Manuel Franjo: apri il cuore e lascia che la danza ti guidi

di Miki Olivieri
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Ciao Manuel, da cosa è nato l’amore per la danza nella tua vita?

Veramente non lo so… penso da sempre. Da piccolo mi piaceva ballare tantissimo. Ero sempre molto contento nell’esibirmi con alcuni show per i miei amici e la mia famiglia. Ma non sono riuscito ad iniziare formalmente fino ai 15 anni. 

Raccontaci il tuo percorso artistico? A che età hai iniziato, dove hai studiato danza e con quali maestri?

A 15 anni ho conosciuto un gruppo di ragazzi che mi hanno invitato a competere con loro in una trasmissione giovanile in televisione. Io sono diventato il coreografo fin da subito. E il personaggio centrale del gruppo. Il coreografo della trasmissione mi ha invitato a far parte del corpo di ballo dello show… e poi del canale (all’epoca c’era un Corpo di ballo per ogni canale televisivo) così ho cominciato a prendere lezioni di classico e jazz in diverse scuole di Caracas. Poi ho lavorato con svariate compagnie di danza classica e moderna. Ho fatto dei musical come coreografo e anche in scena come cantante. Decisi a 19 anni di trasferirmi a NYC dove ho frequentato anche scuole di danza e canto. Dopo un anno a New York ho partecipato all’audizione con Franco Miseria che mi ha portato in Italia per fare Fantastico 5. 

Ti aspettavi, da giovane, tutto quello che ti sarebbe accaduto intraprendendo la carriera professionale di ballerino?

Io sapevo di avere il talento e data l’opportunità avrei avuto successo. È per questo che sono andato a NYC dal Venezuela. A cercare l’opportunità. 

Un cattivo insegnante può causare anche danni seri a un danzatore o una danzatrice, a tuo avviso?

Ma certo. 

Sei stato primo ballerino in alcune tra le più importanti trasmissioni televisive, hai mai sentito il peso di essere un esempio per chi ti guardava e ammirava?

Ma non ho mai considerato questa responsabilità un peso… ma un privilegio. E ancora più bello era quando mi trovavo per strada o in tour per l’Italia e le ragazzine o i ragazzi che stavano passando dei momenti difficili sia per malattie o problemi personali e io avevo l’opportunità di regalargli un attimo di attenzione e questo sembrava sollevare un po’ il peso dei loro problemi e riscaldargli l’animo. Il piacere continua anche oggi nel sentire alcuni di loro su Facebook. E’ una gioia sapere quanto un attimo del mio tempo abbia ispirato loro.

Qual è il sacrificio più grande che richiede questa disciplina?

Non ho mai sentito il senso di fare i sacrifici. Mi piace il lavoro della scena. Può essere forte, è molto pesante, ma alla fine tutto fa parte del piacere di questa carriera.

Quali consigli possiamo dare alla moltitudine di giovani che vogliono cercare fortuna nel settore della danza?

Di fare esattamente quello… ballare! Quando balli il cuore si apre e ti fa sapere quel che devi fare. Lasciati trasportare dalla musica. E senti solo quelli che sorridono quando ti vedono ballare. Devi crescere… Apri il cuore e lascia che ti guidi. 

Qual è stato il momento decisivo per la tua carriera?

Il giorno che ho conosciuto Franco Miseria a NYC. Ho saputo in quel momento di aver trovato la persona che riusciva a vedere il mio potenziale e mi avrebbe dato l’opportunità che cercavo. 

Mi descrivi il mondo dei ballerini?

Lezioni, audizioni, prove.. Tutto questo alla fine ti porta in scena. Un bel lavoro. 

Un’altra tua grande passione è la canzone, giusto? Parlaci della tua carriera, oggi, come cantante?

Ho avuto la fortuna di conoscere Joseph Baldassare a New York tanti anni fa e lui mi ha dato l’opportunità di scoprire la mia voce nel mondo della musica. Insieme a lui ho scritto canzoni molto belle e ho scoperto la mia vera voce da cantante. Ancora oggi collaboriamo insieme. Mi piacerebbe portare le mie serate in Italia ma fino ad oggi non ci sono riuscito. Comunque so che qualche canzone è arrivata 

La tua partner più famosa è stata sicuramente Lorella Cuccarini, cosa ricordi di lei artisticamente?

Una vera professionista. Bellissima, fortissima e molto intelligente. Non ho mai avuto dubbi sulle sue capacità per diventare la star che ha dimostrato di essere sin dal primo giorno. 

Ancora oggi tutti si ricordano di te e Lorella nella sigla “Sugar Sugar”. Quali emozioni riprovi oggi a ripensare a quei grandi successi del sabato sera con milioni di italiani incollati davanti alla televisione?

E’ veramente uno dei ricordi più belli e importanti della mia vita. Ero molto giovane allora e non capivo quanto questa esperienza avrebbe trasformato la mia vita. Mi ha fatto crescere tantissimo, non solo come professionista, ma soprattutto come persona. 

Oltre a Lorella nel Fantastico 6 c’era anche Galyn Gorg, cosa ricordi di lei professionalmente?

Brava. Lei e Steve La Chance formavano una bellissima coppia. E anche oggi è una donna splendida. Ho notizie di lei attraverso FB. 

Il vostro coreografo, uno tra i più famosi che hanno segnato la storia della televisione italiana, era Franco Miseria. Com’era lavorare con lui e cosa ti ha insegnato?

Miseria, Miseria, Miseria… Quanto gli piaceva stuzzicarmi. L’eterno ragazzino. Non è mai cresciuto. Nella sua testa ha ancora 15 anni. Ma è questa la ragione del suo enorme successo. E’ questo il suo talento che lo rende unico. Lui non lavora… lui gioca! Sempre alla scoperta di cose nuove. Senza giudicare mai. Con il cuore aperto alle possibilità di scoprire e imparare. La sala prove non è un posto di lavoro, è la stanza per giocare. Ed è così che deve essere. Gli voglio molto bene, provo gratitudine per lui e non finirò mai di ringraziarlo… 

Tra tutti i personaggi televisivi che hai conosciuto nel passato, quale ti è rimasto particolarmente impresso?

Pippo Baudo. È un grande. Non solo come professionista e fisicamente… Ma ha un cuore enorme pieno di amore e generosità. 

Ancora oggi frequenti il mondo della danza o l’hai abbandonato?

La danza è sempre dentro di me. Quando sei ballerino… sei sempre ballerino. Tutto intorno alla mia vita si muove in danza. Sono più dedicato ad altre cose. Ogni tanto faccio coreografie. Ma tutto quel che faccio si muove con la musica. Non riesco a sentire la musica senza darle forma e movimento.

Un giudizio sulla danza in televisione ai giorni nostri e in particolare sui talent?

Il varietà è cambiato non è lo stesso ma comunque c’è. I format sono diversi ma è pur sempre varietà. Dancing with the stars, American Idol, Xfactor, So you think you can dance, Amici, The voiceMeno gente guarda la televisione perché più gente si collega a internet. L’esperienza di guardare queste trasmissioni è diversa. Non è più tutti insieme a casa il sabato sera… Ma ognuno per conto suo. Comunque la danza è sempre una parte molto importante, e la qualità tecnica dei ballerini è impressionante… Mai visti tanti ballerini così bravi tutti insieme… 

Un sogno nel cassetto?

 

Ma guarda… non ho un cassetto… ma un walk in closet pieno di sogni. Tornare a lavorare in Italia è uno di quelli.

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