Lia Courrier e il pavimento di danza; un partner di qualità

di Lia Courrier
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Nelle pagine di questa rubrica abbiamo parlato svariate volte di come la danza, se non eseguita nel modo corretto e con la giusta guida, possa non essere un'attività così salutare come si potrebbe pensare. In qualsiasi tipologia di corso si possono verificare infortuni, che vanno dalla semplice contrattura alle più insidiose distorsioni a caviglie e ginocchia, ma anche traumi più importanti a carico della struttura, come quelli in seguito ad usura, sinistramente silenti fino a che non è troppo tardi per correre ai ripari. Le cause di questi eventi traumatici possono avere svariate origini: un corpo inadatto alla danza e che quindi viene forzato dentro alle posizioni, la stanchezza o un lavoro troppo intenso, una scarsa cultura anatomica che non consente di sostenere la salute dell'allievo, irregolarità nell'allineamento, giusto per fare qualche esempio. A questa lista, però, aggiungerei un altro elemento, non meno importante: la pavimentazione. Fino a qualche decennio fa erano ancora attivi abili artigiani capaci di costruire formidabili pavimenti per la danza, a mano, tramandandosi questi piccoli segreti del mestiere di generazione in generazione. Si trattava di una copertura di vero legno nudo, senza alcuna vernice lucidante, che andava periodicamente trattata con levigatrici e oli per nutrire il materiale naturale ma senza renderlo scivoloso, montato su una struttura di sospensione per le assi, sempre di legno, in modo da lasciare sotto un’intercapedine perfettamente calibrata per una resa ottimale in termini di elasticità.

Un pavimento naturale e vivo, con tutti i cambiamenti stagionali che il legno compie. Meraviglioso.

In qualche antica scuola di danza ancora se ne possono trovare, sebbene siano sempre più rari.

Poi è arrivato il pvc balletto, che ha rivoluzionato l'estetica stessa delle sale danza, rendendo il pavimento omogeneo, sicuramente più pulito e igienico, consentendoci di abbandonare l'utilizzo della cassetta della pece, una sostanza non proprio salutare a dirla tutta. Oggi esistono aziende che si occupano di progettare e realizzare il pavimento danza più adatto alle esigenze di coloro che lo richiedono, in base al tipo di attività che è svolta in quello spazio e con una tavolozza di colori così vasta che ogni centro formativo può operare una scelta non solo in base alla funzionalità ma anche per curare la bellezza della sala. L’unica pecca in tutta questa evoluzione, che tanto ha aiutato il nostro lavoro, è che questi pavimenti sono molto costosi: per coprire una sala di medie dimensioni siamo nell'ordine di diverse migliaia di euro, per questo nella maggior parte delle strutture che ospitano la danza, quando non sia già presente un pavimento adatto, ci si arrangia accontentandosi delle più improbabili versioni alternative, che ovviamente non danno lo stesso tipo di performance, diventando potenziali cause d’infortunio.

Il pavimento per la danza dovrebbe avere caratteristiche di elasticità, per proteggere le articolazioni dai contraccolpi e per permettere un adeguato dialogo tra il peso del corpo e il pavimento, ma anche offrire al piede un certo tipo di attrito, né troppo né troppo poco, omogeneo su tutta la superficie, per avere la giusta aderenza quando si spinge il corpo nello spazio attraverso la dinamica. Ho potuto costatare di persona come, nelle strutture che si sono dotate di un buon pavimento, il numero dei traumi alla struttura tra gli allievi sia sceso repentinamente. Quando il pavimento su cui danziamo non possiede le giuste qualità, infatti, i primi a rimetterci sono proprio loro, ma anche i maestri, che ci lavorano sopra quotidianamente. Quando il rivestimento è scivoloso, per esempio, i muscoli della pianta del piede e delle dita, ma anche tibiali anteriori e polpacci, rimangono perennemente contratti, nel tentativo di aggrapparsi, di trattenere il suolo senza avere la costante sensazione di perderlo. Quest’attitudine a lungo andare può provocare tendiniti o rendere la muscolatura delle gambe talmente rigida e tesa da ridurre la mobilità stessa delle articolazioni, oltre al pericolo costante di scivolare durante la discesa da salti o giri.

Quando invece è troppo duro, in particolare per gli insegnanti di danza classica, una disciplina che prevede un’intera sessione di salti a ogni lezione, le problematiche possono essere più insidiose, a carico della colonna vertebrale o delle ginocchia, che ricevono dal basso forze troppo grandi da poter assorbire, anche alla presenza di un lavoro tecnico corretto.

Per la salute di chi studia o lavora con la danza, bisognerebbe avere sempre muoversi su pavimenti adatti, puliti, elastici e con il giusto attrito. Quando in una scuola accadono troppi infortuni è importante andare alla ricerca delle cause: se la presenza di questi incidenti si verifica in modo omogeneo in tutti i corsi dell'offerta formativa e per tutta la durata dell'anno accademico, sarebbe forse opportuno prendere in considerazione la qualità del pavimento. Comprendo la difficoltà nel farsi carico di una simile spesa, ma se posso dare un consiglio da utente e da lavoratore, credo che questo sia l'unico investimento davvero indispensabile per chi vuole offrire formazione coreutica, poiché il pavimento è un vero e proprio attrezzo, e andrebbe scelto con la stessa cura con la quale scegliamo le scarpette più giuste per i nostri piedi.

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