Marius Petipa, il fondatore del balletto classico

di Giada Feraudo
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Marius Petipa, vera e propria colonna portante della storia del balletto mondiale, nasce a Marsiglia nel 1822.

Primo maître de ballet del Balletto Imperiale di San Pietroburgo, crea le coreografie di oltre cinquanta balletti, molti dei quali costituiscono ancora oggi il nucleo del repertorio classico delle più importanti compagnie. Formatosi presso la scuola francese, Petipa sviluppa in modo considerevole la tecnica del balletto classico, influenzando fortemente la scuola russa. Nei suoi balletti, infatti, il coreografo francese, rompendo con la tradizione del passato, introduce in modo significativo la presenza del corpo di ballo e mette in particolare rilievo il ruolo della prima ballerina.

Victor Marius Alphonse Petipa è figlio d’arte: la madre, Victorine Grasseau, è infatti una celebre attrice tragica e insegnante di teatro, mentre il padre, Jean Antoine Petipa, all’epoca della nascita del figlio è Premier Danseur presso il Grand-Théâtre de Marseille. Anche il fratello Lucien diventa un affermato danzatore, creando anche diversi ruoli principali in alcuni balletti, tra cui quello del principe Albrecht in Giselle.

A causa degli impegni professionali dei genitori, che portano la famiglia a spostarsi più volte, il giovane Marius trascorre la sua infanzia in giro per l’Europa: a sette anni inizia, in Belgio, lo studio della danza classica, completando il suo percorso di formazione accademica a Bordeaux, dove il padre è nel frattempo stato nominato Premier maître de ballet. Nel 1934 Marius è nominato Premier Danseur presso il Ballet de Nantes ed è qui che egli crea le sue prime coreografie, costituite da alcuni balletti composti da un atto unico, e una serie di divertissements.

Dopo una tournée in Nord America che riscuote scarso successo, Petipa ritorna in Europa, dove la sua carriera di danzatore decolla, portandolo ad interpretare alcuni importanti ruoli protagonistici accanto a Carlotta Grisi, una delle dive più acclamate del momento.

Dopo una parentesi di due anni presso il Teatro del Re di Madrid, dove studia le danze spagnole, Petipa si trasferisce, nel 1847, a San Pietroburgo, debuttando come primo ballerino nel ruolo principale di Paquita.

Nel 1858 smette di danzare e si dedica completamente alla coreografia: il successo come coreografo arriva nel 1862 con il balletto La Fille du Pharaon, basato su un racconto di Théophile Gautier. In seguito viene nominato maître de ballet della compagnia e, nel 1869, ottiene l’incarico di dirigere il Balletto Imperiale. Nello stesso anno mette in scena la prima mondiale di Don Chisciotte, che segna un altro importantissimo successo nella sua carriera di coreografo.

Nel 1903, dopo l’insuccesso della sua ultima opera, dal titolo Lo specchio magico, l’ormai anziano Marius Petipa si ritira a vita privata e muore a Gurzuf nel 1910. La sua sepoltura si trova nel Cimitero Tichvin del Monastero di Alexander Nevskij, insieme ad altri grandi personaggi del passato.

Il repertorio di balletti di Petipa è estremamente vasto ed eterogeneo e annovera diverse tipologie di storie, dal racconto egizio alle fiabe classiche, dalle rappresentazioni orientali alla tradizione spagnola. Tra le numerose opere del coreografo francese spiccano, per la loro importanza storica, circa una decina di balletti tra opere originali e riprese di balletti preesistenti, fra cui La Fille du Pharaon, La Bayadère, La Bella Addormentata, Il Lago Dei Cigni, Le Corsaire, Cenerentola, Giselle, Don Chisciotte, Lo Schiaccianoci e Raymonda, il suo ultimo grande capolavoro, che vede la luce nel 1898.

Il teatro e gli insegnamenti di Marius Petipa costituiscono un modello di riferimento assoluto per il balletto di tutto il Novecento.

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