“George Sand. Uomo di libertà” al Teatro Massimo di Benevento

di Massimiliano Craus
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Quando la cultura sui generis, la letteratura ed il balletto si fondono in un corpo unitario ecco che si intravede l’opportunità di realizzare opere senza tempo. Spesso i libretti natii di molti titoli del repertorio ottocentesco, ed anche novecentesco, hanno origine proprio dalla letteratura di tutti i tempi e di ogni latitudine, proprio per l’universalità dell’arte che si fa ancor più forte nell’ambito coreutico. Non possiamo dimenticare le esperienze dell’arte per l’arte volute così fortemente da Serge Diaghilev al principio del Novecento, né possiamo bypassare i tanti mutamenti della danza di questi ultimi decenni appannaggio della contaminazione, spesso determinata a tutti i costi. Ed in quest’ottica di grande apertura culturale ed artistica ci piace annoverare uno degli ultimi significativi accostamenti della danza e del balletto alla letteratura, in questo caso specifico alla letteratura d’Oltralpe, con un viaggio a ritroso nei meandri della tormentata vita personale e letteraria di George Sand. Pseudonimo maschile della scrittrice e drammaturga Amantine Aurore Lucile Dupin, nata nel 1804 a Parigi, George Sand ha saputo ritagliarsi uno spazio vitale assai più ampio di quanto avesse mai immaginato, entrando in un immaginario collettivo ben differente da quello tipico dei suoi colleghi coevi.

Del resto era proprio ciò che desiderava per cui, a maggior ragione, se ne fece un vanto tanto culturale quanto sociale. E su questi presupposti biografici ha cominciato a lavorare Diana Ferrara, già amatissima étoile del Teatro dell’Opera di Roma ed oggi direttrice artistica dell’Astra Roma Ballet. Il lavoro coreografico che ne è scaturito è stato dettato dalla lettura approfondita dell’immane quantità di pagine di letteratura di George Sand, con la percezione coreutica del personaggio affidata a Sabrina Massignani sugli spartiti di Ludwig Beethoven, Fryderyk Chopin e Robert Schumann con la prima rappresentazione già interpretata in passato dall’étoile Sabrina Brazzo in coppia con il collega scaligero Andrea Volpintesta, apripista del successivo e definitivo cast dell’ensemble composto da Odette Marucci ed Aldo Sancricca. Nomi e cognomi che hanno garantito un salto di qualità indiscutibile, soprattutto se associato alle insidie del personaggio e delle sue infinite sfaccettature. Non sorprende, infatti, una scrupolosa presentazione dell’idea coreografica e del soggetto del “George Sand. Uomo e libertà” dell’Astra Roma Ballet in lungo ed in largo per la penisola: “Quest’artista spregiudicata scelse un nome maschile, fumava il sigaro e vestiva da uomo per la libertà dello spirito e per un maggior riconoscimento sociale. Un travestimento che rappresenta la sfrontatezza e la sfida di una donna insoddisfatta, tangibile nei suoi romanzi e trascritta in coreografia attraverso la leggerezza, la forza, il coraggio e la determinazione con momenti intensi e rappresentativi dei suoi più importanti e significativi amori: l’appassionata e tempestosa relazione con il poeta Alfred de Musset e la scandalosa ed angusta storia con il grande compositore Chopin, allora ventiseienne, che si definiva un uomo d’ordine mentre George Sand, di sei anni più grande, era una donna indipendente, separata dal marito, con un passato di numerose relazioni e tendenze rivoluzionarie. I due protagonisti si innamorarono perdutamente e vissero una storia d’amore travagliata in cui arte, letteratura e vita si fusero in un sodalizio unico e tormentato.”

