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La danza nel cinema: Jesus Christ Superstar, la rock opera di successo dal disco al grande schermo

di Fabiola Di Blasi 12 Aprile 2020
scritto da Fabiola Di Blasi 12 Aprile 2020 1.161 visualizzazioni

Gli anni ’70 non potrebbero essere rappresentati meglio: nel film Jesus Christ Superstar, realizzato proprio in quel periodo, l’atmosfera hippie è protagonista e caratterizza canto, ballo, trucco e costumi. Prima di essere un film, però, Jesus Christ è stato un musical teatrale e un disco. Nel 1970, infatti, usciva il doppio album che fece la storia, scritto da Andrew Lloyd Webber e Tim Rice per un’orchestra di 100 elementi, Ian Gillan dei Deep Purple nella parte di Gesù, Murray Head, reduce dalla produzione di Hair a Londra, nel ruolo di Giuda, Yvonne Elliman come Maddalena (la stessa del film), Victor Brox come il sommo sacerdote Caifa e Barry Dennen nei panni di Pilato (sia nel disco che nel film). I due giovani autori, destinati a fare la storia del musical, raccontavano la passione di Gesù da un nuovo punto di vista, quello di Giuda, il discepolo traditore. Alla sua uscita, mentre la filosofia hippy conquistava il mondo, il disco venne considerato scandaloso e blasfemo, ma questo non ne intralciò il successo e le copie vendute furono 7 milioni! I famosi brani che tutti conosciamo ancora oggi, furono lo spunto per il musical teatrale realizzato da Lloyd Webber e Tim Rice nel 1971 a Broadway dove lo spettacolo rimase in scena per 18 mesi. Ad oggi, è stato tradotto in 11 lingue e rappresentato in oltre 20 Paesi.

Questo ulteriore successo portò Lloyd Webber a pensare a un film che il produttore Robert Stigwood, venuto a conoscenza del progetto, decise di finanziare ritenendo che il racconto fosse molto adatto al grande schermo. Girato nel 1972, uscito nelle sale nel 1973 (nel 1974 in Italia), il film, con la regia del canadese Norman Jewison, segnò un altro successo e rappresenta un’importante tappa della storia del musical, nonostante le polemiche che l’accompagnano. Il soggetto, infatti, tratta degli ultimi giorni di vita di Gesù la cui figura, contrapposta a quella di Giuda a cui è dato altrettanto spazio, è presentata per la prima volta con una natura più umana che divina. Il film, di ambientazione contemporanea, non dimentica di evidenziare l’arroganza e la corruzione del potere civile e religioso ed è interamente cantanto e danzato grazie alle coreografie di Robert Iscove, regista, coreografo e produttore televisivo canadese per cui Jesus Christ ha rappresentato il primo contatto con il cinema. La fotografia è curata da Douglas Slocombe, tra i migliori in ambito cinematografico.

La storia si sviluppa in una serie di momenti significativi dell’ultima settimana di vita di Gesù (Ted Neeley al suo primo ruolo importante), fino alla crocifissione. In principio vediamo l’arrivo di un gruppo di giovani attori che è intento ad allestire uno spettacolo sulla vita di Cristo. Tra questi c’è Giuda (Carl Anderson, lo stesso della versione teatrale), che vediamo riflettere in disparte: è preoccupato per la popolarità di Gesù e teme le conseguenze di un crescente fanatismo che potrebbe rovinare tutti nel caso scoppiasse una rivolta. Non è ancora chiaro ai discepoli che il disegno di Cristo non prevede scontri. Maria Maddalena (Yvonne Elliman), affascinata dal Messia, provvede a dargli ristoro rinfrescandogli fronte e piedi e mettendosi al suo servizio ma anche accudendolo in modo materno; la scena è brutalmente interrotta da Giuda che ricorda come Maddalena sia una ex prostituta ma sia in questa che in altre occasioni, Gesù prende le difese della donna. Gesù è amato dalla gente e accolto con entusiasmo quando entra a Gerusalemme. Anche i sommi sacerdoti sono preoccupati per la crescente popolarità e temono che questo possa danneggiare la loro casta, anche perché Gesù ribalta il concetto di potere e gloria. In questa fase appare già chiaro che per loro questo personaggio scomodo debba essere eliminato. Nel frattempo, il prefetto Ponzio Pilato fa un sogno premonitore in cui si vede accusato da tutti per l’eternità come uccisione di un uomo della Galilea. Gesù comincia ad affrontare dei momenti di amarezza e sconforto come quello che segue l’arrivo al tempio che lui e gli apostoli scoprono essere diventato un covo di ladri, mercanti e prostitute. Incontra poi anche un gruppo di lebbrosi che chiedono pietosamente di essere guariti. Tenta di curarli con l’imposizione delle sue mani ma è sopraffato dalla folla e disperato chiede di essere lasciato in pace, andandosene. Sarà Maria Maddalena a calmarlo.

