Sergei Polunin: il bad boy della danza compie un viaggio spirituale, si innamora e diventa papà

di Fabiola Di Blasi
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Se c’è una cosa che accompagna da sempre Sergei Polunin è il successo, ed ogni sua scelta, anche quando è azzardata, sembra confermarlo. Forse è proprio la sua audacia a permettergli di realizzare tutti i suoi obiettivi.

Primo ballerino del Royal Ballet di Londra a 19 anni, il più giovane di tutti i tempi, Sergei Polunin dà scandalo lasciando presto la compagnia. Viene definito “Il James Dean della danza” e attira l’attenzione mediatica per i suoi numerosi tatuaggi, le sue dichiarazioni forti e le sue scelte drastiche. Si esibisce sui maggiori palcoscenici internazionali ed oggi presenta nuovi spettacoli concepiti e prodotti con la propria società artistica: Polunin Ink. Partecipa come giudice al programma russo «Dance Revolution» e supporta i giovani talenti.
Tutto questo passando anche dal mondo della moda e del cinema (Lo Schiaccianoci e i quattro regni; Nureyev – The white crow; Red Sparrow; Assassinio sull’Orient Express; Dancer; Rudolf Nureyev – From Russia With Love) e soprattutto dal video diventato virale che gli regala la notorietà tra un pubblico ancora più vasto: Take me to church, regia di David LaChapelle e coreografia di Jade Hale-Christofi.

Dopo questo ricco percorso e dopo le sue lotte contro tutto e contro tutti, alla perenne ricerca di nuove sfide, chi è oggi, a 30 anni, Sergei Polunin?

Un viaggio spirituale in India ha trasformato radicalmente il bad boy del balletto come racconta il documentario in uscita SERGEI firmato da Shailendra Singh.
Nel film vengono affrontati argomenti come l’arte, la vita e la morte durante le tappe del viaggio spirituale che ha regalato la serenità e la libertà alla tormentata star del balletto. “L’India può insegnarci molto” ha detto. Non solo: al rientro dal viaggio, Sergei è tornato attivo sui social e tra i messaggi di Instagram ha trovato quello di una persona che gli avrebbe cambiato ulteriormente la vita: Elena Ilinykh, 25 anni, campionessa di pattinaggio artistico, medaglia d’oro alle olimpiadi di Sochi 2014. Nel giro di un anno i due, oltre a innamorarsi, hanno messo su famiglia: è nato infatti lo scorso 16 gennaio Mir, il loro primo figlio. La gravidanza è stata tenuta nascosta ed è stata rivelata solo all’ultimo momento e la nascita del bambino molto tempo dopo essere avvenuta. Una strana ma apprezzabile riservatezza quella di questa coppia in un mondo in cui ormai tutto viene trasmesso live sui social.

Polunin ha dichiarato di essere stato preso da una sorta di istinto primordiale che gli ha suggerito di proteggere tutta la famiglia ed ha inoltre detto al Corriere della Sera di sentirsi oggi un uomo molto più consapevole. Va notato che “Mir”, il nome del bambino, in russo significa “Pace”.

Prossimi spettacoli: salvo nuove disposizioni, la prima opportunità per vedere Sergei Poluni in scena in Italia dovrebbe essere il 17 e il 18 ottobre 2020 al Teatro degli Arcimboldi di Milano con Rasputin, in cui danza anche la compagna Elena.

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