Pensieri e parole che non passano inosservate allo spettatore di queste rappresentazioni del “George Sand. Uomo e libertà” di cui il titolo peraltro già racconta parecchie cose. Tuttavia, dopo il lancio con il collaudato duo di Sabrina Brazzo ed Andrea Volpintesta, si è passati alla coppia più giovane ma quanto mai entrata nel titolo rappresentata da Odette Marucci ed Aldo Sancricca. E così ecco che il passaggio del testimone è passato dalle mani note di Diana Ferrara a quelle impegnatissime della direttrice artistica del Balletto di Benevento Carmen Castiello, autrice di numerosi titoli del repertorio dell’ensemble e della prima edizione della rassegna di danza sannita. Un doppio incarico che si concentra nella volontà di risalire la china artistica e culturale in città, sfruttando l’onta di George Sand e l’incredibile cornice di pubblico e successo del “Romeo e Giulietta” dello scorso settembre in scena all’anfiteatro romano di Benevento. Le stesse parole di Carmen Castiello pare possano sintetizzare la portata dell’evento rappresentato lo scorso 20 novembre con il “George Sand. Uomo e libertà” al Teatro Massimo di Benevento, in linea con i prossimi appuntamenti in cartellone nella rassegna di danza. “Sono davvero felice dei successi sin qui conseguiti dal Balletto di Benevento anche nella propria città, a dimostrazione che qui più che altrove si può lavorare seriamente con la danza. L’importante è educare il nostro pubblico a rappresentazioni di qualità, ad una progettualità culturale di primissimo ordine e ad una serie di iniziative che possano fidelizzare gli appassionati ed i cittadini comuni agli eventi di danza. Vorrei tanto che la danza diventasse un elemento imprescindibile dell’emancipazione culturale ed artistica di Benevento, ed anche per queste ragioni sto lavorando con determinazione alla crescita della compagine di balletto che porta orgogliosamente il nome dei natali di tutto questo movimento.

Mi è piaciuto lo spettacolo che l’Astra Roma Ballet ha pensato su George Sand, così come mi è piaciuto tantissimo produrre questa rassegna di danza che potrà alzare l’asticella della qualità tersicorea in città. Sto lavorando sodo alla crescita della mia compagnia, del mio pubblico e della mia città e la mia rassegna deve presto diventare un veicolo di opportunità per tutti.” Finalità ed obiettivi di ampio respiro, tutti indirizzati ad uno sviluppo costante delle risorse a disposizione in vista di un futuro più radioso. Partendo proprio dal titolo centrato su George Sand, fino a proseguire su temi altrettanto interessanti snocciolati da gennaio fino alla prossima primavera ed alla Giornata Mondiale della Danza del 29 aprile 2017.

A cominciare da “Terra mia”, evidentemente pensato e rappresentato in onore del compianto cantautore napoletano Pino Daniele, in scena il prossimo 4 gennaio in collaborazione con l’Orchestra “I Filarmonici” di Benevento e le coreografie di Carmen Castiello. Per poi seguire in un viaggio dalle contaminazioni con l’arte in “Dance Out. Dialogo tra il corpo e l’arte”, in scena il 25 marzo 2017, fino alla chiusura della rassegna proprio in occasione della Giornata indetta dall’UNESCO del 29 aprile con “Swan Lake”, nuova produzione a metà tra classico e contemporaneo della compagnia Jas Art Ballet dell’etoile scaligera Sabrina Brazzo e del co-direttore dell’ensemble Andrea Volpintesta, con le coreografie di Giorgio Azzone e le immancabili musiche di Piotr Ilich Ciaikovskij. Titoli e produzioni che lanciano e rilanciano la danza nella città di Benevento, proprio come si era prefigurata in tempi non sospetti Carmen Castiello con la nascita stessa della compagnia del Balletto di Benevento e la collaborazione sancita a quattro mani con l’Orchestra sannita de “I Filarmonici”, peraltro diretta già da bacchette di fama internazionale. Si respira, dunque, aria nuova da queste parti e la programmazione sui differenti siti della città sta proprio a non voler rinunciare a nessuno ed a nulla. “La nostra ottica – chiude la direttrice artistica della rassegna Carmen Castiello – è molto lungimirante. Siamo convinti di non poterne trarre benefici significativi nel breve termine tuttavia, non ce ne vogliano i critici ed i criticoni, siamo altrettanto certi che il lavoro di promozione e valorizzazione dei nostri talenti coreutici e musicali saprà fruttare moltissimo sulla lunga durata. Chiediamo solo una maggiore presenza delle istituzioni al nostro fianco.” Parole sacrosante ma purtroppo spesso non ascoltate.

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