La scena di Torinodanza si apre al Défilé e all’atteso ritorno di Alain Platel

di Giada Feraudo
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Dopo il debutto, avvenuto il 18 settembre, al Défilé della Biennale de La Danse de Lyon, nella cornice della più importante manifestazione di danza in Europa, sabato 24 settembre 2016 il gruppo di Torinodanza, composto da centocinquanta danzatori e cinquanta musicisti dell’Unione Musicale Condovese, ha sfilato per il centro della città di Torino, concludendosi con un gran finale affidato alla compagnia di Roberto Zappalà, una performance dal titolo Lava Bubbles. Il Défilé è stato inserito nel programma degli eventi di Terra Madre Salone del Gusto e sarà riproposto a Casale Monferrato il 1° ottobre 2016.

Insieme – Parata urbana, il Défilé di Torinodanza 2016, realizzato con il sostegno di Compagnia di San Paolo, è energia, fisicità allo stato puro, passione italiana e divertimento: il progetto racchiude in sé una ricerca che parte dalla cifra espressiva del coreografo Roberto Zappalà, partendo dall’idea di unire il segno coreografico contemporaneo con la tradizione molto definita della canzone napoletana attraverso i classici delle canzoni e delle musiche di Napoli, riviste con gli arrangiamenti del maestro Gianluca Calonghi. “L’idea artistica che è parsa opportuna per presentarsi a Lyon”, afferma Roberto Zappalà, “è stata orientata verso l’espressione dell’italianità e per questo motivo la mia scelta musicale è andata subito verso la canzone napoletana, che ritengo nel mondo identifichi più di ogni altra la musica italiana”.

Le bolle di Lava Bubbles, oltre a evocare l’Etna, vogliono essere metafora di quotidianità, di ritmo della vita di ogni giorno: un magma, un ribollio incessante, ma anche del senso di rinascita che le città contemporanee esprimono.

 Contestualmente, nell’ambito del cartellone del Festival, venerdì 23 e sabato 24 settembre, alle Fonderie Limone di Moncalieri è tornato il coreografo belga Alain Platel, che ha presentato a Torinodanza, in prima italiana, il suo nuovo spettacolo dal titolo nicht schlafen (non dormire). L’allestimento è ispirato all’opera e alla vita del compositore austriaco Gustav Mahler, fra le incertezze e le emozioni violente della Vienna di fine secolo, che hanno molto in comune con il momento presente. La biografia di Mahler è fonte di ispirazione nella sua vita fra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX a Vienna, nel cuore dell’Europa: Mahler morì nel 1911, prima dei totalitarismi e delle grandi Guerre Mondiali. Ci sono intensi parallelismi, secondo il coreografo belga, fra quel periodo di incertezze all’inizio del secolo scorso e il momento presente. Mahler è riuscito, con la sua musica e la sua sensibilità, ad esprimere un momento storico di emozioni violente e contraddittorie, ansie e perplessità, speranze e delusioni.

Lo spettacolo è coprodotto da Les ballets C de la B con Torinodanza: il coreografo belga, con i suoi Les ballets C de la B, è quasi un appuntamento fisso del Festival per la sua originale visione del mondo e della danza, con la sua particolare indagine nelle pieghe nascoste dell’anima per esplorarne le emozioni, le fragilità e le contraddizioni della vita di tutti i giorni, i sogni o gli incubi.

Il suo sguardo è eclettico e il suo modo di combinare linguaggi diversi esprime con profondità e leggerezza un’interpretazione della società perché “La danza è per il mondo e il mondo è per tutti”, come ama ripetere.

Il cast si compone di danzatori che hanno già lavorato con Platel e di nuovi elementi pieni di verve e di talento. Musica, danza e parola creano una sinfonia emozionale ed emozionante fatta di gesti, poesia, struggimenti, immagini e sensazioni che a poco a poco penetrano sottopelle e non se ne vanno più.

Crediti fotografici: Chris Van der Burght

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