La “Bella Addormentata” si tinge di rosso per Matthew Bourne

di Lia Courrier
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È stata la musica di Tchaikovsky, maestosa e potente, ad ispirare la creatività di Matthew Bourne per la sua trilogia di rivisitazioni dei celebri balletti-icona della storia della danza. Prima con “Nutcracker” nel 1992, per poi approdare allo spettacolo che ha reso celebre la sua compagnia in tutto il mondo, “Swan Lake”, del 1995, e infine la produzione per cui siamo riuniti qui, nella bellissima cornice di Palazzo Marino a Milano, alla conferenza stampa di “Spleeping Beauty, A Gothic Romance”, che andrà in scena a Milano, al Teatro degli Arcimboldi, dal 5 all' 8 Maggio 2016.

La missione di Matthew Bourne e della sua compagnia, composta da danzatori che hanno anche una formazione attoriale, è quella di raccontare le grandi storie con un linguaggio semplice ma coinvolgente ed emozionante, che arrivi dritto al cuore di quel pubblico che non si può proprio definire un appassionato di danza e di balletto. Pare che nelle platee inglesi dei suoi spettacoli solo una piccola parte del pubblico sia formata da addetti ai lavori, e che molte persone si siano appassionate alla danza, addirittura andando a vedere il balletto, solo dopo aver assistito alle sue produzioni, curiosi di conoscere la versione originale.

Rivisitare un'opera enorme come quella dei balletti storici di repertorio è una tentazione che ha sedotto da sempre coreografi e registi, ma si tratta di una operazione molto delicata, poiché le versioni originali spesso possiedono ancora una vitalità intrinseca che continua a resistere nei secoli, e quindi è necessario muoversi in punta di piedi, insinuandosi negli spazi accessibili con molto rispetto. Per la sua versione di Bella Addormentata, Matthew Bourne, insieme ai suoi danzatori, ha svolto un lavoro di ricerca ancor prima di entrare in sala prove, nutrendosi di tutte le versioni esistenti di questa favola, in forma di libri, balletti e film, compreso il lungometraggio di animazione firmato da Walt Disney. Le modifiche drammaturgiche apportate rispetto all'originale di Petipa, in questa rivisitazione, mirano a rendere la drammaturgia più potente e piena di tensione scenica, con l'inserimento di nuovi personaggi e di piccole ma sostanziali sorprese che terranno col fiato sospeso anche coloro che conoscono il balletto a menadito: una navigazione in mare aperto nella quale l'unico punto di riferimento rimane sempre la partitura musicale, che contiene in sé il racconto, i personaggi e i colpi di scena.

Lo spettacolo di Bourne è costruito come un viaggio nel tempo, sia dal punto di vista del linguaggio coreografico che delle ambientazioni e dei costumi. Si parte con il primo atto nel 1980, anno in cui  il balletto originale vide le scene per la prima volta al Mariinskij di San Pietroburgo, per poi arrivare al 1911, nel secondo atto, con gli abiti ispirati alla serie tv di successo “Downton Abbey”, agitati dai movimenti scatenati del charleston e del ragtime, che in quegli anni vedeva la sua ascesa nelle sale da ballo dell'epoca. Il terzo atto è il mondo onirico, il grande sonno di Aurora, raccontato attraverso l'ispirazione tutta duncaniana della danza libera, a piedi nudi, senza la costrizione di corsetti: è la nascita della modern dance. Nel quarto atto arriviamo infine alla contemporaneità, sebbene sia sempre osservata attraverso la  lente di un fairy tales lungo due secoli. La scelta di mettere in scena un simile lunghissimo viaggio, ha richiesto l'introduzione di un elemento che giustificasse la presenza di questi personaggi attraverso le epoche.

Il 1980 è anche il momento dei grandi romanzi gotici come Frankenstein, Jekyll e Hyde, e Dracula, ovviamente: il vampiro, il non morto, l'essere soprannaturale che attraversa i secoli, è stata la chiave per dare un senso a questa traslazione della Bella Addormentata e alla sua storia d'amore che sfida lo scorrere del tempo. Per questa produzione Matthew Bourne si è avvalso dei suoi più fidati collaboratori: Lez Britherson per le scene e i costumi, già autore pluripremiato di Swan Lake, Paule Constable per il light design e Paul Groothuis per il sound design.

Non resta che assicurarsi un biglietto per assistere allo spettacolo che andrà in scena tra poco, qui a Milano, in attesa di assistere alla sua nuovissima produzione, The Red Shoes, che verrà presentata nel 2017 a Ravenna Festival.

Milano – Teatro degli Arcimboldi

Viale dell'Innovazione 20 – 20126 Milano

Dal 5 all' 8 Maggio

Giovedì e Venerdì ore 20,30 | Sabato ore 15,30 e ore 20,30 | Domenica ore 15,00 e ore 20,00

Biglietteria + (39) 02.641142200 | lun-ven 10-18

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