Claudio Coviello: “La danza ti forma. E di questo bisogna ringraziare i maestri e le scuole. Non dimentichiamocene”

di DANCE HALL NEWS
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Voglio unirmi anche io all’appello lanciato da alcune mie colleghe.

Penso che in un momento come questo la voce di ognuno di noi serva a farci forza e a gridare all’unisono una richiesta d’aiuto nei confronti della danza, un’arte spesso accantonata e messa da parte.

In questi ultimi anni hanno chiuso tanti enti lirici, ed ora in un’emergenza mondiale come questa, in cui l’arte non è considerata indispensabile, ho paura che ci si dimentichi che c’è chi di arte vive, e in questo modo quando tutto ritornerà alla normalità ci saranno persone non più in grado di riaprire le proprie attività del settore, come ad esempio le scuole di danza.

C’è sicuramente altro a cui pensare, siamo ancora sommersi dal dolore e dalle incertezze causate da questa pandemia ma si parla già di fasi di ripresa di vari settori, e io temo che molte delle scuole di danza presenti in Italia non saranno più in grado di ripartire perché sicuramente sono state dimenticate o considerate non indispensabili.

E mi chiedo: ” Perché? Purtroppo ci sono ancora molte persone che alla domanda “che lavoro fai?” e alla risposta “ballerino” rimangono increduli, quasi non ritenendolo un lavoro, come se fosse una cosa surreale vivere della propria passione.

Ovviamente tutto questo per dire quanta poca considerazione ancora ci sia della danza. Molte volte ci si ferma all’apparenza e si ignora tutto quello che c’è dietro allo spettacolo portato in scena, anni di sacrifici, di studio ed ore ed ore di lavoro.

La danza, per esperienza personale, ti forma non solo come ballerino, ma anche come persona, ti educa e ti insegna la disciplina e il rigore, per cui bisogna ringraziare infinitamente i maestri e le scuole di danza che permettono tutto questo.

Non possiamo dimenticarci di loro, ma combattere affinché tutti domani possiamo ripartire.

In un momento come questo di incertezze è giusto essere uniti per una giusta causa.

Singolarmente probabilmente non siamo nessuno ma uniti potremmo far sentire la nostra voce.

Foto di scena: Monica Bragagnoli

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