Brillante e vivace arriva alla Scala “Le Corsaire” di Manuel Legris

di Nives Canetti
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Nella mia vita di ballettofila non avevo mai visto il Corsaro dal vivo in versione integrale, invece in questi ultimi anni ne ho visti ben tre: quello di Anne Marie Holmes alla Scala, a Roma quello di Martinez neo direttore dell’Opera di Parigi ed oggi la versione di Manuel Legris alla Scala.

Devo dire che fra le tre versioni in questione, quest’ultima è per me la più vivace e godibile, pur mantenendo tutti i momenti più classici. Per fortuna l’argomento del soggetto incentrato sul non nobilissimo commercio di schiave, è sempre trattato con una leggerezza disarmante, per cui non viene preso troppo sul serio, altrimenti rischierebbe di cadere nelle trappole della “cancel culture”.

In ogni caso Legris ha saputo aggiungere una vena di ironia elegante, senza pantomime poco credibili ma anzi rendendo la drammaturgia comprensibile a tutti attraverso una recitazione verosimile e brillante.

Da sottolineare, soprattutto dal punto di vista tecnico, le sue coreografie che costituiscono la maggior parte del balletto: molto veloci, difficili senza eccessi e squisitamente francesi.

Pieno di joie de vivre è il prologo con le danze di apertura di Medora e Gulnare poi rapite dal mercante di schiavi Lankedem, mascalzone ma anche divertente. Vivacissima la scena del mercato nel primo atto con Birbanto e Zulmea, mattatori insieme al Corpo di Ballo della esaltante Danse des Forbans , e con il Pas d’Eclave di Gulnare e Lankedem, entrambi di repertorio Petipa.

Il Pasha, spesso ritratto come una macchietta, viene dipinto qui come un nobile affascinante per niente stupido. Le caratterizzazioni e i ruoli di tutti i personaggi anche in secondo piano sono molto curate, ad esempio il venditore di tappeti ridicolamente disperato alla chiusura del sipario del primo atto.

Il secondo atto si apre sulla scena della grotta con il celebre passo a due di Petipa dove però è Conrad a ballare l’assolo di Alì, il suo schiavo, che qui non esiste tra i personaggi: in effetti il ruolo di Alì a livello di racconto era relegato praticamente alla sola danza del pas de deux/trois e quindi la sua assenza si fa sentire solo in questa occasione. Certo nell’immaginario di molti di noi, da Nureyev in poi, lo schiavo che balla con Medora è un po’ il simbolo del Corsaro e di certo a qualcuno è mancato un po’.

Poi Legris crea nel secondo atto un bell’assolo per Birbanto e un romantico passo a due di stile novecento per Medora e Conrad su musica di Delibes (da Sylvia).

Nel terzo atto nell’harem del Pasha, Gulnare balla la splendida coreografia originale della terza odalisca. Le variazioni delle tre odalische, velocissime e con un lavoro di piedi veramente impegnativo, sono coreografia di Legris e invece il meraviglioso Jardin Animé sul Pas des Fleurs di Delibes tratto da Naila (La Source) è puro Petipa.

L’unica osservazione riguarda la lunghezza del terzo atto, soprattutto sulla parte di chiusura che dovrebbe scivolare più velocemente verso il naufragio. Ma la sintesi nei grand ballets ottocenteschi non era caratteristica fondamentale e qui è già stato fatto un ottimo lavoro nei primi due atti.

Ho visto la rappresentazione del 1° marzo che è stata anche ripresa per ScalaTv, quindi con il primo cast Manni Andrijashenko.

Nicoletta Manni ha raggiunto una maturità artistica, una sicurezza e una presenza in scena in questi balletti di repertorio e nei drama ballet assolutamente notevole. È come se le fosse scattato dentro qualcosa e ora la padronanza del palcoscenico le permette di essere sé stessa senza aver bisogno di recitare. Medora nel Corsaire balla tantissimo e, a parte tutte le altre variazioni in cui Manni è smagliante, Jardin animé incluso, la variazione in cui seduce Conrad snobbando il Pasha è molto realistica e brillante. Al suo fianco molto maschile, bella elevazione, forse un po’ meno incisivo, Timofej Andrijashenko, che comunque fa funzionare la coppia in scena alla grande.

Un plauso particolare al Birbanto di Claudio Coviello: leggerissimo, vivace, espressivo, musicale entra in scena e catalizza l’attenzione anche come antagonista. Brava e piena di verve Antonella Albano, la compagna di Birbanto Zulmea, che emerge grazie anche ad un assolo tutto suo in questa versione.

Sicura sia nelle sue variazioni che nel pas d’eclave, Maria Celeste Losa si conferma una solista di grande pregio, ottima tecnica e gambe lunghissime, la sua Gulnare è un po’ civetta e non disdegna affatto di essere venduta al Pasha, anzi. Forse deve ancor lavorare di più sulla personalità in scena.

Bel Lankedem quello di Marco Agostino, molto vero, esoso e divertente, con una buona resa tecnica nelle difficili variazioni che lo coinvolgono nel primo e nel secondo atto. Quei gran plié in atterraggio dall’assemblé del pas d’eclave fanno male alle ginocchia solo a vederli.

Starace è un Pasha talmente bello che gli si perdona perfino il fatto di comprare schiave a profusione. E le tre odalische Camilla Cerulli, Linda Giubelli e Gaia Andreanò ballano da manuale lo stile francese Vaussard delle difficili variazioni di Legris.

Raffinate le scene e i costumi di Luisa Spinatelli, in parte ereditati dalla versione Holmes, giusti i tempi della direzione di Valery Ovsyanikov, forse potrebbe essere più elegante.

Tutto il Corpo di Ballo viene messo in risalto da questo Corsaire che è un tripudio della danza classica nella sua accezione più ottocentesca e grandiosa. Un’ennesima conferma della forma incredibile del Corpo di Ballo scaligero che continua a crescere a livelli sempre più alti nelle diverse proposte del cartellone.

Fino al 17 marzo i prossimi cast vedranno protagonisti Martina Arduino con Nicola Del Freo e poi Alice Mariani con Mattia Semperboni, che riballerà il suo mitico Alì, stavolta nei panni di Conrad. Debutteranno Camilla Cerulli e Gaia Andreanò in Gulnare, Federico Fresi e Christian Fagetti in Lankedem. Birbanto sarà interpretato da Ribaldo Venuti e Domenico di Cristo, mentre Zulmea sarà Linda Giubelli. In bocca al lupo a tutti.

Qui le prossime date: https://www.teatroallascala.org/it/stagione/2022-2023/balletto/le-corsaire.html

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