Lascaux – la nascita dell’arte secondo Stefania Ballone all’Elfo Puccini

di Nives Canetti
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Come spettacolo di chiusura del Festival MilanoOltre all’Elfo Puccini di Milano, è stato presentato in prima nazionale l’ultimo lavoro di Stefania Ballone, “Lascaux” ispirato al testo di Georges Bataille del 1955 “Lascaux ou la naissance de l’art”.

I disegni preistorici delle grotte di Lascaux, che nella loro immediatezza sono una delle prime rappresentazioni artistiche di animali e uomini più di 16.000 anni fa, sono stati alla base di una trasposizione in danza della nascita dell’arte.

Una nascita sofferta. Dove il passaggio da animale a uomo e la presa di coscienza della propria identità caratterizza tutta la rappresentazione in un crescendo di struttura coreografica.

I danzatori si muovono come esseri primordiali in una grotta buia, con tagli di luce a tratti improvvisi e svelanti particolari dei corpi: come una presa di coscienza della propria fisicità in rapporto alla luce e al movimento.

Lascaux è un lavoro studiato in ogni particolare e coerente in tutte le componenti.

La coreografia di Stefania Ballone a partire dai primi movimenti lenti che richiamano un embrione che nasce, si sviluppa verso una complessità sempre maggiore prima negli assoli, poi nei canoni e nelle sincronie di gruppo a rappresentare l’evoluzione della nascita dell’arte e della presa di coscienza dell’essere umano. Mai ripetitivo, con dei leit motiv chiave che si ritrovano nel corso della coreografia, il linguaggio della danza della Ballone ha un che di primordiale, come nei disegni di Lascaux è immediato e allo stesso tempo raffinato, armonico, molto en dedans, con alcuni tocchi classici che fanno parte del DNA di questa danzatrice e coreografa scaligera.

Difficilissimo da ballare, richiede sincronie impervie tra gli interpreti sulle potenti musiche elettroniche di Vittorio Montalti e Giulio Colangelo, che evocano ambienti chiusi come una grotta in cui il suono rimbomba e gocce d’acqua che cadono come segnali di vita.

Il light design di Valerio Tiberi con la collaborazione di Alessandro Manni ricalca l’ambiente buio e ampio con tagli di luce perfettamente compenetrati nella coreografia. E l’estetica dei costumi di Riccardo Sgaramella si rifà ai graffiti di Lascaux con colori carne e venature della pietra come se le figure, animali e uomini, prendessero vita direttamente dai muri.

Bravi i tre interpreti Stefania Ballone, Margherita Pellerano e Edoardo Brovardi (già notato con la compagnia di Susanna Beltrami) nel passare il senso di inquietudine e di stupore davanti alla scoperta dell’umanità di potersi esprimere attraverso questa strana “cosa” che è l’arte. Tutti hanno mostrato una grande qualità di movimento e di capacità interpretativa, pur con tre fisici completamente diversi fra loro. Bravi, anche perché ballare su una partitura così apparentemente priva di riferimenti, per noi profani di musica elettronica, è davvero impresa non da poco.

In sintesi “Lascaux” è uno spettacolo a tutto tondo che si basa su un concetto profondo e affascinante. Forse avrebbe potuto essere più sintetico nell’esposizione che comunque impiega tutti gli artisti, danzatori e musicisti in scena per 50 minuti, e che richiede un certo impegno da parte dello spettatore.

Ma fa riflettere e suggestiona: di questi tempi fermarsi a capire e a meditare sulle nostre origini e sul perché ci siamo evoluti in questo mondo, che non stiamo trattando molto degnamente, non può che farci bene.

Al Teatro Elfo Puccini per MilanOltre, 15 ottobre 2023.

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