L’addio di Beatrice Carbone al Teatro alla Scala

di Nives Canetti
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Al termine dell’ultima recita dello Schiaccianoci di Nureyev, sul palcoscenico scaligero c’è stato l’addio di una solista storica e sempre sorridente del Teatro: Beatrice Carbone.

Nata in una famiglia di artisti della danza come Giuseppe Carbone e Iride Sauri e nominata solista a soli 21 anni da Elisabetta Terabust, Beatrice Carbone ha lavorato con molti coreografi e ha dato tanto alla Scala interpretando importanti ruoli solistici come l’amante di Lescaut ne“l’Histoire de Manon” di Mac Millan , la Ballerina di strada e la Regina delle Driadi nel Don Chisciotte di Nureyev, Myrta in “Giselle” sia di Sylvie Guillem che in quella di Patrice Bart, Polimnia in “Apollon Musagete” di George Balanchine, una sorellastra nella “Cenerentola” di  Nureyev, l’Angelo nell’“Annunciazione” di A. Preljocaj, Erminia nel “Sogno di una notte di mezza estate” di G. Balanchine, Passo a tre nel “Lago dei Cigni” di R. Nureyev, “Artifact” di W. Forsythe, e tanti altri.

Ma non solo da solista, la carriera di Beatrice Carbone merita di essere celebrata per la sua interpretazione di ruoli di protagonista come Tatjana nell’Onegin di Cranko con Mick Zeni, Giselle di Mats Ek Gamzatti in Bayadère, “Carmen” di R. Petit, il ruolo principale in “Le Parc” di A. Preljocaj.

Una carriera preziosa di un’artista equilibrata e sempre solare. Un sincero augurio per un futuro pieno di cose belle da tutti noi di Dance Hall News.

Foto di Marco Impallomeni

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