“Danza con me” in prima serata con Roberto Bolle e i suoi Friends

di Fabiola Di Blasi
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Il format lo conosciamo: è lo stesso del 2016, quando Roberto Bolle, l’”Etoile dei due mondi” sbarca su RAI UNO con “La mia danza libera” in cui grandi nomi della danza internazionale si alternano a personaggi noti al pubblico della tv. Un mix equilibrato che convince e produce grandi ascolti. Nel 2018 il programma torna ma cambia nome: è “Danza con me”. Bolle è sempre Bolle, alcuni ospiti cambiano ma gli ascolti restano alti e l’1 gennaio 2019 la stessa formula si riconferma di successo facendo il 21.3% di share e al momento non ha competitor.

Due le premesse importanti: nessuno può discutere il livello dei danzatori coinvolti nelle puntate di cui sopra che sono tra i migliori al mondo, come tutti hanno avuto l’opportunità di vedere e non si discute il merito che ha Roberto Bolle di aver riportato la danza di qualità in televisione in prima serata su un canale pubblico dopo anni di avvilenti talent show trasmessi qua e là in cui veniva (e viene) spesso data l’idea del successo facile acclamato da una folla di teenager urlanti. Tutto questo poco ha a che fare con il mondo della danza o di altre arti dello spettacolo che richiedono anni e anni di studio e sacrifici, follower o non follower, tanto è vero che, fuori dagli studi televisivi, la danza in Italia vive in condizioni di grande crisi. Ma non è questo il momento per approfondire un discorso che la maggioranza di voi conosce già.

“Danza con me” rappresenta una novità importante nei palinsesti della tv italiana. Tuttavia, il programma può migliorare alcuni aspetti (e ci aspettiamo che succeda visto il coinvolgimento di uno staff di esperti). Il pubblico ha rivelato grande entusiasmo ma anche qualche perplessità…procediamo con ordine:

Roberto Bolle appare sullo schermo mentre si scalda sulle note di “Seven Nation Army”dei The White Stripes che rievoca inevitabilmente nell’immaginario comune il tormentone che abbiamo cantato per tutta l’estate 2006 dopo aver vinto i mondiali di calcio.
La danza popolare come il pallone…perché no? Sembra un buon inizio anche se in questa fase è più il fisico statuario di Roberto Bolle a stuzzicare gli spettatori che iniziano a fare apprezzamenti scrivendo sui social (ma questo lo sapevamo già noi, lui e anche il direttore della fotografia). I commenti si susseguono fino alla fine dello show tanto che il programma conquista il primo posto nei trend topic di Twitter.

Lo studio televisivo è strutturato come un teatro all’italiana e il pubblico siede nei palchetti. Bolle introduce Pif (che nel 2017 gli aveva dedicato un simpatico reportage nel suo programma ”Il Testimone” in onda su MTV) e insieme ci portano nel magico mondo della danza con le allieve della Scuola di ballo dell’Accademia Teatro alla Scala alla sbarra seguite dai ragazzi al centro. Giovani e bravi, torneranno in seguito in altre interpretazioni.

A questo punto arriva il pezzo forte. C’era grande attesa tra gli appasionati di danza. I più non la vedeva danzare dai tempi del suo addio alle scene. Pif ne riassume la biografia poi l’inquadratura va sulle sue scarpette. Alessandra Ferri entra in scena delicata ed elegante. Danza con Roberto Bolle uno struggente passo a due di Christopher Wheeldon sulle note di Max Richter…“…this bitter earth…can be so cold…Today you’re young…Too soon, you’re old…”  dice la canzone. L’emozione è forte. Sui social la parola più accostata al nome della Ferri diventa “poesia”.

Seguono Roberto Bolle e la bravissima Agnese di Clemente (Corpo di ballo del Teatro alla Scala) che coinvolgono Fabio De Luigi in un passo a tre che si trasforma in uno sketch davvero molto divertente. E ‘ poi la volta del passo a due con Nicoletta Manni, Prima ballerina della Scala ormai nota a tutti. I due danzano all’aperto (e questo chi li segue sui social lo sapeva già) mentre Cesare Cremonini canta “Anche quando poi saremo stanchi, troveremo il modo per navigare nel buio…” (Poetica, Possibili scenari, 2017). Cremonini tornerà più avanti per ballare con Bolle e la Prima Ballerina Virna Toppi su un medley di pezzi noti, da Singin’ in the rain a A Chorus Line. Impossibile non fare caso alla disinvoltura e scioltezza di Cremonini che a tratti si rivela persino meglio dello stesso Bolle, sempre molto impostato (a ognuno il suo genere!)

Si aggiunge ai presentatori Stefano Accorsi (anche se a un certo punto del programma sparirà per diverso tempo) e introduce “Qualia” di Wayne McGregor, il passo a due che, sempre Roberto Bolle, interpreta con Melissa Hamilton, Prima Solista del Royal Ballet, pezzo che il pubblico presente al Teatro Regio di Torino per il Bolle&Friends del 31 gennaio 2018 ha visto proprio la sera prima.

