“Carmina Burana”, la nuova creazione del Balletto di Tbilisi al Teatro Regio di Torino – la recensione

Per la prima volta la coreografia viene danzata fuori dalla Georgia

di Giada Feraudo
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Nel rappresentare i Carmina Burana, ho voluto soffermarmi su quello che ritengo il tema più importante di tutti: la volubilità e l’inesorabilità del destino umano, i suoi movimenti ciclici predeterminati, l’alternanza di “alti e bassi” nella vita. Questo è uno spettacolo che parla del destino, del suo senso o della sua assurdità, delle voci magiche dentro ciascuno di noi, della ricerca dell’eterna felicità, dello scopo della vita e del valore inestimabile dell’anima umana» afferma il coreografo Ilya Jivoy.

In scena al Teatro Regio di Torino dal 4 all’11 dicembre, questo balletto ha avuto la sua prima rappresentazione assoluta in Georgia, a Tbilisi, il 28 ottobre 2022.
Il balletto, composto da un atto unico, è firmato da Ilya Jivoy ed è interpretato dal Balletto dell’Opera di Tbilisi, diretto da Nina Ananiashvili, che per la prima volta si esibisce a Torino.

Carmina Burana, opera monumentale e di grande suggestione, composti da Carl Orff e basati su 24 poesie ritrovate in un codice manoscritto del XIII secolo, sono una delle poche pagine della letteratura musicale novecentesca note a tutti, grazie soprattutto al loro largo impiego nel cinema e nella televisione.

La coreografia non sempre rende giustizia all’importanza della musica: è piacevole ma nulla di più e ripropone schemi ed elementi stilistici talvolta ripetitivi e non proprio originali. L’utilizzo reiterato dei canoni risulta a tratti non ben definito e spesso indebolisce l’azione, che di tanto in tanto, specialmente negli ensemble, non risulta fluida agli occhi dello spettatore.

Interessanti le interazioni con il coro e i solisti, soprattutto nei momenti di interscambio fra ballerini e cantanti, i quali passano gli uni in mezzo agli altri conferendo dinamicità alla scena e allo stesso tempo una certa aura di mistero e sacralità.

Bene i ballerini solisti, in particolare Kaito Hosoya, che ha eseguito un assolo impeccabile, coinvolgente, molto preciso e pulito nei movimenti, dando prova di una grande maturità artistica.

La recensione si riferisce alla rappresentazione del 4 dicembre.

Crediti fotografici: https://www.facebook.com/teatroregiotorino

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