Scala: una serata da sogno l’omaggio a Van Manen e Petit

di Fabiola Di Blasi
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Omaggio a due grandi nomi del ‘900 e di tutta la storia della danza al Teatro alla Scala dove è andata recentemente in scena Serata Van Manen – Petit nell’ambito del progetto dedicato alla danza su musica da camera.

Cinque pezzi, di cui due per la prima volta alla Scala (Kammerballett e Sarcasmen), interpretati dalla compagnia di ballo che ha dato prova di grande versatilità. Diversi cast si sono alternati in Adagio Hammerklavier (1973) di Hans van Manen su musica di Ludwig Van Beethoven, uno dei classici del XX secolo, forse il titolo più amato del geniale coreografo olandese che a ottantotto anni ha firmato più di cento balletti. Una danza fuori dal tempo che fa un interessante uso dello spazio, rigorosamente spoglio, coi passi a due e ensemble di sei danzatori (gli eccellenti Agnese Di Clemente e Gioacchino Starace, Francesca Podini e Gabriele Corrado, Martina Arduino e Marco Agostino) in uno stile che mescola classico e contemporaneo e che descrive le dinamiche del gioco di coppia.

E’ stata poi la volta di Le combat des anges estratto da Proust ou les intermittences du cœur (1974) del grande Roland Petit, coreografo e ballerino francese scomparso nel 2011, sull’Élégie per violoncello e orchestra op. 24 di Gabriel Fauré. Un balletto che è pura poesia, ispirato al lavoro di Marcel Proust A la Recherche du Temps perdu. Su una scena spoglia, tra luci e ombre, simbolo di bene e male, Morel (Marco Agostino) e Saint-Loup (Claudio Coviello) eseguono un passo a due pieno di forza, tormento, passione e delicatezza. Grande affiatamento tra i due danzatori scaligeri che, oltre alla consueta precisione tecnica, sono stati perfetti nell’interpretazione intensa di questa coreografia.

Kammerballett (1995) di Hans van Manen su musiche di Karayev, Cage e Scarlatti vede un gruppo di persone riunirsi in una stanza e comunicare con sincerità gli stati d’animo che ognuno sta vivendo, singolarmente, in coppia, in ensemble. La scena è cromaticamente equilibrata grazie ai costumi (semplici accademici dai colori forti) degli otto danzatori in scena tra cui va menzionata Alessandra Vassallo, donna in nero, magnetica in questa creazione di Van Manen che le si addice perfettamente e che interpreta benissimo anche nella parte in coppia con Gabriele Corrado, uomo in marrone, danzatore di cui abbiamo già parlato più volte per le grandi qualità fisiche, tecniche e per l’intensità di cui carica tutti ruoli che interpreta, in qualsiasi stile. Con loro gli strepitosi Chiara Fiandra, Francesca Podini, Stefania Ballone, Marco Messina, Domenico Di Cristo e Gioacchino Starace. Ha fatto seguito Sarcasmen (1981) sempre di Van Manen, una breve coreografia leggera e divertente (ma non semplice da eseguire!) su musica di Sergej Prokofiev. Nel pezzo si insinua il conflitto di una coppia di ballerini il cui atteggiamento divistico innesca continue sfide tra i due. A volte interviene anche il pianista, ora sul palco. Sarcasmen è stato splendidamente interpretato da Martina Arduino e Gioacchino Starace. Va detto che questi eccellenti danzatori, durante la serata hanno rivestito ruoli diversi e impegnativi dimostrandosi all’altezza di ciascuno.
Ha chiuso la Soirée
Le Jeune homme et la mort (1946) balletto esistenzialista di Roland Petit su Passacaglia di Bach e libretto di Jean Cocteau, interpretato dai primi ballerini Martina Arduino e Claudio Coviello che abbiamo visto recentemente insieme in Sylvia. La coppia è consolidata e funziona. Il pezzo narra di un giovane pittore parigino che vive in una soffitta e fuma mentre attende qualcuno. Giunge una donna che, con fare sprezzante, in contrasto con la disperazione del giovane, si prende gioco di lui e poi lo abbandona spingendolo a suicidarsi. Quando muore, la donna si ripresenta in scena in altre vesti, con una maschera: è la morte che dopo aver danzato con lui, si impossessa della sua anima. Mentre Claudio Coviello tornava nei panni de Le jeune homme, in  modo anche più consapevole e profondo, per Martina Arduino, la più giovane tra le prime ballerine del Teatro alla Scala, si trattava di un debutto nel ruolo, aspetto non così evidente perché il personaggio che ha portato in scena era perfettamente nelle sue corde, maturo sia dal punto di vista tecnico che attoriale. La Arduino sta crescendo in fretta e ad ogni balletto è un’interpete migliore supportata anche dalla grande presenza scenica, dalla bellezza e dalla luminosità del suo viso. Grandi applausi per tutti gli artisti coinvolti nella Serata omaggio alla grande danza del Novecento.

La recensione si riferisce alla recita di venerdì 7 febbraio ore 20.00

CAST
ADAGIO HAMMERKLAVIER
Prima coppia: Agnese Di Clemente, Gioacchino Starace
Seconda coppia: Francesca Podini, Gabriele Corrado
Terza Coppia: Martina Arduino, Marco Agostino
James Vaughan al pianoforte

LE COMBAT DES ANGES
Saint Loup: Claudio Coviello
Morel: Marco Agostino
Alfredo Persichilli al violoncello e James Vaughan al pianoforte

KAMMERBALLETT
Donna in nero: Alessandra Vassallo
Donna in marrone: Chiara Fiandra
Donna in giallo: Francesca Podini
Donna in arancione: Stefania Ballone
Uomo in nero: Marco Messina
Uomo in marrone: Gabriele Corrado
Uomo in giallo: Domenico Di Cristo
Uomo in arancione: Gioacchino Starace
James Vaughan al pianoforte

SARCASMEN
Martina Arduino, Gioacchino Starace
James Vaughan al pianoforte

LE JEUNE HOMME ET LA MORT
Le Jeune homme: Claudio Coviello
La Mort: Martina Arduino
Lorenzo Bonoldi all’organo

Photo credit Brescia/Amisano

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