Buon compleanno a Massimo Murru, étoile e maître del Teatro alla Scala

di Nives Canetti
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Oggi 21 luglio ricorre il compleanno di Massimo Murru, Étoile della Scala per sempre, maître de ballet e professeur della compagnia in questi ultimi anni.

È noto che da sempre Murru volontariamente si è esposto pochissimo ai media, schivo, ha sempre pensato più a ballare che comunicare e a dirigere la propria attenzione sulla profondità e sul valore della sua arte più che sulla diffusione della sua immagine. Sono scelte che dipendono dal carattere e da diversi obiettivi che pagano in termini più qualitativi che quantitativi: certamente passano meno osservate presso il grande pubblico, ma hanno un valore immenso per la Danza in Italia.

Nella serie di Raiplay “Corpo di Ballo”, sulla Giselle in tempo di pandemia, peraltro si intuisce benissimo il suo carisma anche attraverso la macchina da presa, e speriamo che in futuro questa sua caratteristica venga ancora sfruttata.

Mai dimenticherò la sua ultima Manon con Sylvie Guillem, una di quelle poche sere dove nell’aria si sente l’elettricità del momento e la totale attenzione ed empatia del pubblico agganciato a quanto sta succedendo in scena. O il debutto nella Dame di Neumeier con Emanuela Montanari, momenti sospesi e senza tempo che riportano a sensibilità artistiche rare da incontrare.

Dopo una carriera che parla da sola e dopo aver lasciato gradualmente la scena (neppure la richiesta del suo pubblico di ballare ancora una volta Onegin nel 2017, anno del suo pensionamento, fu presa in considerazione dall’allora direzione del ballo scaligero), Massimo Murru è diventato maÎtre del Teatro alla Scala, sempre gradualmente e sempre con grande rispetto per il lavoro e il ruolo.

In una bellissima intervista su Danza & Danza di Silvia Poletti nel 2020, Murru mostra di avere le idee molto chiare e dice che il compito del maître è regalare visioni, indicare la via, far entrare i ballerini nei personaggi a loro modo, con intelligenza, capendo il ruolo, indagandolo, studiandone le diverse sfaccettature e rendendolo proprio, ricordando sempre l’importanza della simbiosi che un ballerino deve avere con la musica. E il maître è un facilitatore di tutto ciò. Certo è una comunicazione a due vie, ci vuole qualcuno che dall’altra parte risuoni, abbia la capacità, l’umiltà (che non è mera sottomissione, ma profonda comprensione dei ruoli) e l’intelligenza di creare un essere senziente in scena e di non pensare solo ai social o alla gamba più alta o al numero di giri. E mi sembra che su quest’ultimo punto Murru sia molto chiaro.

Per questo Massimo Murru è altrettanto prezioso oggi di quando ballava e non possiamo che essergli riconoscenti per tutto quanto sta facendo per far crescere, in armonia con il direttore Manuel Legris, un corpo di ballo che sta raggiungendo livelli sempre più alti. Anche se lui sicuramente avrà sempre qualcosa da correggere.

Buon Compleanno a Massimo Murru da tutta la redazione di DHN.

Crediti fotografici: Gerard Uferas e Marco Brescia

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