Art&Danza. Toulouse-Lautrec e Jane Avril: il pittore e la cancaneuse

di Giada Feraudo
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Jane Avril au Jardin de Paris è un celebre manifesto che Henri de Toulouse-Lautrec realizzò in occasione dell’inaugurazione del famoso cabaret di Parigi, aperto il 7 maggio 1893.

La litografia a colori, forse commissionata dalla stessa Jane Avril, rappresenta la famosa ballerina intenta a danzare un can-can sul palcoscenico di uno dei locali parigini più in voga all’epoca, il “Jardin de Paris”. Jane indossa un costume di scena dai colori accesi, tipico delle cancaneuses del tempo. Si tratta di un ampio abito, stretto sul busto, lunghe calze nere, guanti e un cappello decorato. Nell’angolo di destra, a chiusura della cornice nera che inquadra la scena, anticipando le sinuose decorazioni della nascente Art Nouveau, è disegnata la caricatura di un musicista. Di quest’ultimo si notano solo il volto di profilo e la mano che afferra un contrabbasso. Verso il centro, sempre in basso, è posto il leggio con la partitura musicale.
Sono evidenti, in questa composizione, l’influenza e il riferimento alle stampe giapponesi, tanto di moda all’epoca fra gli artisti parigini.

Ma chi era in realtà Jane Avril, musa ispiratrice di uno dei più grandi artisti di tutti i tempi?
Al secolo Jeanne Beaudon, figlia di una cortigiana e di un nobile italiano, nata nel 1868, le sue origini sono molto diverse da quelle del pittore, esponente di una delle più antiche casate nobiliari della Francia. Nonostante il padre non l’abbia mai riconosciuta, visse fino ai nove anni con i nonni paterni; in seguito, dopo essere stata affidata alla madre, iniziò per la bambina un periodo di maltrattamenti che la portarono a fuggire di casa all’età di tredici anni. Rinchiusa in collegio, iniziò ad avere le prime crisi nervose, che con il tempo si aggravarono. Venne in seguito rinchiusa all’ospedale psichiatrico Salpêtrière di Parigi per essere curata per una malattia popolarmente conosciuta come “Il ballo di San Vito” e fu in occasione di una festa organizzata dall’ospedale per i pazienti che mosse i suoi primi passi di danza, trovando nello stesso tempo la propria cura e la propria vocazione.
Fu grazie e un gruppo di prostitute che la salvarono da un tentativo di suicidio nella Senna che Jeanne iniziò a frequentare il mondo dei locali notturni parigini dove, ai tempi, la differenza fra prostituta e ballerina era assai sottile. Presto fu notata da Charles Zidler, che la scritturò per il Moulin Rouge, il celeberrimo cabaret parigino dove in poco tempo divenne una delle maggiori vedettes. Il nome d’arte Jane Avril le fu suggerito da un amante inglese e contribuì al suo successo.
All’epoca la chiave per la notorietà era l’abilità nel creare pubblicità intorno a un’immagine, e in questo il sodalizio fra Jane Avril e Toulouse-Lautrec risultò vincente. Vera e propria musa ispiratrice del pittore, che per lei abbandonò un’altra celebrità del Moulin, una danzatrice soprannominata “La Goulue”, la fama di Jane Avril fu consacrata all’eternità dai manifesti creati da Toulous- Lautrec, di cui costituisce spesso il soggetto principale, segnando così con la sua presenza sia la storia dell’arte, sia la storia della pubblicità.
La combinazione di sensualità e di liricità delle sue performances catturarono l’attenzione dell’artista: la caratteristica che la distingueva da tutte le altre ballerine era la sua danza priva di qualsiasi volgarità, quasi pudica, che le permise di portare il can-can in molte capitali europee sempre con grande successo.

Jane Avril e Toulouse-Lautrec furono anche legati da una profonda relazione di amicizia: Jane era una donna colta, che apprezzava i dipinti dell’artista; egli la contraccambiò sempre con affetto sincero e ammirazione, regalandole anche molti quadri, che lei a sua volta donò ai numerosi amanti. Jane Avril rimase accanto all’amico pittore fino alla morte di quest’ultimo, avvenuta nel 1901 a causa delle sifilide.

La scomparsa di Toulouse-Lautrec segnò la fine dell’età dell’oro di Monmartre e dei suoi cabaret. Jane Avril continuò ad esibirsi per un breve periodo come attrice e nel 1911 sposò il pittore Maurice Biais, ritirandosi a vivere con lui: è probabile che dalla loro unione sia nato un figlio. Nel 1926, quando l’uomo morì, si scoprì che aveva dilapidato il suo patrimonio.

Jane Avril Si esibì per l’ultima volta nel 1935 e morì nel 1943, nella casa di riposo per artisti dove era entrata l’anno precedente. Fu seppellita nel cimitero parigino Père-Lachaise.

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