avviso, per cui non sono adatti alla danza classica. Poi, lentamente, man mano che si procede con la classe, assisto al dissolvimento di ogni resistenza e finalmente si abbandonano al puro piacere del movimento, sostenuti e accompagnati dalle musiche meravigliose che i grandi compositori hanno scritto per la danza.

Non posso che essere grata agli autori di Milano Dancing City per avermi permesso di sperimentare le mie competenze in un contesto così incredibilmente ricco e mai frequentato prima che, devo ammettere, mi piace moltissimo. Ringrazio tutte le persone che hanno accolto questo invito e sono venute a trascorrere del tempo con noi, riscoprendo il corpo e il suo potenziale in termini di movimento, certo, ma anche di connessione, dialogo, emozione.

Per chi volesse partecipare e si trovasse in zona, ci vediamo quindi sabato 16 a Spazio Fattoria, all’interno della Fabbrica Del Vapore, a Milano, non solo con la lezione di danza classica, che è l’ultima della giornata ma anche con tante altre belle esperienze danzanti da vivere con ossa, muscoli, sangue e pelle.

Un’ultima interessante iniziativa all’interno di Milano Dancing City che segnalo, per chi non avesse mai danzato prima ma desiderasse fare questa esperienza con una guida d’eccezione, è l’appuntamento denominato “DanzaMi” che si concluderà nel mese di Luglio e prevede momenti di coinvolgimento del pubblico in performance urbane, tra cui una con un’ospite speciale, Constanza Macras che presenterà una performance originale realizzata con danzatori professionisti e cittadini coinvolti in un laboratorio intensivo gratuito aperto a chiunque, anche senza alcuna esperienza pregressa di teatro o movimento. Si prevede la partecipazione di 50 persone a questo evento-kolossal che porterà un po’ di scompiglio nel centro della città di Milano.

Per avere informazioni consiglio di visitare il sito milanodancingcity.com

Crediti fotografici: Giovanni Careccia

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