Il potere incantatore e catartico di musica e danza si uniscono sul palcoscenico del Carlo Felice con La Compagnia dell’Anello

di Giada Feraudo
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Un diavolo, un violino, Mozart, Sherlock Holmes, Charlot e un gruppo di piccoli performer in erba: questi sono gli ingredienti che compongono lo spettacolo dal titolo Lo strumento del diavolo, in scena questa sera al Teatro Carlo Felice di Genova.

La Compagnia dell’Anello, questo il nome della formazione, è un gruppo molto eterogeneo composto da due registe tuttofare, un danzatore-attore, un violinista che si presta attore, due neuropsichiatre che si trasformano in attrici e tredici bambini e che coinvolge ogni anno nuovi piccoli partecipanti ma anche sarte, attrezzisti, elettricisti, fonici e, più in generale, professionisti dei reparti tecnici del Teatro che con entusiasmo offrono la loro collaborazione per contribuire alla buona riuscita dello spettacolo.

Il progetto, promosso e realizzato presso il reparto di Neuropsichiatria dell’Istituto Gaslini, è in auge dal 2010 grazie all’interessamento di Luisa Baldinetti, danzatrice e coreografa, ed è reso possibile grazie al prezioso contributo di Porto Petroli di Genova SPA.

Si tratta di un progetto scientifico-artistico-terapeutico di grande successo, che si basa sull’utilizzo di Laboratori di Espressività Corporea Musicale rivolti ai bambini con disturbi psicopatologici ricoverati presso l’Istituto Gaslini. Grazie a questi laboratori i piccoli pazienti, supportati anche dall’aiuto della psicologa Margherita Savoini, riescono, grazie agli stimoli offerti dalla danza, a far emergere il lato più profondo di sé, a sperimentare emozioni e a scoprire nuove sensazioni per loro altrimenti molto difficili da raggiungere in ragione delle patologie di cui soffrono.

Da molto tempo, ormai, sono riconosciuti gli effetti benefici a tutti i livelli di pratiche quali la musicoterapia o la danza terapia, ma il Gaslini ha avuto la possibilità e il merito di trasformare quella che è normalmente un’attività estemporanea in un progetto costante e continuo nel tempo, dove professionisti esterni al contesto ospedaliero-sanitario integrano nei programmi terapeutici attività di musicoterapia, arte terapia, gruppi di lettura e di gioco.

“Si realizza a tutti gli effetti una terapia integrata capace di rivelare sulla scena”, afferma Margherita Savoini “dei figli inediti, di cui non si conoscevano le risorse e le potenzialità”.

Il progetto TeatroDanza-BOX Laboratori di Espressività Corporea Musicale curati da Luisa Baldinetti, da cui provengono quasi tutti i bambini che fanno parte della formazione, integrano la professionalità di alcuni artisti in stretta collaborazione con il personale sanitario al fine di realizzare un percorso nello stesso tempo ludico-artistico ma anche diagnostico, terapeutico e sociale. Quest’attività ha portato, negli ultimi tre anni, alla messinscena di altrettanti spettacoli, scritti e diretti da Luisa Baldinetti e Alessandra Premoli, su un palcoscenico prestigioso come quello del Teatro Carlo Felice di Genova.

Il linguaggio creativo scelto è quello del teatro-danza in cui l’espressività, il movimento e la musica si fondono e danno origine a un intenso e profondo lavoro su sé stessi, sulla propria sensibilità individuale e sul proprio modo, unico e irripetibile, di comunicare con il mondo esterno e interiore attraverso un linguaggio non verbale.

“Lo Strumento del Diavolo” gioca sul leggendario connubio violino-demonio. In veste allegra e scanzonata, diabolica e portatrice di sventure, romantica e misteriosa, il violino si impone quale protagonista. Un Diavolo decisamente originale tenta di “corrompere e conquistare anime” costruendo violini dai poteri occulti e incantatori. Balzando tra un’epoca e l’altra lo seguiamo nei suoi tentativi di portare scompiglio nel mondo. Lo vedremo alle prese con l’estro del bambino prodigio Mozart, con la mente logica e razionale del famoso detective Sherlock Holmes, con lo spensierato romanticismo di Charlot, con l’immaginazione infinita di Albert Einstein e…un momento! Ma davvero lo Strumento del Diavolo servirà il suo “padrone”?

Crediti fotografici: Marcello Orselli, Eugenio Pini

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