Nella conduzione non mancano i continui riferimenti alla fisicità di Bolle e le battute che flirtano col gossip (Stefano Accorsi può parlare di danza perché lui il francese lo sa bene…) Nel frattempo si è unita a Pif e ad Accorsi anche l’attrice Valeria Solarino.

Divertente il passo a due firmato Christian Spuck con Roberto Bolle ed Elisa Badenes, Prima ballerina del Balletto Stoccarda che oltre al tutù indossa borsetta e occhiali.

Arriva poi il momento della danza col braccio meccanico, anche questa già ampiamente spoilerata sui social. Si tratta di una macchina da una tonnellata e mezzo di peso con cui Bolle interagisce sulle note de “La cura” di Franco Battiato. Personalmente ho compreso chi ha definito questo momento interessante e stimolante ma non chi lo ha associato a forti emozioni o a termini come “poesia” e “anima” (sui social è emersa una profondità di sentimenti che molti non tirano fuori neanche quando si riferiscono ad altri esseri umani!) La poesia è il bellissimo testo della canzone di Battiato che comunque non non avrei immaginato in questo tipo di performance…ma qui entriamo nella sfera dei gusti personali e non è il caso. Forse il mio scarso stupore è dovuto all’aver già visto qualcosa di simile, che vi segnalo a questo link www.youtube.com/watch?v=Q-sK-s_TzN0.

Il momento del can can, ovviamente vivace e colorato, ha coinvolto molti ballerini (non solo “made in La Scala”) con in testa Virna Toppi che si sperava di rivedere in seguito e che avrebbe meritato più spazio.

A questo punto, oltre a sparire Stefano Accorsi, inizia una serie di messaggi promozionali più o meno velati concentrati appunto tutti nella seconda parte dello show (nella prima non si vendeva niente). Nell’ordine: Luca e Paolo promuovono la mostra “Paganini Rockstar” allestita fino a marzo al Palazzo Ducale di Genova (Fondazione di cui è Presidente lo stesso Luca Bizzarri) e visto che si parla di Genova, in un attimo si tira fuori il Ponte Morandi (una ferita  che resterà aperta per moltissimo tempo…). Non sarebbero d’accordo alcuni esperti di marketing che in queste situazioni segnalano il pericolo di promuovere le città parlando sempre delle tragedie che produce risultati nell’immediato ma danni nel lungo periodo…e questo è un po’ anche dimostrabile col fatto che appena abbiamo sentito la parola “Genova”, abbiamo tutti pensato al crollo del ponte. A parte queste osservazioni, piú o meno condivisibili, il pezzo è scritto molto bene ed è seguito da un assolo di Bolle coreografato da Mauro Bigonzetti.

Qui si aggiunge agli ospiti non-ballerini Ilenia Pastorelli, attrice, che continuando a sottolineare la bellezza di Bolle, sogna di ballare con lui. Alla fine ci riesce ma prima c’è altra danza (per fortuna) e la pubblicità (purtroppo) del film “Moschettieri del Re” di Giovanni Veronesi, nei cinema in questi giorni. Ecco, questo momento è forse un po’ fuori luogo, una promozione che si doveva fare, diciamo. Per cui entrano i moschettieri e inizia una serie di battute che si concludono con “tutti per uno” e Valeria Solarino che risponde “Io per Bolle”.

I momenti pubblicitari non finiscono qui perché Bolle in chiusura parlerà di “On Dance”, l’evento ideato da lui a Milano, ma in fondo chi non l’avrebbe fatto al posto suo…

Segue Lo Schiaccianoci introdotto da Fabio De Luigi. Del celebre balletto viene eseguito il valzer dei fiocchi di neve con le allieve dell’Accademia Teatro alla Scala. Cosa si può dire? Brave e precise, è evidente anche per chi non frequenta l’ambiente che si sta parlando di un’eccellenza. Clara è Caterina Bianchi (Corpo di ballo Teatro alla Scala) e danza, ovviamente, con Bolle.

Un altro punto alto della serata è stato il pas de deux Opus100, omaggio di John Neumeier a Maurice Béjart. Interpretato da Alexander Riabko, eccellente Primo ballerino del Balletto di Amburgo e Roberto Bolle. Un passo a due sull’amicizia su due ballate di Simon & Garfunkel che ha riscosso grande successo ed emozionato anche i profani della danza che lo hanno condiviso sui social.

