“Can’t believe the way we flow”: il balletto di Bifulco è un gioiello in danza

Grande successo per il balletto di Oliviero Bifulco in cui accademia e linguaggio contemporaneo si fondono perfettamente

di Francesco Borelli
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Il 20 e il 21 novembre è andata in scena, presso il Teatro Fraschini di Pavia, la prima di “Can’T believe the way we flow”, balletto a serata intera di Oliviero Bifulco interamente prodotto dal teatro medesimo.

Il titolo, che fa il verso ad una celebra canzone di James Blake, già spiega il senso della messa in scena in cui i danzatori raccontano, attraverso il movimento, il trascorrere della vita, il flusso incessante in cui le emozioni umane si susseguono in un caleidoscopio di sensazioni tra loro differenti, incisive e profonde.

Uno spettacolo contemporaneo in cui la musica, le scene e i costumi sono funzionali a una narrazione, finalmente, chiara e leggibile, capace di irretire lo spettatore in un flusso, è proprio il caso di dirlo, in costante evoluzione favorendo il pathos e il desiderio, fortissimo, di bellezza.

E ne abbiamo bisogno!

La musica di Max Richter avvolge e coinvolge donando il senso di infinito tanto caro all’autore e le scene di Cecile Giovansili Vissière favoriscono attraverso un sapiente gioco di quinte, fondali e luci, le suggestioni di un mondo immaginifico e al contempo fortemente reale.

Ciò che rende “Can’t believe the way we flow” un vero gioiello è il prodotto coreografico.

Oliviero Bifulco ha l’intuizione della grande coreografia in cui il rispetto della tecnica accademica si lega perfettamente a un linguaggio più contemporaneo capace di unire la bellezza delle linee e la pulizia del balletto classico alla modernità di un movimento che non è mai fine a sé stesso ma è sempre funzionale al racconto.

Memore della sua formazione Bifulco sperimenta nella ricerca costante di bellezza, senza inutili orpelli privi di fondamento che hanno, a mio avviso, stancato e reso il balletto, inteso in senso ampio, brutto e avvilente.

I danzatori sono tutti al servizio della coreografia: ballerini eccellenti mostrano padronanza del corpo in un susseguirsi di evoluzioni tecniche capaci di rendere la profondità del concept narrativo in una maniera impeccabile. Gli insiemi sono precisi e di impatto, e si alternano a soli e passi a due in un’altalena leggera e ben miscelata prendendo per mano lo spettatore e conducendolo, pienamente appagato dalla bellezza del racconto, verso il passo a due finale.

Tutti meritano una menzione: Viola Busi, Julia Canard, Valentin Chou, Coralie Murgia, Renato De Leon, Martina Marini, Layla Proietti Bovi, Anna Zardi, Matteo Zorzoli.

Anna Zardi, sopra tutti, è interprete felice del balletto: intensa, pura nelle intenzioni del suo movimento, profonda e semplicemente bella.

La prima prova di Oliviero Bifulco è assolutamente vinta, e a lui e alla compagnia auguriamo un brillante futuro. In danza!

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