Consigli di lettura: Filosofia della danza di Selena Pastorino

di Fabiola Di Blasi
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(…) è da qui che proviene la danza, dal desiderio.
Martha Graham, Memorie di sangue

Considerare il corpo come pensante: è questo l’esercizio proposto in Filosofia della danza, libro edito Il Nuovo Melangolo uscito lo scorso anno. Una lettura dall’interno perché chi scrive conosce la danza sulla propria pelle ma ha studiato a fondo anche la filosofia e col tempo ha trovato il punto d’incontro tra questi due suoi interessi.

Nel testo, adatto a tutti perché di facile lettura ma che sarà particolarmente caro ai danzatori, viene sottolineato come il corpo sia in costante apprendimento: mentre impara la danza, il corpo impara sé stesso, scopre le proprie possibilità, il rapporto con lo spazio circostante e il pensiero che nasce dal movimento.

Spesso, quello che manca ai filosofi è la capacità di fare i conti con il proprio corpo, di capire che in questo risiede l’origine del pensiero che in nessun modo è superiore al corpo. Nel percorso di ricerca della verità, i due elementi non possono viaggiare separati: corpo e mente sono due poli di uno stesso essere e la mutua dipendenza che intercorre tra loro non può essere ignorata.

E’ il desiderio che ci muove e ci conduce su un cammino nuovo.
Ho scritto questo testo perché credo sia urgente per la filosofia abbandonare la pericolosa presunzione di essere disincarnata e impararsi invece come corpo. Per praticare un pensiero consapevole di questa dimensione non ci si può tuttavia limitare a riflettere da distante su un argomento, ma occorre mettersi in gioco in prima persona, con la concretezza della propria carne. Per me imparare a danzare significa impararmi come corpo, farmi intera, ogni volta di nuovo, e accogliere così il monito, tanto caro a Nietzsche, di diventare me stessa.”
  Selena Pastorino

Il libro, che ha la prefazione di Elvira Bonfanti intervenuta anche alla presentazione che si è tenuta a Genova, propone non una definizione di cosa sia la danza, quindi, ma una lunga riflessione che parte della danza classica e si avvale di esempi concreti, citando momenti di balletto come quelli in cui i danzatori mantengono una posa statica dando l’impressione di essere fermi quando, invece, anche nell’immobilità il corpo vibra e danza.

Le pagine di “Filosofia della danza” sono un’analisi sempre più profonda che oltrepassa i confini della sala da ballo e dello spazio scenico. La postura, per esempio, è descritta come atteggiamento, la posizione che il corpo prende nei confronti del mondo. Nel libro viene introdotto anche il concetto di gioco: il corpo danza, pensa e gioca nella ricerca di una forma che è soprattutto interiore, fino al momento in cui il corpo che danza si fa pubblico, di fronte al pubblico.

La danza è anche un linguaggio, è comunicazione ed è per questo che, come diceva Nureyev: “Ogni uomo dovrebbe danzare, tutta la vita. Non essere un danzatore, ma danzare”. Dell’incontro con la danza rimane traccia per sempre.

Il libro: www.facebook.com/filosofiadelladanza
L’autrice: Selena Pastorino (Genova, 1986) è Dottore di Ricerca in Filosofia. Dal 2015 è docente liceale di Filosofia e Storia. All’attività di ricerca e insegnamento affianca lo studio costante della danza classica, arricchito da incontri di formazione con maestri di chiara fama. Per lo stesso editore di Filosofia della danza (2020), ha curato F. Nietzsche Per la dottrina dello stile (2018) e F. Nietzsche, L. Salomé, Da quali stelle siamo caduti? (2018). È autrice di Prospettive dell’interpretazione, ETS, 2017 e, insieme a Fausto Lammoglia di Black Mirror. Narrazioni filosofiche, Mimesis, 2019.

 

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