Vittoria Maggio e “El Tango” di Roberto Herrera

di Vittoria Maggio
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Si è appena conclusa una settimana teatrale milanese che ha visto un netto spartiacque tra la tendenza del tango a ripensarsi, rimodernarsi seguendo i tempi del mondo che cambia e l’inclinazione al radicamento nel mantenere questo magnifico ballo intatto nelle sue origini e schemi. 

Il pubblico tanguero milanese si è trovato di fronte a una scelta poiché entrambi gli spettacoli in cartellone – Break The Tango al Ciak e El Tango agli Arcimboldi, si sono inopportunamente sovrapposti nella programmazione.  

Al di là delle dinamiche che esistono nella macchina della promozione degli spettacoli e considerando il fatto che andare a teatro è costoso, i milanesi si sono trovati di fronte a un dualismo profondo fra innovazione e conservazione. 

Come se fossero due opposti, come se uno escludesse l’altro, come se insieme non potessero coesistere. L’innovazione per sua natura è pronta a integrare la conservazione, la rende sua, la “mastica” e la rielabora rinnovandola, la onora e se portata avanti da grandi professionisti, quale si è dimostrata la compagnia di German Cornejo, ne plasma una nuova creatura. La conservazione “conserva”, radicando i profondi valori che le hanno dato lustro e successo, strizzando sì l’occhio al nuovo trend “aereo” ma mantenendosi nel territorio argentino. 

Finche c’è tango c’è vita ha già parlato di “radici e innovazione” e caldeggia sempre la profonda integrazione degli opposti e se alla prima di Break The Tango ha indossato jeans sdruciti e capelli blu, alle sue spalle in platea, ad ammirare lo spettacolo, aveva il protagonista mondiale del tango classico, Miguel Zotto che da grande artista quale è ha reso omaggio all’innovazione del geniale Cornejo! 

Finchè c’è tango c’è vita ha dato spazio settimana scorsa all’innovazione di Break The Tango e oggi lascia la parola a un collaboratore per l’omaggio alla tradizione. 

El Tango di Roberto Herrera by Claudio Dal Zotto: 

“Bellissima serata al Teatro Arcimboldi con lo spettacolo “El Tango” del maestro argentino Roberto Herrera e della sua compagnia teatrale, accompagnata da un quartetto di altissimo livello, composto da Piano, Contrabbasso, Bandoneon e Violino. 

Roberto, artista di fama internazionale, ha insegnato in Sudamerica, Europa, Asia, nonché  coreografo di spettacoli a Buenos Aires, ha costruito uno spettacolo che è riuscito a emozionare e intrattenere i numerosissimi appassionati presenti in sala, coniugando con semplicità l’essenza del tango, la sua eleganza e armonia nelle sue molteplici rappresentazioni. 

Il tango, oltre alle romantiche definizioni, per origini e storia è un ballo sociale e la partecipazione dell’intera compagnia nella milonga, a seguito dello spettacolo, organizzata nel foyer del teatro è a testimonianza di questo importante messaggio che Roberto ha voluto trasmettere. 

Nel primo dei due tempi, ha messo in scena le rappresentazioni più classiche dell’immaginario collettivo sul tango che ne esaltano le emozioni viscerali, quali la passione, la gelosia di gangster armati e di bulli e pupe, o nella belle epoque, con costumi che ci hanno fatto rivivere le decadi degli anni d’oro del tango, gli anni ‘30 e ‘40. 

Una bella sequenza di coreografie di “tango escenario” con i corpi dei ballerini avviluppati e con passi abbelliti da ganci, boleos e sacadas che hanno strappato numerosi applausi a scena aperta. 

Le coreografie sono intervallate da pezzi solo musicali anche per consentire i cambi di costume, con un ricco repertorio che ha spaziato dai classici di D’Arienzo, Pugliese e fino ai più moderni come Piazzolla. Tanghi e milonghe suonati con maestria dal quartetto accompagnate da intepretazioni dei ballerini quali ad esempio il focoso “Tango della gelosia”, o “A Evaristo Carriego” bella e passionale da togliere il fiato, la triste Adios Nonino, la stupenda Libertango, con la fantastica  Laura Legasque, la scanzonata  Se dice de mi, o nostalgica No hay tierra como la mia, la giocosa El Lloron, la divertente Yoyo brujo fino all’immancabile Cumparsita, che ogni tanguero balla in tutto il mondo al termine di ogni milonga. 

La seconda parte dello spettacolo è dedicata ad altre espressioni culturali popolari argentine, altrettanto coinvolgenti, come l’ormai conosciuta malambo boleadors, effettuata con maestria da Tani Herrera con le bolas che roteate con velocità impressionante battono il ritmo sul pavimento, incrociandole in tutti i versi con evoluzioni con movimenti dei polsi e braccia. Ma come fa? 

E poi il pezzo sull’arte circense con saltimbanchi e boleas de fuego, pagliacci e ballerine classiche, con Roberto affabulatore sulle note di “Soy un Circo” con la voce di Ruben Jurez che ti entra nella profondità dell’anima. 

Anche le acrobazie sui veli, immancabilmente rossi, sui quali si arrampica il primo ballerino con la naturalezza di un ginnasta alle olimpiadi, fino a 5 metri di altezza avviluppandosi nella tela e effettuando evoluzioni che ti lasciano a bocca aperta!  

E la chicca finale, con la milonga organizzata nel foyer del teatro con il bravissimo Tj Damian Pablo Boggio che con maestria ha fatto ballare con i suoi vinili anche il personale di servizio. Che emozione ballare assieme a tutta la compagnia! 

Il tango, ricorda Herrera durante i saluti finali è patrimonio dell’umanità e pertanto deve essere preservato con cura, conservandone l’aspetto sociale. Il cosiddetto Tango Escenario, quello che si balla sul palcoscenico o nelle esibizioni, si alimenta con il Tango Salon, quello appunto sociale, che si balla in Milonga, e viceversa e non possono quindi essere due mondi a se stanti che non si toccano e non si incrociano, nel rispetto del principio cardine del tango che è la condivisione. Condivisione di sentimento, passione, piacere dell’abbraccio, della connessione immediata tra due persone, a volte totalmente sconosciute che solo chi balla il tango può comprendere appieno. 

Come dice qualcuno della vecchia guardia, la tanda è una storia d’amore che può durare da 9 minuti all’eternità!” 

E come sempre buon Tango a tutti, a chi lo balla, a chi inizierà a ballarlo, a chi lo ascolterà oppure lo guarderà, a chi lo ama e a chi lo rifiuterà e male ne parlerà … A chi vive insomma perché Finché c’è tango c’è vita! 

Un abbraccio!  

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