Misteri della Discografia Italiana. Dov’è l’operetta?

di Elena D'Angelo
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Cari amici, con quest’articolo voglio rispondere ai tanti appassionati e neofiti dell’operetta, che spesso mi chiedono dove possono trovare materiale audio-video per ascoltare o visionare tali lavori. Oggigiorno, in cui la possibilità di reperire musica è la cosa più facile del mondo, ci si accorge dell’estrema difficoltà di trovare e ascoltare un’edizione completa di un’operetta italiana.

È sotto gli occhi di tutti che, da qualunque parte ci si volti, si trova l’opera omnia di un qualsiasi grande compositore, ma dell’operetta neanche l’ombra. “Cercar che giova?” Se guardiam bene si trova, ma solo dall’antiquario! Negli anni 60 e 70 erano ancora reperibili sul mercato le registrazioni più o meno complete di circa una decina di titoli italiani e stranieri, in dischi a 33 giri nei due formati di 17 e 30 centimetri di diametro, diretti da Cesare Gallino, con Elvio Calderoni, Romana Righetti, Sandra Ballinari, Franco Artioli e con qualche spumeggiante intervento di Paolo Poli. All’inizio degli anni 70 una serie di sei dischi proponeva stralci un po’ più ampi de La Vedova Allegra, Il Conte di Lussemburgo, La Principessa della Czarda, La Danza delle Libellule, Cin Ci Là e il Paese dei Campanelli, in cui, seppure con un accompagnamento orchestrale ridotto, spiccavano le belle voci di Wanda Berti, Elena Rizzieri, Bruna Rizzardini, Alessandro Galluzzi, Franco Artioli e la notevole verve comica di Alvaro Alvisi, coadiuvato da un non più giovanissimo Carlo Rizzo. Subito dopo, la Cetra ampliava con qualche titolo straniero la selezione di operette, sotto la guida del Gallino con Franco Barbieri. Dopodiché il nulla, se si eccettua che, ancora la Fonicetra ha riversato, dapprima in Lp e poi in Cd, l’Acqua Cheta, Sogno di un Valzer, La Vedova Allegra e Il Paese dei Campanelli, da vecchie trasmissioni televisive della rai. Pochissimi anni fa, sono uscite ben due collane di operette in Dvd, con quasi tutto il materiale video disponibile sull’argomento, alcune pregevolissime edizioni, altre, tipiche rappresentazioni di operetta degli anni 80. Ma per avere una versione integrale completa delle più importanti operette italiane (Cin Ci Là, Il Paese dei Campanelli e La Danza delle Libellule), dobbiamo risalire agli anni compresi tra il 1931 al 1933.

La casa musicale Lombardo, proprietaria dei tre più importanti titoli di operetta, aveva ceduto alla casa discografica Columbia, i diritti fonomeccanici dei suddetti lavori. La Columbia che aveva a disposizione in quel periodo la grandissima Ines Talamo, realizzò tre incisioni integrali che andavano a completare la serie di opere liriche che dal 1927 al 1932, importanti artisti, quali Aureliano Pertile, Gilda Dalla Rizza, Mafalda Favero, Rosetta Pampanini, Nazareno De Angelis e tanti altri, avevano concorso a realizzare. La Talamo sempre a proprio agio nei brillantissimi ruoli da soubrette, fin dai suoi esordi discografici fu affiancata da artisti del calibro di Enrico Dezan (La Gaffe e Petit- Gris), Ester Riva (Nela, Myosotis, Elena), Adolfo Ferrini (Hans e Cyclamino) e ne La Danza delle Libellule, da quel grande e dimenticato artista che fu Ferdinando Crivelli, che già alla fine degli anni 20, con lo pseudonimo di Tenore Berrettini, incideva decine di duetti comici per la Fonotipia. Queste preziose e rare incisioni, dirette da Domenico Lombardo, (il Toscanini dell’operetta), ci regalano i tre capolavori nel periodo del loro massimo fulgore. Inoltre permettono a noi ascoltatori di cogliere il cambio di gusto del pubblico riguardo ai tempi dei numeri musicali; decisamente più lenti ma più vicini alla volontà degli autori, nelle versioni Pathé (dirette dallo stesso Ranzato) e Columbia degli anni 1922-25 e più ritmati e stretti, rispondendo così a esigenze di tempo e all’influenza dei ritmi d’oltreoceano, arrivati in Italia agli inizi degli anni 30.

Sarebbe auspicabile un riversamento di queste storiche registrazioni, ma anche la produzione di nuove incisioni con organico orchestrale completo, affinché il pubblico possa accedere facilmente all’ascolto dell’operetta, così com’è stata concepita dagli autori e non a dei surrogati-midi che purtroppo a volte, mi capita di trovare in qualche cd moderno.

Elena D’Angelo

 

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