Finche c’è tango c’è vita e le note sensuali del famoso film “Ultimo tango a Parigi”

di Vittoria Maggio
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Finche c'è tango c'è vita questa settimana ricorda le note sensuali del famoso film Ultimo tango a Parigi, quelle del sax di Leandro Barbieri, detto Gato, musicista e compositore che si è spento il 2 aprile 2016 a New York. 

Barbieri, nato a Rosario in Argentina, era detto Gato, il gatto, per la velocità con cui passava a suonare da un club all'altro tra le strade di Buenos Aires col suo cappello a tesa larga.

Stile ribelle e spericolato, il suo jazz era da sempre affascinato dalle origini argentine. Quando il regista Bernardo Bertolucci stava cercando l'autore delle musiche del suo film scandalo, pensando ad una musica che non fosse troppo hollywoodiana o troppo europea, ma che contenesse la sensualità sfrontata e insieme intimista del suo film, non poté che pensare a un'anima inquieta come quella di Gato, che  nel suo sangue aveva la melodia del tango  rivisitato in chiave jazz. 

Nacque così  il tema suggestivo  e  famoso del film che in molti andarono a vedere di nascosto  nel 1972,  dall’evocativo titolo Ultimo tango a Parigi, dove un maturo  Marlon Brando e una giovanissima Maria Schneider si lasciano andare alla passione di un incontro inaspettato. 

Lui non sa chi è lei e lei non sa chi è lui e,  come nel tango quando abbracci uno sconosciuto, si raccontano la loro storia e si conoscono attraverso il linguaggio istintivo dei loro corpi. 

Il tango è storicamente legato a Parigi  dalle prime decadi del 1900,  quando attorno al 1915/1920 il compositore e musicista Angel Villoldo, l'autore del famoso brano El Choclo, fu uno dei responsabili dell'esportazione del tango in Europa che contribuì  così a  dare al tango carattere di internazionalità e  lustro, facendolo uscire dalle polverose strade e dalle origini popolari di Buenos Aires. 

Parigi divenne la seconda patria del tango che,  depurato dalle figure troppe sensuali e provocanti, risultò  così un ballo amato anche dalla gente chic. Perse un po' il suo carattere di improvvisazione divenendo più standardizzato e  codificato fino a trasformarsi in  spettacolo e quindi ammirato e imitato da ogni classe sociale. Parigi si sa, in quegli anni era il centro della cultura e della letteratura per eccellenza: pittori, scrittori, musicisti  vi avevano trovato la loro “culla” e il tango trovò  la sua seconda nascita. 

A Parigi anche oggi di nascosto e in serate improvvisate, si balla tango sotto la Torre Eiffel o lungo la Senna e chissà se le note di Gato Barbieri o quelle più moderne nell'arrangiamento dei Gotan Project risuonano magari sotto la luna nell'abbraccio di tangueri francesi e turisti innamorati.

E allora ascoltiamoci questo Ultimo tango a Parigi  pensando che in realtà un ultimo tango…non ci sarà mai ????!!!

https://m.youtube.com/watch?v=-EKDGR3-7MA

Come sempre  buon Tango a tutti, a chi lo balla, a chi inizierà a ballarlo, a chi lo ascolterà oppure lo guarderà, a chi lo ama e a chi lo rifiuterà e male ne parlerà … A chi vive insomma perché Finché c'è tango c'è vita!

Un abbraccio!

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