“La Valse, Symphony in C, Shéhérazade”. Da questa sera, il trittico in scena al Teatro Alla Scala

di Beatrice Micalizzi
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Questa sera, il Teatro alla Scala presenta al suo pubblico il trittico La Valse, Symphony in C e Shéhérazade, in cartellone fino al 13 maggio. Questa particolare formula, già sperimentata più volte dal Teatro milanese, si è sempre rivelata di grande successo perché permette di riunire nella stessa serata stili differenti, coreografie interessanti su partiture varie, in una commistione unica; un vero connubio tra danza e musica, impreziosito dalla direzione d’orchestra d’eccezione affidata alla bacchetta di Paavo Järvi, al suo debutto in un balletto alla Scala.

Non sarà l’unico a debuttare, cimentandosi per la prima volta nella guida del celebre corpo di ballo; infatti, ben due su tre dei brani in scena vengono rappresentati in prima assoluta, due creazioni tutte italiane con cui i danzatori scaligeri metteranno alla prova le loro capacità per la prima volta: Shéhérazade, sulla suite sinfonica di Rimskij-Korsakov, firmata da Eugenio Scigliano, che ha già dato prova di qualità artistiche ed espressive con diverse compagnie italiane e non solo, e La Valse, sulla partitura di Maurice Ravel, affidata a Stefania Ballone, Matteo Gavazzi e Marco Messina, artisti del ballo con già all’attivo alcune esperienze coreografiche.
A completare il quadro, niente di meno che Symphony in C, gioiello coreografico di George Balanchine sulla Sinfonia n.1 in Do maggiore di Georges Bizet.

Eugenio Scigliano recupera la prima versione del 1910 di Fokin con allestimento di Bakst sulle riconoscibili note di Rimskij-Korsakov. La figura di Zobeide incarna amore e sensualità, in opposizione a sottomissione e sopruso. L’imponente cromatismo e la forte capacità evocativa dei temi della suite sinfonica fanno scaturire una danza simbolica che, ponendo in secondo piano esotismo e ambientazioni alla “mille e una notte”, delinea aspetti e tematiche quali spunti di riflessione per lo spettatore: la condizione della donna, la sopraffazione e la negazione dei sentimenti, la violenza come strumento di potere, temi dalle risonanze tragiche nella realtà, storica e attuale. La stessa Zobeide e lo Schiavo d’oro diventano simboli di un sentimento vero e intenso, al di là delle condizioni sociali, che, per sopravvivere all’oblio, si nasconde. La danza diventa espressione tangibile di emozioni e sentimenti, ma anche di opposizione sociale e pregiudizio, violenza e sofferenza.

Per Shéhérazade il debutto è affidato a Virna Toppi (Zobeide), Gabriele Corrado (lo Schiavo d’oro), Gioacchino Starace (Shariar), Marco Agostino (Zahman), Beatrice Carbone (ombra di Shéhérazade). A loro si alterneranno nel ruolo di Zobeide Alessandra Vassallo (27 aprile, la sera del 4 e il pomeriggio del 10 maggio) e Maria Celeste Losa (4 maggio alle 14.30); lo Schiavo d’oro sarà anche Nicola Del Freo (27 aprile, la sera del 4 e il pomeriggio del 10 maggio) e  Timofej Andrijashenko (pomeridiana del 4 maggio); nelle recite del 27 aprile, 4 sera e 10 maggio alle 14.30, Shariar verrà interpretato da Christian Fagetti e Zahman da Walter Madau.

La genesi di Le Valse si deve all’idea di Maurice Ravel di voler omaggiare in qualche modo Johann Strauss figlio. Nel 1914 il lavoro, Wien, inizia a prendere le forme di un «poema sinfonico»; soltanto nel 1919-20 Ravel realizza il progetto, attuandolo su commissione di Djagilev, con il titolo La valse e la definizione di «poema coreografico». Tuttavia il maestro dei Ballets Russes non accetta la composizione, ritenendola inadatta. Questo rifiuto segna una profonda rottura tra Ravel e Djagilev, tanto che la prima esecuzione avviene in forma di concerto a Parigi nel 1920. Solo nel 1929, la compagnia di Ida Rubinstein ne proporrà la messa in scena su coreografia di Bronislava Nijinska.
In epigrafe alla partitura Ravel traccia lo scenario:
«Nubi turbinose lasciano intravedere, a squarci, coppie che danzano il valzer. A poco a poco le nubi si dissolvono: si ravvisa una sala immensa, popolata d’una folla vorticante. La scena si fa via via più nitida. Al fortissimo brilla improvvisa la luce dei lampadari. Una corte imperiale, 1855 circa».
Per via del momento storico in cui prende vita, Le Valse è attraversato dagli echi della Prima Guerra Mondiale; il valzer assume l’andamento di un folle turbinio, suggerendo una visione tragica e incerta della vita. Dopo aver vagliato infinite possibilità per comporre “a sei mani”, i colleghi scaligeri Ballone, Gavazzi e Messina hanno trovato nella partitura, nelle sue dinamiche, nel mondo e nelle atmosfere evocate, il punto di partenza e di arrivo. Un mondo, circoscritto, che rimanda solo nei costumi e nei cromatismi agli anni Venti del Novecento; si apre con l’attacco dei primi strumenti e si chiude anche visivamente con l’ultima nota. Lo spazio scenico si avviluppa su se stesso e la forte dicotomia insita nella partitura si riflette in una serie di opposti: ombre e luci, chiari e scuri, maschile e femminile, simbolicamente avversi e complementari allo stesso tempo, accanto alle individualità che si muovono in scena sviluppandosi in gruppi dalle mutevoli forme e strutture.

