BTT: alla Lavanderia il vapore si fa “corporeo”

di Giada Feraudo
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Radicale cambio di direzione e di stile per il Balletto Teatro di Torino, che, dopo anni, ha abbandonato la sua denominazione di compagnia d’autore per aprirsi all’esperienza di nuovi coreografi.

Venerdì 7 e sabato 8 novembre scorsi è andata in scena, in prima assoluta, la nuova produzione del BTT, dal titolo “Vapore corporeo”, realizzata in coproduzione con il Teatro Bellini di Napoli, dove sarà rappresentata nel mese di marzo. Titolo assolutamente appropriato per il luogo, la Lavanderia a Vapore, appunto: il coreografo Antonello Tudisco afferma, nelle sue intenzioni, la volontà di creare un lavoro “ad hoc” per lo spazio in cui questo nasce, mantenendo sempre al centro dell’attenzione il concetto di cambiamento e di mutevolezza, che presuppone il non irrigidirsi, né fissarsi mai in una forma stabile e definita. Del resto, dice il coreografo, “la storia della Lavanderia a Vapore è segnata dal concetto perenne della mutazione. Lo stesso luogo nasce per esigenze legate alla trasformazione del sito da edificio monastico a luogo per la riabilitazione mentale e fisica a spazio performativo; uno spazio quindi, per sua natura mutevole… Mi piacerebbe partire da questa riflessione per immaginare una relazione continua tra luogo e corpi in cui si possa creare un atto performativo in cui lo spazio, ancora una volta, sia in grado di trasformarsi.”

L’idea del cambiamento perenne è chiaramente espressa, anche a livello musicale (musiche originali di Concetta Cocchiarelli), dall’utilizzo di brani completamente diversi tra di loro e privi di continuità, nonché, sul piano coreografico, dal continuo stabilirsi e sciogliersi del contatto tra i corpi, inteso come contatto tra i danzatori ma anche come contatto con il suolo, da cui tutto nasce. Tali contatti, simili a ripetute sinapsi, generano energia invisibile e impalpabile ma percepibile, il “vapore corporeo”, appunto, che, per definizione, è mobile e indefinito.

Con questa nuova creazione (la prima della stagione) il BTT rinnova la sua immagine e si rimette completamente in gioco, presentando al pubblico della Lavanderia un prodotto estremamente diverso da tutto ciò che è stato visto finora: dopo la plasticità delle linee, la fisicità e la difficoltà tecnica che hanno sempre caratterizzato il lavoro di Matteo Levaggi si propone, ora, una composizione altrettanto astratta e frammentata ma decisamente più concentrata su una ricerca espressiva che si lascia molto spesso alle spalle il discorso tecnico, talvolta forse un po’ troppo a discapito della danza intesa nella sua accezione più pura.

 

Una prova, comunque, del fatto che il BTT, a dispetto dei tempi difficili, si dimostra sempre una realtà in grado di rilanciare nuove scommesse, soprattutto attraverso la disponibilità ad accogliere proposte e sperimentazioni ogni volta diverse.

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