Lia Courrier: “Mangiare bene sosterrebbe molto l’impegno psichico e fisico richiesto nelle giornate di chi danza”

di Lia Courrier
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La scuola è cominciata da poche settimane e già si presentano i primi acciacchi.

Non miei, beninteso, io sto benissimo perché uno dei tanti aspetti del diventare grandi è proprio quello di sviluppare una strategia conservativa nei confronti del corpo, possibile grazie ad una maggiore capacità di ascolto e ad una presenza più radicata nel qui ed ora.

Parlo dei miei studenti, che arrivano a lezione bendati, fasciati, pomate-spalmati, scalda-muscolati. Alla fine degli esercizi alla sbarra è tutto un toccarsi qua e là con le facce contratte dalla sofferenza e quando chiedo loro cosa succede, spesso si stampano un sorriso in faccia e mi dicono: “no niente, va tutto bene” e vanno avanti tirati a lucido fuori mentre dentro fioccano improperi. Qualcuno viene a chiedermi consigli e io ne avrei anche da dare, ma non sono un medico e quindi non mi resta che rimbalzarli ai vari professionisti del caso: massoterapisti, osteopati, fisioterapisti. Il numero considerevole di ore di studio che questi studenti hanno nei loro programmi di formazione coreutica rende davvero lento e difficoltoso il recupero, specialmente se non hanno la pazienza di stare fermi per un tempo sufficiente, quando si rende necessario.

Esiste però un ambito molto importante che rappresenta ai miei occhi un enorme buco formativo per tutti gli studenti, non solo quelli che vogliono diventare ballerini, e che credo si possa considerare la prima e più importante forma di prevenzione: l’alimentazione.

Per chi ha scelto il corpo come strumento, un regime alimentare adeguato non serve solo a dare i nutrienti indispensabili al corpo per funzionare bene, ma può anche essere un validissimo strumento per prevenire stati infiammatori, per avere sempre energia disponibile quando serve, per evitare pesantezza e letargia nella fase digestiva e molto altro. Mangiare bene, con alimenti sani e naturali, è una pratica sottovalutata e che invece sosterrebbe molto l’impegno psichico e fisico richiesto nelle giornate di chi danza.

I medici normalmente non sono molto avvezzi a dare consigli alimentari e se lo fanno si tratta di  vecchie credenze ormai obsolete e senza fondamento. È raro incontrare un medico che dica, ad esempio, che siamo l’unica specie a nutrirci del latte di altre specie, ancora viene consigliato di bere latte per avere buone ossa, nonostante oggi sia chiaro che questo alimento rappresenta una delle cause dell’osteoporosi, tanto per dirne una. Allo stesso modo è raro che un medico elimini la carne dalla dieta di un paziente oncologico, che dovrebbe essere il primo consiglio da dare dal momento che è oggi nota la correlazione tra questo alimento e l’insorgenza di tale patologia. Queste cose mi permetto di scriverle poiché non sono una mia conclusione personale, ma quella di molte ricerche scientifiche che hanno dato risultati inconfutabili.

Il latte e i suoi derivati, e qui veniamo a ciò che ci interessa, sono promotori delle infiammazioni e incrementano la produzione di muco, che poi va a intasare gli organi che non riescono a funzionare in modo ottimale. La caseina, proteina principale del latte, è una sostanza tossica per il corpo, che ha tante ricadute sul sistema: dall’apparato digerente a quelli endocrino, immunitario e nervoso. Nel caso di chi pratica discipline atletiche a livello professionale, eliminare queste sostanze dal regime alimentare vuol dire ridurre drasticamente gli stati infiammatori anche a  carico dell’apparato muscolo-scheletrico.

Trovo inesatto parlare dello screening compulsivo come di prevenzione, mi piace pensare che la responsabilità di fare una buona prevenzione sia nelle nostre mani, in ciò che scegliamo come nutrimento per il nostro corpo e nelle azioni-scelte che quotidianamente facciamo per promuovere o inibire la capacità di autoguarigione che il nostro organismo possiede naturalmente.

Altra cosa da evitare o ridurre drasticamente è lo zucchero. Questo è un cambiamento molto complesso da attuare poiché lo zucchero è presente in molti alimenti e bevande, comprese le bibite energetiche, che però mi sembrano meno popolari ultimamente, per fortuna. La bevanda migliore resta sempre l’acqua, che si può aromatizzare mettendo dentro alla bottiglia fettine di limone o piante aromatiche come basilico o rosmarino. Le bibite gasate, i succhi industriali e le varie bevande al gusto di tè sono da evitare proprio perché piene di zucchero, mentre l’alcool è nemico del benessere del corpo e della mente. Alcuni sostengono che la birra faccia bene ai muscoli dopo un allenamento, ma penso che faccia altrettanto bene al suo posto, se non meglio, un bel massaggio con olio di arnica o un bagno col sale. Ovviamente non sto dicendo che bisogna eliminare totalmente l’alcol, se proprio viene vissuto come strumento di socializzazione, ma ridurlo il più possibile e quando se ne fa uso farlo con moderazione.

Gli alimenti migliori sono quelli naturali e poco processati. In realtà fanno bene sia al corpo che all’ambiente perché le lavorazioni industriali producono molto inquinamento lungo la filiera produttiva, mentre privano le materie prime dei nutrienti principali. Si sta progressivamente perdendo l’abitudine di cucinare i pasti e questo ha degli effetti non solo sulla nostra salute, poiché i cibi già pronti hanno una lista ingredienti lunga quanto l’elenco telefonico, ma anche sulla nostra relazione con il cibo, sullo stato con cui ci prepariamo a riceverlo.

Quello dell’alimentazione (nell’accezione più lontana possibile dal concetto di “dieta”) è un discorso lungo e complesso che certo non posso esaurire in circa 900 parole, ma ho voluto comunque dedicargli un numero per riportare attenzione a questo aspetto della nostra quotidianità, stimolando qualche riflessione sul significato profondo della parola prevenzione, un gesto di cura del nostro essere che si può attuare solo se si è in grado di sentire i messaggi che provengono dall’interno, avendo poi il coraggio e la prontezza di seguire queste indicazioni.

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1 commenti

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Paola Maisto 3 Novembre 2022 - 13:20

Grazie di cuore, Lia

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