LA DANZA NEL CINEMA: “WAR DANCE UGANDA” un film che fa riflettere

di Fabiola Di Blasi
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https://www.youtube.com/watch?v=UATS5K9IZT0

In questo numero de “La danza nel cinema” vi parlo di War Dance Uganda un film documentario americano che ha debuttato al Sundance Film Festival del 2007 e che potete guardare gratuitamente online cliccando qui sopra in quanto è disponibile in versione integrale su Youtube. La pellicola è girata quasi interamente nella città di Patongo, in Uganda, una delle più colpite, per oltre vent’anni, dalla guerra civile della Lord Resistance Army. Il film inizia e finisce con le stesse immagini di alcuni bambini della tribù Acholi provenienti dalla zona di guerra che viaggiano su un vecchio furgone scortati da militari armati. Uno di loro dice “E’ difficile per la gente credere alla nostra storia”…
La loro storia, ben raccontata dai registi Sean Fine e Andrea Nix Fine è quella dei sopravvissuti alla guerra, spesso orfani e bambini soldato, che vivono in villaggi di capanne e ci viene narrata da tre giovani protagonisti, Dominic, Rose e Nancy. “Il mondo pensa che questo sia il modo di vivere qui in Africa. Ma vorrei dire loro che non è così” dice una bambina mentre ricorda la sua vecchia casa.
La regia è delicata e commuovente e riesce a raccontare cose atroci senza mostrare immagini di orrore, ma War Dance Uganda è tutt’altro che un film sulla disperazione e la tristezza: il furgone che vediamo viaggia verso Kampala, la capitale, dove i ragazzi sono attesi al Kampala Music Festival, il più importante festival del Paese. Durante tutto il film seguiamo la preparazione per questo grande concorso e vediamo i bambini danzare e cantare. Una danza che ci riporta all’origine delle cose e che forse definiremmo primitiva ma non improvvisata: infatti assistiamo a delle vere e proprie prove durante le quali gli insegnanti danno le correzioni per creare maggiore uniformità nel gruppo. In Uganda, tutti i bambini apprendono la danza tradizionale, la bwola, perché è parte della cultura locale. Per accedere alla competizione nazionale, eseguire bene la danza è un requisito fondamentale. Non è semplice come può sembrare ad una lettura superficiale dei movimenti perché implica, in contemporanea, l’uso della voce e del corpo. E’ una “dance of beauty” dicono nel film, quindi deve essere perfetta. Una danza di gioia, aggiungeremmo noi guardando questi ragazzi muoversi all’unisono su ritmi travolgenti. Una danza giocosa, coraggiosa, contagiosa, un tripudio di colori. La danza può ancora portare felicità dopo che la mano dell’uomo ha distrutto…questo ci deve far riflettere. Al di fuori dei momenti musicali, le vite di queste persone sono completamente svuotate e regolate dal lavoro e da  poche altre abitudini. Una volta al mese, per esempio, gli abitanti di Patongo si mettono in coda per riceverei i viveri portati dai camion delle Nazioni Unite. In War Dance Uganda sono i ragazzi stessi che parlano della gioia che provano quando cantano e danzano.
“When I dance my problems vanish…I can feel the wind…I am free and I can feel my home”.
Finalmente si arriva all’apertura del Festival, annunciata dal suo Presidente. Tre giorni per trecentoquindici performance valutate su tre palcoscenici diversi. Ogni scuola deve esibirsi in diverse categorie: canto corale, composizione strumentale, creative dance, original composition, traditional folk song, dramatic composition e infine traditional dance (la bwola). E’ emozionante vedere come la preparazione di una performance sia uguale per tutti a prescindere dal luogo, dallo stile e dal livello portato in scena. Il rituale unisce tutti.
La gara finisce. I bambini di Patongo vincono due premi: il Best Musician Award che va ad un talentuoso suonatore di xilofono ed il Traditional Dance Award! Tornano a casa orgogliosi, urlano di gioia, sono felici. La loro arte gli ha permesso di riscattarsi. Alcuni di loro già sognano di diventare musicisti o insegnanti di musica e danza. Ora non sono più i bambini della guerra…sono i bambini che hanno vinto la “competizione di danza”.
War Dance Uganda ha trionfato sia al Sundance Film Festival del 2007 che al secondo Festival del Cinema di Roma dove è stato premiato come miglior documentario sociale. Ha ricevuto la nomination come miglior documentario agli Academy Awards del 2008.
Altri premi:
Emmy Award per il miglior documentario e miglior fotografia;
Aspen FilmFest, premio del pubblico per il miglior documentario;
Jackson Hole Film Festival, premio per la migliore fotografia;
Premio del Pubblico al Wisconsin Film Festival per il miglior documentario;
Woodstock Film Festival, premio del pubblico per il miglior documentario;
Woodstock Film Festival premio Wexler Haskell per la migliore fotografia;
ZagrebDox Film Festival premio Veliki Pecat per il miglior film in competizione regionale.
Sul New York Times, Stephen Holden ha scritto che questo film “E’ così bello che distrae dai fatti angoscianti che racconta. E’ comunque un film che non si dimentica una volta visto”.

Quelli affrontati in War Dance Uganda sono temi ancora attuali perché tutte le guerre sono uguali.

Genere: documentario
Anno: 2007
Scritto da: Sean Fine, Andrea Nix Fine
Regia: Sean Fine, Andrea Nix Fine
Fotografia: Sean Fine
Montaggio: Jeff Consiglio
Musiche: ritmi della musica africana
Produzione: Albie Hecht, Shine Global
Executive Producer: Susan MacLaury, Mark Urman, Daniel Katz, Douglas Eger, Stephen Nemeth, Erik Cleage e altri.
Distribuzione: THINKFilm
Paese: USA
Colore: a colori
Lingua: Inglese
Durata: 105 min

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