Virna Toppi: “Ricordo il primo giorno all’accademia della Scala, ero impaurita, ma si stava per avverare un sogno”

di Fabiola Di Blasi
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Giovane, bellissima con una carriera da sogno. Virna Toppi lascia La Scala per raggiungere il Bayerisches Staatsballett di Monaco diretto da Igor Zelensky. Tanti sogni realizzati durante un percorso iniziato da bambina all’Accademia Teatro alla Scala dove si diploma. Dopo un anno al Dresden Semperoper Ballett torna a Milano dove si unisce alla compagnia del lirico milanese e in poco tempo viene nominata solista e poi prima ballerina.

Tanti ruoli e premi in pochi anni… Virna Toppi ha già raggiunto traguardi importanti. Se dovesse scegliere uno tra i momenti più belli legati alla sua professione, quale ci racconterebbe?

Tra i tanti vissuti, uno in particolare è rimasto nel cuore; per la prima volta danzavo un ruolo da étoile in Raymonda. Ricordo ancora – forse sarà stata un pò l’incoscienza dei primi anni – di aver vissuto questa esperienza in maniera estremamente serena, solo pura gioia, divertimento e desiderio di esibirmi. Appena ho messo piede in scena mi sono sentita euforica e, finito lo spettacolo, ero entusiasta! Un altro momento che ricorderò sempre è stato quando, nel marzo 2018,  ho scoperto di essere stata promossa prima ballerina e di aver coronato il sogno di qualsiasi danzatrice. Infine non posso non pensare al Boléro di Bejart: danzare su quel tavolo mi ha regalato sensazioni inspiegabili; ti senti carnale, terrena, piena di energia, un tutt’uno con la musica e i danzatori attorno a te.

Un addio o un arrivederci quello alla Scala? Ha già previsto il suo ritorno?

Sicuramente è un arrivederci. Danzare al Teatro alla Scala, è stato il mio sogno sin da bambina. Anzi, vi dirò di più, è un “a presto”.

Il primo debutto con la nuova compagnia è già avvenuto in data 21 settembre con Jewels, uno dei capolavori di Balanchine. Ci racconta qualcosa di quella serata? 

Hodebuttato con il Bayerisches Staatsballett di Monaco nel passo a due di Rubies di Balanchine con Osiel Gouneo, una star internazionale. Ero molto nervosa, non volevo deludere nessuno e desideravo che tutto il lavoro fatto portasse ad un bel risultato. Entrata in scena però, mi sono rilassata e divertita moltissimo. La musica è molto difficile ma il balletto è bellissimo e nelle mie corde.

I prossimi impegni?

Sono molti. Il prossimo 20 ottobre debutto in Svanilda nella “Coppelia” di Roland Petit. E’ un balletto che amo molto: certo, tecnicamente difficile ma divertente e simpatico. Sono sicura che al pubblico piacerà molto!

Poi ci sono altri progetti in ballo, non solo legati alla danza. Ma ancora non voglio parlarne, anche un po’ per scaramanzia…

Non solo danza appunto: lei ha già avuto diverse collaborazioni ed è comparsa recentemente su Vanity Fair Italia. Ha progetti nella moda?

Adoro la moda in generale e, da circa un anno, cerco di darle spazio. Dovevo fare la sfilata di Luisa Spagnoli come ambasciatrice lo scorso 20 settembre, però il giorno dopo debuttavo in “Jewels” e non era proprio possibile assentarmi da Monaco. I progetti sono tanti ma la loro realizzazione è rimandata a quando tornerò in Italia.

I grandi nomi della danza che l’hanno ispirata (o la ispirano).

In realtà ce ne sono molti. Mi piace “rubare” tutto quello che posso da chi reputo essere un grande artista. Polina Semionova, Alessandra Ferri, Marianela Nuñez. Tra gli uomini, Roberto Bolle e Nicola Del Freo, solista del Teatro alla Scala. Nomino Nicola non perché sia il mio compagno, ve lo assicuro, ma perché ha tantissime qualità che ammiro: caparbietà, costanza, determinazione, al punto da rimanere in sala ore ed ore finché ogni cosa non riesce perfetta.

Com’è la giornata tipo di Virna Toppi, prima ballerina?

