“Don Chisciotte” chiude la tournée torinese del Ballet Nacional de Cuba

di Giada Feraudo
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Al Teatro Regio di Torino è andato in scena, dal 17 al 22 dicembre, il secondo appuntamento con un altro grande classico del balletto: Don Chisciotte. Protagonisti sempre i ballerini del Ballet Nacional de Cuba, che il pubblico ha avuto occasione di ammirare già in Giselle.

Creato da Marius Petipa nel 1869, il balletto è qui presentato nella forma coreografica rielaborata da Alicia Alonso. La vivacità delle scene (arricchite da momenti di pura pantomima) del primo e terzo atto è spezzata dallo stile puramente accademico del secondo atto, l’atto bianco delle Driadi, ed è punteggiata da numerosi momenti di puro virtuosismo tecnico che fanno di Don Chisciotte uno degli scogli più ardui con cui la maggior parte dei grandi danzatori si trova a doversi confrontare.

La prima rappresentazione, andata in scena il 17 dicembre, ha però lasciato un po’ di amaro in bocca: certe imprecisioni, anche vistose, da parte di alcuni danzatori (può succedere, si sa, ma la cosa si è ripetuta nel corso della serata), hanno leggermente guastato l’armonia e la perfezione dell’insieme. Non particolarmente entusiasmante e ben assortita la coppia protagonista: Viengsay Valdés, da anni prima ballerina del Ballet Nacional de Cuba, resta una meravigliosa e virtuosa Kitri. Seducente al punto giusto, perfettamente padrona di un’invidiabile tecnica, ha stupito il pubblico con i suoi fouettés doppi e con equilibri tenuti a lungo, ma non è risultata brillante come nelle sue passate performance. Al suo fianco Basilio, interpretato dall’appena ventunenne Victor Estévez, ha fatto fatica a emergere. Nulla da eccepire in relazione alla tecnica e alla pulizia del movimento, ma gli mancano ancora quella verve, quel lato sanguigno e un po’ scanzonato che fanno di Basilio non un “danseur noble” ma uno squattrinato e intraprendente barbiere di paese, e che per un giovanissimo senza una grande esperienza di palco necessaria per interpretare grandi ruoli come questo sono sicuramente elementi difficili, su cui è necessario lavorare profondamente.

Maggior entusiasmo da parte del pubblico, che ha salutato con un’ovazione i virtuosismi del terzo atto e non solo, ha suscitato la coppia Arián Molina e Yanela Piñera (forse la nuova Kitri del Ballet Nacional de Cuba?), che ha danzato nella serata del 18 dicembre.

 

Un Don Chisciotte nel complesso gradevole per la comunque indiscussa bravura dei danzatori, ma un po’ appesantito dai tutù lunghi del secondo e del terzo atto (a parte alcune eccezioni), che non rendono troppa giustizia alle perfette linee delle ballerine e sono talvolta quasi d’impaccio, in special modo nell’ultimo atto, e, non ultimo, da certe scelte musicali del Maestro Giovanni Duarte, che ha diretto l’orchestra concedendo tempi a volte troppo dilatati, che hanno “appiattito” il balletto togliendogli, in alcuni punti, quell’atmosfera frizzante e spumeggiante che lo caratterizza.

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