Lunga vita all’arte. Lo spot di Natale di Amazon 2020

di Susanna Mori
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Amazon sta tornando prepotentemente nelle nostre vite, almeno qui nel Regno Unito, a seguito dell’annuncio, da parte del Governo Britannico, del secondo lockdown che dovrebbe iniziare fra 3 giorni. La gente si prepara per ricominciare a usare il gigante tecnologico per ordinare quotidianamente prodotti di prima necessità e non.

Quale migliore momento dunque per Amazon per lanciare la sua campagna pubblicitaria natalizia 2020, che vede una giovane ballerina, scelta per essere la protagonista dello spettacolo natalizio della sua scuola di danza, lottare con tutte le sue forze affinché il suo sogno non sia spezzato dalla seconda ondata di epidemia del COVID-19.

La giovane, interpretata dalla ballerina francese Taïs Vinolo, è determinata a portare avanti la sua aspirazione e si allena quotidianamente, sfidando le condizioni climatiche e quelle virali, sia all’interno di casa che all’aperto, confinata nel suo quartiere, senza rinunciare alla speranza di poter andare in scena.

Ma alla fine, il tanto agognato spettacolo di balletto verrà cancellato per l’ulteriore aggravarsi della pandemia.

Cosa riuscirà a fare la nostra eroina, con il valido aiuto di Amazon, lo lascio a voi e alla visione dello spot pubblicitario.

Quello che a me preme spiegare è perché il grande Amazon ha scelto proprio una ballerina come soggetto del suo spot natalizio 2020.
Simon Morris, VP Global Creative di Amazon, ha dichiarato: “Il nostro annuncio televisivo è ispirato e rende omaggio all’imbattibilità dello spirito umano e al potere della comunità a cui abbiamo assistito così spesso quest’anno“.

Una risposta diretta quella di Amazon alla difficile, per non dire impossibile, situazione dei lavoratori delle arti, che dal passato marzo hanno dovuto sopportare stoicamente chiusure dell’ultimo minuto, sviluppando grandi ansie e timori per il futuro del loro lavoro causate dall’ineleggibilità dei finanziamenti.

E qui è necessaria una spiegazione importantissima: gli spettacoli di balletto e i musical nel Regno Unito muovono ogni anno milioni di persone e di sterline.

Nel 2018 ben 11 milioni e mezzo di spettatori hanno assistito ad un musical e/o ad uno spettacolo di danza, con un fatturato di oltre 600 milioni di sterline.

E questi sono soltanto i prezzi dei biglietti venduti senza calcolare l’indotto: turismo (la gente organizza viaggi per vedere determinati spettacoli), prenotazioni alberghiere, ristoranti, merchandising, taxi, biglietti dei treni, estetisti, abbigliamento.

Andare a teatro non è solamente comprare il biglietto. Andare a teatro è un rito perché l’arte ci fa provare emozioni che non si possono circoscrivere all’acquisto di un pezzo di carta numerato.

Qualcuno obietterà che “certo, tu vivi a Londra, è un’altra cosa”.

Dunque, mettiamo in chiaro: quelli sopra esposti sono numeri del Regno Unito (quindi comprendono la Gran Bretagna e l’Irlanda del Nord) e si riferiscono esclusivamente a musical, danza e opera.

Se aggiungiamo anche le commedie teatrali i numeri si alzano ulteriormente: 34 milioni di spettatori in totale e 1 miliardo e 300 milioni di sterline, generando circa 300 milioni di sterline per la Tesoreria dello Stato.

Questi non sono numeri da prendere alla leggera. Questi sono i numeri di una forza economica che un Paese civile non può sottostimare.

Durante i miei lunghi viaggi per la Gran Bretagna per vedere degli spettacoli musicali (o teatrali) che non avrebbero messo in scena a Londra (dove risiedo), mi sono spesso ritrovata seduta in teatri fatiscenti, con poltrone scomode e pilastri, colonne (o altre amenità) piazzati nel mezzo della sala che ostruivano la visione dello spettatore. Non per questo però gli spettatori erano demotivati dal presenziare e gli artisti scoraggiati dall’andare in scena.

Se c’è una cosa che è chiara agli abitanti di Albione è  “Show must go on”, “Lo spettacolo deve andare avanti”, perché ogni artista ha un valore inestimabile non solo per l’arte che egli rappresenta ma per il Paese in cui recita, balla, canta, suona. In poche parole LAVORA.

In Italia abbiamo la fortuna di avere dei Teatri (con la T maiuscola) che sono magnifici, hanno una storia da raccontare e sono ancora in perfette condizioni. Abbiamo Artisti che ci fanno onore non solo sul suolo patrio ma anche all’estero.

Abbiamo Autori, Coreografi, Musicisti, Ballerini, Cantanti, Attori, Tecnici dello spettacolo, che sono stati premiati ovunque e che hanno portato la nostra amata e vituperata Italia a competere e spesso a fare da maestra e da guida sui palcoscenici di tutto il mondo.

Allora vi prego, rispondiamo Noi Tutti, Noi Cittadini, Noi Genitori, Noi Insegnanti, Noi Commercianti, Noi Maestranze, Noi Celebrities, Noi Amministratori Pubblici, all’appello lanciato da Amazon per questo Natale e per tutti i Natali che seguiranno: Show Must Go on.

Perché l’Arte può e deve continuare ad esistere.

Il link per visionare il filmato:

https://www.youtube.com/watch?v=gQdLD6kk960&feature=youtu.be

Credits:

Ballerina Taïs Vinolo.

Arrangiamento musicale Peter Mauder di”The Show Must Go On” dei Queen.

Agenzia Creativa Lucky Generals.

Compagnia di Produzione PrettyBird

Regia Melina Matsoukas, (regista dei video musicali per “Formation” di Beyoncé e “We Found Love” di Rihanna, e il film acclamato dalla critica “Queen & Slim”).

Gli spot pubblicitari andranno in onda dal 3 novembre al 14 dicembre: lo spot di 120 secondi andrà in onda per la prima volta il 3 novembre durante la prima pausa pubblicitaria di The Great British Bake Off su Canale 4. Seguiranno versioni più brevi di 60 e 20 secondi.

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