Lavoratori dello spettacolo scendono in piazza in tutta Italia: per noi ripartenza fasulla

di Fabiola Di Blasi
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Siamo lavoratrici e lavoratori dello spettacolo e della cultura italiana, riuniti in un Coordinamento nazionale di realtà, collettivi e movimenti autonomi indipendenti, che si riconoscono negli art. 4, 9 e 33 della Costituzione Italiana, nella cultura etica del lavoro, nei suoi doveri e nei suoi diritti. Ma siamo anche tutte le cittadine e i cittadini che hanno fame di cultura!”

Comincia così, in tredici piazze italiane, la protesta dei lavoratori dello spettacolo che sabato 30 maggio si sono riuniti per manifestare in sicurezza lo stato di agitazione permanente di uno dei settori più colpiti dall’emergenza sanitaria. Per il mondo dello spettacolo, infatti, la fase2 è una falsa ripartenza visto che, come molti segnalano, l’apertura di teatri e cinema consentita dal 15 giugno, non sarà garanzia di impiego per gran parte delle persone che operano nel settore. “Si salveranno pochi Festival estivi e molti di noi resteranno a casa ancora per mesi.”
Con un gesso alla mano per disegnare a terra un cerchio e scrivere la propria professione, artisti, tecnici e operatori culturali hanno manifestato in ordine, indossando mascherine e rispettando le distanze in alcuni casi, come a Roma, anche sotto la pioggia.

La prima manifestazione si è tenuta il 30 maggio in seguito al silenzio da parte delle istituzioni a cui il 19 maggio era stato inviato un Documento Emergenza che chiedeva un incontro urgente per discutere su:
– Un reddito di continuità per traghettare il comparto culturale fino alla ripresa piena dei singoli settori tutelandone l’esistenza, salvaguardando i rapporti di lavoro in atto, anche attraverso incontri politici e tecnici alla presenza di ministeri e INPS;
– Un tavolo di confronto tecnico-istituzionale immediato fra lavoratrici, lavoratori, sindacati, governo e istituzioni per affrontare temi di assoluta priprità come la salute di lavoratori, lavoratrici e pubblico; protocolli di sicurezza; finanziamenti pubblici; strumenti di riforma sia per la ripartenza in presenza, che per una virtualità sostenibile e democratica.

Se il silenzio da parte delle istituzioni continuerà si potrebbe arrivare anche allo sciopero di tutto il comparto. Le piazze si sono riempite a Bologna, Bari, Cosenza, Firenze, Genova (nella foto), Catania, Napoli, Milano, Palermo, Roma, Torino, Trieste, Venezia e altre città hanno voluto far sentire la loro voce o meglio il loro silenzio: alla lettura del documento emergenza e degli articoli 4, 9 e 33 della Costituzione hanno fatto seguito, infatti, diversi minuti di silenzio da parte di lavoratori che in questo momento sono completamente abbandonati.

La Cultura è un bene comune, vogliamo ribadirlo in questa manifestazione nazionale di piazza.”

Nell’ultimo periodo sono nate diverse pagine social che hanno lo scopo di riunire, informare e promuovere iniziative, tra cui vi segnalo:
www.facebook.com/siamolarticolonove
www.facebook.com/professionistispettacoloecultura
www.facebook.com/spettacololombardia
www.facebook.com/lavoratorispettacolopiemonte
www.facebook.com/LLSCa
www.facebook.com/zonarossanapoli
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www.facebook.com/lav.spettacolo.ge
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www.facebook.com/Lavoratrici-e-Lavoratori-dello-Spettacolo-e-Cultura-Città-di-Trieste
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www.facebook.com/attriciattoriuniti
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www.instagram.com/professionistidellospettacolo
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