Gli infortuni più comuni per un danzatore: è possibile prevenirli con una corretta pianificazione del lavoro?

di Alice Molinari
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Abbiamo più volte ribadito nei precedenti appuntamenti che un insegnante di danza classica deve avere, oggi più che mai, un bagaglio di conoscenze ampio e non esclusivamente limitato alla pura tecnica classica, che spazi dalla padronanza di tecniche di supporto (come ad esempio la sbarra a terra) alla conoscenza di elementi di anatomia applicata alla danza.

Una corretta impostazione posturale, accompagnata da una buona preparazione muscolare,  una pianificazione approfondita del lavoro e un’attenta osservazione delle caratteristiche e peculiarità fisiche di ogni allievo, possono essere un utile mezzo di prevenzione degli infortuni e di massimizzazione del rendimento tecnico/artistico dei futuri danzatori.

Cerchiamo di approcciare a questo vasto e interessante argomento, facendo quattro chiacchiere con Sara Benedetti, fisioterapista della Scuola di Ballo e del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala, grandissima professionista e conoscitrice del mondo coreutico, un pozzo di conoscenza da cui adoro attingere ogni volta che posso… Grazie Sara per la tua disponibilità!

Quanto sono importanti le conoscenze anatomiche per un insegnante di danza e quanto concorrono a una corretta pianificazione del lavoro?

Per tutti coloro che lavorano con il corpo, sia insegnanti che allievi, credo sia fondamentale conoscere le basi anatomiche generali e soprattutto quelle dell’apparato locomotore in quanto utili a comprendere meglio il movimento che si esegue.

Si deve creare un linguaggio comune ed univoco e il più corretto possibile per non creare confusione tra anatomia e tecnica di danza, in modo da non essere fraintesi e nello stesso tempo educare.

Ormai le prestazioni richieste nella danza hanno raggiunto livelli molto alti e non tutti i corpi sono dotati o pronti per questa o quella specifica tecnica. Con le conoscenze anatomiche diventa più facile prendere coscienza e percepire il proprio corpo quindi rilevare le doti e sfruttarle in maniera equilibrata, o conoscere i limiti fisici senza forzare il proprio corpo eccessivamente.

L’anatomia aiuta a stimolare più correttamente tutte le componenti essenziali per l’esecuzione corretta del movimento, riconoscere e localizzare ossa, articolazioni, muscoli.

L’insegnante ha l’opportunità di osservare l’allievo in body e calzamaglia e può riconoscere varie problematiche e distinguere ad esempio se si è in presenza di un problema posturale, strutturale, articolare o muscolare. L’insegnante ha la possibilità di vedere nella pratica pregi e difetti e può agire con un lavoro specifico per migliorare la performance, agendo senza forzare e nella giusta direzione.

In questo modo la correzione sarà più precisa e non potrà creare danni.

Inoltre un’attenta osservazione può rilevare eventuali campanelli d’allarme di patologie più importanti divenendo così prevenzione e creando un lavoro di equipe con medici, fisioterapisti e altre figure sanitarie nel momento più opportuno. Pianificare dei programmi idonei vuol dire rispettare l’età, riconoscere le attitudini e le difficoltà, prevedere richieste facilmente eseguibili, valutare la velocità di apprendimento in modo che non ci possano essere storpiature della tecnica richiesta, con conseguenti errori anatomici pericolosi e/o dannosi.

Lo stesso rigore e disciplina che ha una lezione di danza dovrebbe essere utilizzato per le spiegazioni e le correzioni anatomiche, per tendere al massimo all’esecuzione del movimento più vicino ad una corretta biomeccanica.

Un lavoro non corretto, soprattutto sugli allievi delle fasce d’età inferiori, può portare a infortuni temporanei, ma anche a problemi fisici permanenti. Quali sono i rischi più comuni dovuti a un’errata impostazione dei giovani allievi?

Alcune tecniche di danza richiedono prestazioni particolari per la loro specificità estetica che non sempre corrispondono ad un rispetto dell’anatomia. Bisogna fare attenzione soprattutto nella fanciullezza, giovinezza e adolescenza periodi nei quali il corpo si sviluppa e cambia. Se si stimola in maniera estrema il corpo in periodo di crescita, si modifica il naturale accrescimento, creando dei possibili disequilibri che potrebbero portare a future patologie più o meno gravi.

Il rischio più comune nella danza accademica è per esempio il forzare l’en dehors, senza tener conto dei gradi massimali raggiungibili dalle articolazioni dell’arto inferiore. In genere si porta il corpo verso una mobilità articolare eccessiva, che conduce ad una lassità legamentosa, talvolta causa di instabilità articolare (lassità legamentosa che, è vero, permette di eseguire egregiamente le richieste tecniche, ma non sempre tutela la nostra articolazione). Tutto ciò per esempio può portare problematiche all’articolazione dell’anca come l’anca instabile, a scatto o impingement.

A livello del ginocchio si aumenta la rotazione assiale creando così un disallineamento con le altre due articolazioni e creando la via verso le distorsioni/lussazioni, superlavoro di alcuni gruppi muscolari e tendinopatie.

A livello del piede, prima articolazione per traumi e patologie nei danzatori, si notano frequenti disequilibri muscolari per errato appoggio dell’arto, con infiammazioni frequenti e stimoli eccessivi in senso flessione plantare, che possono portare a modificare la corretta crescita del piede stesso.

Quali sono gli infortuni più frequenti per un danzatore? Come è possibile prevenirli?

Prima sede di infortuni nella danza è il complesso caviglia-piede, sia nel genere femminile che in quello maschile; nel primo soprattutto per l’utilizzo della scarpetta da punta, nel secondo per la richiesta di salti di una certa entità con scarpette senza ammortizzazione.

Dobbiamo pensare che possiamo incontrare infortuni dati da un accadimento, vedi la distorsione, lo strappo, la lesione di un tessuto in un preciso momento, e problematiche che, con microlesioni continue, sfociano in una lesione invalidante per accumulo e super-lavoro.

Inoltre non possiamo non considerare i fattori intrinseci, cioè quei fattori che caratterizzano ognuno di noi (età, postura scorretta, scarsa tecnica, scarsa preparazione fisica e propriocettiva, metabolismo) e sono predisponenti, e i fattori estrinseci, ossia quelli esterni come pavimento, temperatura, carico di lavoro, periodo dell’anno.

Finalmente il mondo della danza si è incuriosito ed è cresciuto capendo che per prevenire bisogna agire preparandosi meglio.

L’introduzione della preparazione fisica, della fisio-prevenzione, le accurate indicazioni di warm-up e cool-down, insegnamento corretto dello stretching, le fisiotecniche, hanno portato ad un buon livello di prevenzione.

Il mondo artistico e quello scientifico si stanno avvicinando e l’auspicio deve essere quello di una stretta collaborazione senza prevaricazione.

Il mondo della danza e del suo insegnamento sono in costante evoluzione: i ballerini sono artisti, ma anche atleti, il cui corpo deve essere preparato e preservato con attenzione e lavoro costante. Mai come oggi la figura del danzatore appare straordinaria, complessa, una perfetta combinazione di molteplici elementi in equilibrio tra loro.

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