La stella di Svetlana Zakharova brilla nel cielo di Calabria

di Monica Boetti
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Non esistono parole appropriate per descrivere la meraviglia alla quale si è assistito lo scorso 13 agosto al Parco Scolacium di Roccelletta di Borgia. L'ineguagliabile stile raffinato di Svetlana Zakharova, e le note vibranti di Vadim Repin, accompagnato dall'Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli, hanno conquistato il pubblico di Armonied'ArteFestival, diretto da Chiara Giordano e organizzato dalla Fondazione Armonie d'Arte.

Le due stelle hanno illuminato il palco con le loro superbe esibizioni con un nuovo allestimento specifico per Armonied'ArteFestival di "Pas de Deux for Toes and Fingers", una contaminazione artistica, un coinvolgente galà in cui musica e danza sono l'espressione di una idea originale e innovativa. L'alternanza di esecuzioni dal vivo con l'orchestra di brani celebri e di performance della ballerina ucraina hanno generato due spettacoli diversi e al tempo stesso omologhi.

Svetlana Zakharova ancora una volta ha dimostrato una grandezza infinita. Perfetta nei suoi movimenti, a tratti impalpabile tanto da sembrare un soffio d'aria materializzatosi sotto forme umane. Da sola o accompagnata da Vyacheslav Lopatin, primo ballerino del Bolshoi di Mosca, da Vladimir Varnava, ballerino e coreografo del Teatro Merinski di San Pietroburgo, da Dmitry Zagrebin, primo ballerino del San Francisco Ballet e del Stanislavsky Ballet di Mosca, e Patrick De Bana, coreografo eclettico, già componente del Bejart Ballet e attualmente direttore artistico dello Shanghai Ballet, ogni movimento della Zakharova ha impressionato in una sorprendente varietà stilistica ed espressiva: composta o sfrontata, seducente o appassionata, totale nei diversi ruoli, sempre portando in scena l'anima, e lasciando profonde tracce di emotività nel cuore dei presenti di cui a fine spettacolo si raccoglievano commenti entusiastici e persino commossi.

Non da meno l'esibizione di Vadim Repin, suo compagno nella vita, con esecuzioni esemplari dove lirismo espressivo e virtuosismo assoluto si sono alternati con una potenza comunicativa impressionante e una semplicità disarmante.

Di grande effetto la presenza dell'orchestra su un lato del palcoscenico, con la direzione in forma di primo violino di Anton Barachowski, supporto sicuro e dialogo perfetto con l'archetto elegante di Repin, ora dolcissimo e struggente, dal suono ricco e profondo, dalla personalità subito carismatica in scena e che ha saputo esaltare il pubblico ad ogni intervento sottolineato sempre da lunghi applausi.

Inevitabile la grande standing ovation finale. Lo scorso 13 agosto non era necessario guardare in cielo perché a brillare di più erano le "stelle" del Parco Scolacium

Monica Boetti

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