Per #storiedidanza Giada Feraudo ci presenta “Raymonda”

di Giada Feraudo
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Prima rappresentazione assoluta: San Pietroburgo, Teatro Marinskji, 19 gennaio 1898
Balletto in tre atti e quattro scene con apoteosi
Coreografia di Marius Petipa
Libretto di Ivan Vsevolozhsky e Marius Petipa
Musica di Alexander Glazunov

Raymonda è una delle grandi creazioni di Marius Petipa, il leggendario Maître de Ballet dei Teatri Imperiali di San Pietroburgo, su musica del grande compositore Alexander Glazunov, diretta da Ivan Vsevolozhsky e con la collaborazione della giornalista Lydia Pashkova.

Il balletto è stato messo in scena molte volte dalla prima rappresentazione: fra gli allestimenti più famosi ricordiamo quello di Mikhail Fokine per i Ballets Russes (1909), di Anna Pavlova per la sua compagnia (1914), di George Balanchine per il New York City Ballet negli anni 1955, 1961 e 1973, di Rudolf Nureyev per il Royal Ballet (1964), per l’American Ballet Theatre (1975) e per il Ballet de l’Opéra de Paris (1983) e infine quello di Mikhail Barysnikov per l’ABT negli anni 1980 e 1987.
Molte produzioni si sono invece basate solo su estratti dal balletto e la maggior parte di queste comprendono il Grand Pas Classique Hongrois del terzo atto, considerato uno dei capolavori di Petipa, spesso rappresentato indipendentemente dal resto del balletto.

Una curiosità: nel primo atto, dopo l’arrivo del messo con la lettera di De Brienne, sopraggiungono i vassalli per porgere gli auguri a Raymonda e inizia una suite di danze che comprende la celebre variazione “Pizzicato” per Raymonda. Apprendiamo dalle fonti che quella oggi proposta nulla ha a che fare con la variazione inizialmente concepita da Petipa. Quando il ruolo di Raymonda passò alla prima ballerina Olga Preobrajenskaya la versione della variazione coreografata da Petipa non si adattava alla sua figura minuscola e così fu alterata adattandola alle sue doti, ma per molto tempo questa seconda fu erroneamente ritenuta la variazione originale di Petipa.

La trama

Atto I

Nel castello fervono i preparativi per l’imminente festeggiamento del compleanno di Raymonda, contessa di Doris, e il siniscalco sta preparando la celebrazione mentre un gruppo di cavalieri è impegnato in diverse attività: alcuni tirano di scherma, altri suonano viole e liuti. Le damigelle d’onore ballano con i paggi, interrompendo le loro mansioni. Entra la zia di Raymonda, la contessa Sybille, che rimprovera i giovani ricordando loro la leggenda della Dama Bianca, protettrice del castello, che punisce tutti coloro che non adempiono ai propri doveri e non rispettano le tradizioni, ma questi scherzano sulla superstizione della contessa e intrecciano danze intorno a lei. Un suono di corno preannuncia l’arrivo di un messo del cavaliere Jean de Brienne, fidanzato di Raymonda, che ha portato una lettera per lei. La contessa Sybille avverte la nipote, mentre le ragazze cospargono di fiori il pavimento. Raymonda arriva, ammira i fiori e poi legge la lettera in cui Jean la informa della vittoria di Andrea II, il re d’Ungheria per il quale egli ha combattuto, e del suo prossimo arrivo al castello, l’indomani, per celebrare le nozze. Raymonda è raggiante per la felicità.
Il siniscalco rientra e annuncia l’arrivo di Abderahman, un cavaliere saraceno. Raymonda e la contessa sono stupite dell’inaspettata visita, tuttavia accolgono il saraceno col suo seguito.
Abderahman dichiara a Raymonda il suo amore per lei e l’omaggia con ricchi doni, che ella indignata rifiuta. La contessa, invece, invita il saraceno alle celebrazioni che si terranno, ed egli accetta. Giungono vassalli e paesani che fanno gli auguri alla giovane e si aprono le danze.
All’improvviso, come per magia, tutti si addormentano tranne Raymonda: compare allora la Dama Bianca, che ordina alla ragazza di seguirla. L’antenata conduce la terrorizzata Raymonda in giardino e attraverso una visione le svela l’immagine del suo amato De Brienne. Raymonda si getta nelle sue braccia ma la visione muta: ora è nelle braccia di Abderahman, che rinnova le sue avances.
La fanciulla prega la Dama Bianca di accorrere in suo aiuto mentre Abderahman tenta di rapirla. Nel frattempo compaiono folletti e spiriti che la circondano; priva di sensi, la ragazza cade a terra e tutto scompare.

Atto II

Tutto è pronto per festeggiare il ritorno del cavaliere Jean de Brienne e lo squillo delle trombe annuncia l’arrivo degli invitati. Giunge anche Abderahman, che Raymonda riconosce inorridita, con i suoi servitori. Prega allora il siniscalco di impedirgli di entrare ma la contessa l’ammonisce nel rispetto della loro tradizionale ospitalità. Incantato dalla bellezza di Raymonda Abderahman le confessa il suo amore e inizia a corteggiarla, a intrattenerla e a raggirarla con ogni mezzo, ordina ai suoi schiavi di danzare e tenta di rapirla. All’improvviso arrivano Jean de Brienne, il re Andrea II e il suo seguito: De Brienne libera Raymonda e si scaglia su Abderahman. Il re ordina di porre fine alla disputa con un duello. Mentre i due combattono compare la Dama Bianca, che aiuta Jean de Brienne. Il saraceno viene ucciso e il re unisce le mani dei due fidanzati.

Atto III

La festa per il matrimonio di Raymonda e De Brienne ha inizio: il re Andrea II e i giovani sposi prendono posto su un palco e ricevono gli auguri, mentre davanti a loro sfilano i nobili con i loro seguiti. In onore dell’illustre ospite si aprono le danze con un divertissement, si balla una danza ungherese che si chiude in un galop, e l’apoteosi alla quale tutti partecipano in un gran tripudio.

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