Venerdì 17 aprile su Rai Play andrà in onda “Mediterranea” di Mauro Bigonzetti con l’étoile Massimo Murru

di DANCE HALL NEWS
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www.raiplay.it (online per 30 giorni dalla data di pubblicazione)

MEDITERRANEA

Wolfgang Amadeus Mozart, Gyorgy Ligeti, Giovanni P. da Palestrina, e musiche dalle culture del Mediterraneo,

Coreografia di Mauro Bigonzetti, scene e costumi Roberto Tirelli,

Étoile Massimo Murru. Teatro degli Arcimboldi, 2008

Mediterranea. Un balletto che sa di mare, di sole, di colore e di calore.

Il balletto è stato creato nel 1993 da Mauro Bigonzetti, uno dei maggiori coreografi italiani, a lungo direttore dell’Aterballetto, a cui lega il suo nome. Creato inizialmente per il Balletto di Toscana e ripreso successivamente anche dal Teatro Alla Scala, nel 2008, versione che vedremo su rai play, Mediterranea è molto conosciuto anche oltreconfine. La sua ripresa è dovuta, a 25 anni dal suo debutto, nel 2018 a Daniele Cipriani, artefice di un recupero del repertorio italiano della seconda metà del ‘900.

È necessario, per gli spettatori che si approcciano a questo lavoro, fare una precisazione: si tratta di una coreografia che dimostra i suoi anni e che, pertanto, va trattata come un balletto di repertorio.

Mediterranea non è un lavoro narrativo, non racconta una storia, ma lavora sulla memoria, evoca sensazioni: una vera circumnavigazione del Mediterraneo, attraverso la musica delle culture che vi si affacciano e che fanno viaggiare lo spettatore nello spazio e nel tempo. Le musiche sono di estrazione varia, estremamente variegate: ci sono brani di Mozart, Ligeti e Palestrina ma anche pezzi tratti dalla musica popolare dei diversi Paesi che si affacciano sul nostro mare.

L’impianto coreografico è piuttosto regolare, con pezzi d’assieme che si alternano a passi a due, momenti più lirici e altri pervasi da una forte energia, a tratti anche violenta, incursioni rapide e colori, molti colori. Si passa dal verde, al rosso, al bianco, tinte forti, tipiche del carattere dei popoli e dei territori della regione mediterranea, appunto.

Foto: Yves Gallois

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