Cantagallo, Palloni, Pardeo: “Salviamo la danza oggi, perché il futuro è adesso”

di DANCE HALL NEWS
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Prima di qualsiasi cosa, volevo ringraziare DANCE HALL NEWS per darmi l’opportunità di esprimere i miei pensieri sulla drammatica situazione che stiamo vivendo.

Sono considerazioni piene di tristezza, di delusione, di preoccupazione , di paura , ma è anche un modo per esorcizzare un momento storico assolutamente imprevedibile, che ha devastato e sta devastando le nostre esistenze.

Sono Donatella Cantagallo, Presidente nonché Direttrice Artistica insieme a Gabriele Palloni ed Enzo Pardeo, di una grande struttura fiorentina, l’Accademia del Teatro Manzoni, inaugurata nel settembre scorso.

Nasciamo vent’anni fa come Dance Performance, scuola delle Arti dello Spettacolo, grazie all’ idea, innovativa per quel periodo, di fondare una scuola multidisciplinare, sul modello di quelle americane, e in poco tempo, la struttura si è distinta per la Direzione artistica giovane e moderna, per una location allora all’avanguardia, per la qualità dei corsi offerti, per la quantità delle iniziative proposte, il continuo aggiornarsi e stare al passo con i tempi, l’entusiasmo e l’energia degli insegnanti, diventando in poco tempo un punto di riferimento per bambini, giovani e adulti, sia con obiettivi amatoriali, sia con obiettivi professionali. Tanti anni di onorato servizio, che ci hanno permesso una forte crescita e dato grandi soddisfazioni; anni che ci hanno permesso di diplomare e formare ragazzi oggi inseriti in corpi di ballo, in televisione, in teatro, ecc. ; anni di collaborazioni importanti, anni in cui la particolare attenzione per il mondo dei bambini, ci ha portato a dedicare loro una serie di produzioni; anni in cui, in quanto ASD, abbiamo rivalutato il cotè sportivo della danza, senza nulla togliere al suo aspetto artistico e culturale, la danza come veicolo di inclusione, partecipazione e aggregazione sociale.

Dopo tanti anni di sacrifici e di onorato servizio la Dance Performance si permette di fare un grande salto di qualità rilevando e riportando in vita i locali di un ex cinema fiorentino, il Cinema Manzoni, punto di riferimento per la città fino al 2009, anno in cui è stato chiuso definitivamente. Abbiamo fatto tutto da soli: investimenti poderosi, burocrazia spesso invalicabile, difficoltà di ogni tipo, fatica, sforzi sovrumani, stenti. Tutto questo per realizzare il sogno di offrire ai ragazzi quello che non c’è, ossia un grande centro polivalente in cui fosse possibile approcciarsi e approfondire non solo la danza, ma anche le varie Arti dello Spettacolo.

Fiore all’occhiello della struttura, un Teatro, ancora nel pieno dei lavori, messo a disposizione di tutti, per performances di qualsiasi tipo. A pochi mesi di distanza dalla new opening, il disastro assoluto, uno tsunami che ha travolto tutto: abbiamo dovuto chiudere i battenti (tra i primi a farlo), e con la morte nel cuore, i locali dell’Accademia si sono trasformati in un luogo spettrale: niente musica, niente andirivieni di ragazzi per le scale, niente risate, chiacchiere, niente prove, ecc. Solo un silenzio assordante ed un vuoto desolante, come vuoto e attonito è il nostro cuore. Improvvisamente, dall’oggi al domani, senza alcuna colpa, ci siamo ritrovati senza niente. Un addio definitivo? un arrivederci? Per tutti i nostri progetti e tutti i nostri sogni.

Ed è iniziata la quarantena: il provvedimento iniziale aveva la durata di quindici giorni e la gravità della situazione non era del tutto chiara. Con il passare dei giorni, poi, è arrivata la chiusura totale, e abbiamo capito che i tempi sarebbero stato lunghissimi; troppo tempo vuoto a disposizione, notti troppo lunghe da passare. Giornate piene di preoccupazione, di domande senza risposta: rendersi conto di essere il volto invisibile di un paese che ha fatto dell’arte e della cultura il suo maggiore pregio. Forse non è abbastanza forte il grido di aiuto lanciato dalle migliaia di centri, associazioni e società sportive che saranno costretti a chiudere lasciando i giovani senza un punto di riferimento fondamentale per la loro crescita umana, fisica e culturale. Ognuno di noi sta cercando di tenere vivo il rapporto con gli studenti perché non perdano l’interesse e continuino, anche se distanza, anche se da soli, a vivere di danza.

Migliaia sono le scuole di danza disseminate in tutto il paese, centinaia di migliaia i ragazzi che le frequentano; sono scuole grandi, medie, piccole, piccolissime che portano avanti con tanta passione e senza fini di lucro le loro attività; non hanno riserve economiche e dopo due mesi di chiusura le difficoltà a sostenere le spese di affitti, bollette e, in alcuni casi, mutui, sono oggettive e irrisolvibili. Decine di scuole stanno facendo fronte comune per vedere come gestire il futuro; siamo in molti e crediamo ciecamente in quello che facciamo; siamo tanti, tantissimi, considerando tutto l’indotto che ruota intorno alle nostre scuole: coreografi, maestri, pianisti, accompagnatoti, light designer, fonici, macchinisti, attrezzisti, fotografi, parrucchieri, truccatori, sartorie, negozi del settore e via dicendo; tutte figure congelate, senza più entrate , in attesa di capire come poter sopravvivere e far sopravvivere le proprie famiglie a tutto questo. Se dovessimo fermarci, si fermerebbe un intero settore.

Ma allora se la danza è tutto questo, se le scuole sono una risorsa importante per il paese, perché ci si dimentica di noi lasciandoci in una situazione economica e psicologica disperata? E le prospettive non sono migliori: quello che accadrà alla riapertura non sarà piacevole: molti non riapriranno, atri riapriranno con molta fatica, altri ancora cambieranno completamente le strategie gestionali. E quali saranno le linee guida di una possibile riapertura? quali le tempistiche? quali i costi ulteriori da sostenere per sanificare le sedi delle scuole e renderle presidi sicuri dove i genitori possano nuovamente portare i bambini, dove i ragazzi possano ritrovarsi per condividere la loro passione, dove maestri e coreografi possano riprendere a lavorare con serenità? E chi potrà permettersi di avvicinarsi di nuovo alle scuole di danza visto la drammatica situazione economica generale? Ad oggi, alla vigilia della cessazione del lockdown, sono tutte domande senza risposta. per noi nessuna notizia certa, continuiamo a navigare a vista, sperando quanto prima di essere presi in considerazione. Non è sicuramente facile trovare il modo di conciliare le varie esigenze ma per favore, salvaguardiamo quello che è il nostro patrimonio artistico, culturale e sociale inestimabile, patrimonio di cui l’Italia è sempre andata fiera.

Salviamo la danza, facciamo rifiorire i luoghi deputati alla formazione e al futuro delle nuove generazioni. Salviamo la danza, oggi, perché il futuro è adesso.

Donatella Cantagallo, Gabriele Palloni, Enzo Pardeo

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