Il cast di apertura vedrà impegnati, nei ruoli principali Emanuela Montanari (una donna) Antonino Sutera (un uomo) Antonella Albano con Gabriele Corrado (una coppia); a loro si alterneranno (il 27, 28 aprile e il 4 maggio alle 14.30) Mariafrancesca Garritano (una donna) e Christian Fagetti (un uomo); Giulia Schembri e Gioacchino Starace  saranno “una coppia” il 27 aprile, nelle pomeridiane del 4 e 10 maggio e il 13.

Al centro di questa serata, Symphony in C, capolavoro di George Balanchine, grande esempio del suo genere “concertante”, basato sulla “massima” che il maestro ripeteva ai suoi danzatori, e cioè “vedere la danza e sentire la musica”. Ed è esattamente quello che accade in questa sua creazione, dove i ballerini fondono il loro movimento con la melodia e le note rispondono al gesto coreografico.
Bizet compone la Sinfonia n.1 in Do maggiore a diciassette anni, quando ancora è allievo di Charles Gounod al Conservatorio di Parigi. Una sinfonia che ha la sfortunata sorte di rimanere dimenticata per decenni nella biblioteca del Conservatorio, e rinvenuta solo molti anni più tardi, nel 1933. Balanchine apprende da Stravinskij dell’esistenza di questa partitura, e nel 1947 crea quasi di getto il meraviglioso balletto che ancora oggi possiamo ammirare. Due sole settimane sono bastate a Balanchine per dar vita a questa coreografia, pensata per l’Opera di Parigi, di cui era maître ospite. L’anno successivo, chiamato a realizzarlo al New York City Ballet, semplifica scene e costumi e ne cambia il titolo.
Symphony in C è pura esaltazione della tecnica classica, attraverso meravigliose geometrie, simmetrie e forme accuratamente orchestrate dal genio balanchiniano; i quattro movimenti di cui si compone vedono protagonisti ognuno una diversa ballerina, un diverso partner e il corpo di ballo, tutti riuniti insieme per il gran finale.

Symphony in C vedrà Martina Arduino e Timofej Andrijashenko come coppia principale del primo movimento, in alternanza con Nicoletta Manni e Nicola Del Freo (nelle recite del 27, 28 aprile, e nelle pomeridiane del 4 e 10 maggio). Il secondo movimento vedrà protagonista Nicoletta Manni affiancata dall’étoile di casa Roberto Bolle, il quale allieterà il pubblico per ben quattro delle repliche previste in cartellone (19, 21 aprile e nelle sere del 10 e 11 maggio); nelle recite del 27 e 28 aprile e nelle pomeridiane del 4 e10 maggio saranno in scena Maria Celeste Losa e Gabriele Corrado; Nicoletta Manni tornerà, accanto a Marco Agostino la sera del 4 e il 13 maggio.Il terzo movimento vedrà come coppia principale Virna Toppi e Claudio Coviello, in alternanza con Antonella Albano con Antonino Sutera (27, 28 aprile e 13 maggio), e Alessandra Vassallo con Christian Fagetti (nelle pomeridiane del  4 e 10 maggio). Il quarto movimento vedrà in scena come coppia principale Vittoria Valerio e Marco Agostino (19, 21 aprile, poi le sere del 10 e 11 maggio), Martina Arduino Marco Agostino (27 e 28 aprile) Gaia Andreanò e Massimo Garon (nelle pomeridiane del 4 e 10 maggio) Vittoria Valerio e Nicola Del Freo (il  4 e 13 maggio, alle ore 14.30).

Per informazioni su biglietti, prezzi e cast per data:
http://www.teatroallascala.org/it/stagione/2016-2017/balletto/sheherazade-la-valse.html

Crediti fotografici: Brescia-Amisano

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