L’atmosfera torna frizzante e si susseguono una serie di numeri brevi, da Luca e Paolo che insieme a Bolle fanno un breve omaggio a Mel Brooks sulle note di “Put it on the Ritz”, allo sguardo sulla breakdance col B-Boy brasiliano Neguin, allo swing dei fenomenali Vincenzo Fesi e Remy Kouakou Kouame, al passo a due in stile tango che gia’ conosciamo che Roberto Bolle danza con Nicoletta Manni, stavolta tra coppie di tangueros. Bolle insenaa poi a Pif la piccola sequenza “chiavi- taxi- schiva la pozzanghera” e così, attingendo dal quotidiano, mostra in pochi secondi che si può danzare nella vita di tutti i giorni. Poco dopo è il momento di un’altra grandissima interprete, Polina Semionova, Prima ballerina dello Staatsballet Berlin. Il passo a due è di Bigonzetti, “Cantata”, piedi nudi ed echi di pizzica salentina.

Riappare Stefano Accorsi che spiega il significato della parola “immortalare”, ovvero “rendere eterno”, poi parte l’assolo di Bolle. In scena anche il virtuoso del violino, il salentino Alessandro Quarta che distrae dalla danza, tanto è bravo ed espressivo… Bolle è un Dorian Gray moderno ossessionato dalla sua stessa immagine.

“La danza per me è dappertutto” Roberto Bolle conclude con un bel monologo finale e con una breve performance di sole mani sulle note di Ryuichi Sakamoto.

In generale, il bilancio dello spettacolo è positivo. Chi non ha mai visto la danza o la frequenta poco, ha potuto conoscere grandi interpreti. Chi, appassionato, è già nel settore o ne ha fatto parte ha potuto godere delle esibizioni di grandi artisti ed avuto molti spunti di riflessione. Ed ha potuto rivedere la Ferri danzare. E’ chiaro che per chi frequenta i teatri, non c’erano grandi novità all’interno di questo show che è pensato per il grande pubblico, per la massa, per la gente tutta. E’ a questi che Bolle ha detto di voler far conoscere la danza. Il pubblico più avvezzo a quest’arte e a questi nomi segue il programma ma è anche quello che va a vedere spontaneamente lo spettacolo di Baryshnikov su poesie di Josef Brodsky (nei teatri italiani lo scorso anno), per fare un esempio. Questi sono dettagli e, come già detto, siamo tutti grati a Roberto Bolle per aver riportato la danza di qualità in televisione ed aver tenuto circa 4.451.000 persone attaccate allo schermo usando il suo nome e il suo talento e speriamo che la tradizione del primo dell’anno continui. In questa sede, però, è opportuno fare delle riflessioni.

Quello che è mancato in “Danza con me” e che alcuni addetti ai lavori hanno lamentato anche sui social è stato il lancio di un SOS per la situazione della danza in Italia. E’ vero che Roberto Bolle ne ha parlato più volte ai giornali in passato ma si sa quale potente mass media sia la televisione…forse questa occasione andava colta. Perché non fare un appello alle istituzioni? Perché non ritagliare un piccolo spazio in cui raccontare a più di 4 milioni di spettatori incantanti davanti alla bellezza della danza (e che in quel momento pendono dalle tue labbra) che non esiste solo La Scala, che i corpi di ballo chiudono, che i fondi scarseggiano, che non si investe sulla danza. Perché non dire quanto guadagna mediamente un danzatore che decide di restare in Italia (ma Bolle lo sa?) i ritardi nei pagamenti, le irregolarità nei contratti, la richiesta di artisti che lavorino gratuitamente… Basterebbe un attimo per passare l’informazione tra una coreografia e uno sketch.

Certo, può essere una scelta…si può percorrere un’altra strada…fare innamorare la gente della danza. Col tempo, il pubblico si interesserà e aumenterà senza dubbio. Nell’attesa però, speriamo che le varie realtà valide ma in crisi riescano a sopravvivere…i processi che portano a quel risultato sono lunghi e purtroppo non basta un appuntamento televisivo  annuale, né tutto il lavoro mediatico intorno, a riempire le sale dei teatri, a proteggere le grandi e piccole compagnie, a evitare che i giovani lascino il Paese o cambino mestiere. Quello che dobbiamo domandarci è: dopo questo show, la gente comprerà un biglietto per il prossimo balletto nel cartellone del teatro della propria città o per il prossimo Bolle & Friends? (che peraltro è già quasi sempre sold out, quindi non potrà che aggiungere date al proprio calendario). E’ auspicabile, adesso che il format è consolidato e un buon numero di spettatori garantito, che si sposti il focus da Roberto Bolle alla danza se veramente è la questione che si vuole affrontare. Altrimenti ad essere popolare come il calcio non sarà mai l’arte di Tersicore ma sempre e solo Roberto Bolle attorno a cui ruota tutto lo show. Pensiamoci.

“Danza con me” programma di Roberto Bolle, scritto da Roberto Bolle, Pamela Maffioli, Luca Monarca con Carlo Crocchiolo, Silvia Righini e Chiara Salvi. Prodotto da Rai1 in collaborazione con Ballandi Multimedia S.p.a. E Artedanza. Direzione Artistica: Roberto Bolle. Regia Cristian Biondani. Coreografie originali di Massimiliano Volpini.

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