La vita di Virna Toppi… Fondamentalmente è sempre la stessa, che sia alla Scala o al Bayerisches, la mia giornata tipo è praticamente uguale. Al mattino, precisamente alle 10, abbiamo un’ora e un quarto di lezione. Dalle 11.30 alle 17.30 in Scala e dalle 11.30 fino anche alle 20.30 qui a Monaco, ci sono le prove dei balletti. Per esempio; tra poco avrò le prove di Coppelia, contemporaneamente a Rubies, contemporaneamente a Spartacus e probabilmente ad Alice o alla Dama delle camelie… Nel momento in cui finisco la mia giornata di lavoro, desidero solo tornare a casa, mangiare qualcosa e sdraiarmi sul divano. Parlare con la mia famiglia, col mio fidanzato, guardare un po’ di televisione per distrarmi, leggere un libro. Sono una persona molto semplice. Ho anche altre passioni ma i momenti liberi si riducono a quelli serali.

Prima ci parlava del suo compagno, Nicola Del Freo. Com’è danzare insieme?

Generalmente si pensa che per due fidanzati, ballare insieme sia il massimo. E da un certo punto di vista è vero perché le emozioni che si provano sono tra le più reali. In prova però, è un disastro. Abbiamo entrambi caratteri molto forti e in sala si possono creare dei conflitti che, data la confidenza, superano il limite che normalmente rispetteresti con un semplice collega.  Quindi in sala è un disastro, in scena un idillio!

Nella danza, attualmente assistiamo ad un continuo innalzarsi del livello tecnico. Sembra molto difficile stare al passo. Che consigli darebbe ai giovani che iniziano a studiare oggi?

E’ vero, la tecnica e i virtuosismi sono sempre più richiesti. Sicuramente c’è chi di natura è più predisposto, chi è più flessibile, chi ha un bel salto, chi ha un giro naturale, ognuno ha le proprie qualità. Le doti però vanno coltivate attraverso un lavoro costante e una assoluta dedizione. Bisogna cercare di rimanere focalizzati sul proprio obbiettivo finale senza demordere neanche nei momenti di sconforto che sicuramente ci saranno.

Un ballerino che in Italia lavora in un ambiente privilegiato come quello del Teatro alla Scala, trascorrendo ovviamente molte ore al suo interno, ha la percezione di quanto difficile sia la situazione della danza nel nostro Paese, specialmente negli ultimi anni?

Che la danza negli ultimi anni stia avendo innumerevoli difficoltà, è palese per tutti, anche per noi che viviamo e lavoriamo all’interno di un teatro come la Scala. Abbiamo firmato delle petizioni contro la chiusura del corpo di ballo dell’Arena di Verona, del Maggio fiorentino, del Massimo di Palermo, cercando così di dare il nostro sostegno. Sicuramente restano un grande dispiacere e la delusione nel vedere come a volte quest’arte sia considerata di basso valore o non considerata affatto. E’assurdo che oggi la danza non sia vista come un patrimonio del nostro Paese da sostenere.

Un personaggio come lei è ammirato dai fan ma diventa anche un esempio per molti giovani. Su Instagram la seguono quasi 30000 persone. Qual è il messaggio che spera di far passare?

Vorrei che chi mi segue sui social capisse che siamo ballerini professionisti, adoriamo il nostro mestiere, adoriamo la meravigliosa arte che è la danza ma siamo anche persone normalissime con i proprio hobby, i momenti folli, i propri gusti, le proprie serate, i propri momenti di sconforto. A volte succede che i giovani ballerini vedano i professionisti come degli idoli. Da una parte è giusto se questo serve ad ispirarli, dall’altro lato devono capire che dietro queste figure ci sono delle persone normalissime che sono state come loro ed è bello far passare il messaggio che chiunque può arrivare, l’importante è volerlo e impegnarsi perché le cose accadano.

Che sentimento prova quando ripensa al primo giorno in cui ha messo piede in una sala ballo?

Ho letteralmente implorato i miei genitori di portarmici, perché ogni volta che sentivo la musica, qualunque fosse il contesto, ballavo! A sei anni ho detto a mia madre che volevo fare la ballerina. I miei genitori preferivano che io facessi uno sport all’aria aperta e mi hanno fatto provare di tutto ma io insistevo e alla fine l’ho avuta vinta. Non ricordo tutto della prima volta in una sala di danza, ma ricordo bene il momento in cui ho messo piede all’Accademia Teatro alla Scala. Avevo nove anni e mezzo e mi presentavo all’audizione per il primo corso. Ero molto impaurita, certamente,  però devo anche ammettere che è stato bello proprio come un sogno che si stava per avverare. Ogni volta che ci ripenso sorrido.

Grazie per il tempo che ci ha dedicato. Continueremo a seguirla e nel frattempo le auguriamo tutto il successo che merita.

www.virnatoppi.com

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