Giuda continua a pensare che a Gesù sia sfuggita di mano al situazione. Abbandonato a sé stesso nel suo conflitto interiore, chiede consiglio ai sommi sacerdoti che lo appoggiano e stabiliscono che Gesù debba essere arrestato. Offrono a Giuda un sacchetto con 30 denari d’argento per la sua collaborazione: dovrà consegnare Gesù mentre si trova lontano dalle folle. E’ il momento dell’ultima cena, scena in cui gli attori si immobilizzano in un tableau che richiama l’affresco di Leonardo da Vinci. Seguono le affermazioni di Gesù afferma sul suo tempo ormai giunto al termine, su Pietro che lo rinnegherà tre volte e su qualcuno che lo tradirà. Gli apostoli non afferrano il senso delle sue parole, Giuda, in preda alla rabbia, si scontra verbalmente con Gesù e si allontana. Mentre fissa il suo primo discepolo correre via, il volto di Gesù diventa addolorato. Inizia un momento di preghiera in cui chiede a Dio il senso della sua morte imminente che il suo lato umano non riesce ad accettare. Parte da qui l’epilogo: Giuda bacia Gesù affinché le guardie possano riconoscerlo, arrestarlo e condurlo dai Sommi Sacerdoti da cui viene giudicato bestemmiatore e blasfemo e inviato da Pilato. La folla diviene nemica di Gesù, visto ormai come un falso profeta: se è davvero il messia, dovrebbe dimostrarlo liberandosi da solo. Nel frattempo Pietro, fermatosi a bere dell’acqua insieme alla Maddalena, viene riconosciuto dai presenti come seguace di Cristo e, spaventato, rinnega Gesù per tre volte, come anticipato dalla profezia. Pilato sentenzia che Gesù, in quanto galileo, deve essere giudicato da Erode, un personaggio pittoresco, circondato da gente che fa festa, ansioso di conoscere la super star del momento e di vedere le “magie” di cui ha sentito parlare ma rimane deluso dalla figura e dal silenzio di Gesù. Gli apostoli, con in testa Maria Maddalena, non sono ancora consapevoli che tutto stia volgendo al termine mentre Giuda capisce che Gesù è travolto dagli eventi e ormai prossimo all’uccisione. Si reca dai Sommi Sacerdoti a protestare anche perché se Gesù dovesse fare una brutta fine, lui passerebbe alla storia come “traditore”. Rendendosi conto di essere stato ingannato, getta i 30 denari, scappa lontano e, disperato, si impicca a un albero. La sentenza finale di Pilato giudica Gesù come colpevole. La gente lo vuole crocifisso e neppure le 39 frustate placano l’ira della folla. Gesù non reagisce. Pilato preoccupato per possibili sommosse, lo condanna a morte.

Durante l’ultima notte vissuta da Gesù, lo spirito di Giuda scende dal cielo vestito di bianco con ballerine al seguito e, cantando il più celebre pezzo, quello che dà il titolo al film, interroga Gesù sul senso di quanto fatto e chiede come sarebbero andate le cose se invece che 2000 anni fa, fosse venuto al mondo al tempo dei mass media. Lo accusa di aver peccato di protagonismo e di aver gestito le cose in modo sbagliato. Gesù viene crocifisso e, pronunciate le sue ultime parole, china la testa e spira. Il cast al completo fa le valigie e risale sul pullman con cui è arrivato. Vanno via tutti, tranne Gesù, che scompare dalla scena in cui rimane solo la croce vuota al tramonto. Un’immagine di forte impatto che simboleggia la resurrezione.

Jesus Christ Superstar è diventato un cult movie assolutamente da vedere. Diverse le trovatre geniali in questo film in cui i personaggi sono tutti portati all’estremo. Per la loro performance, rispettivamente di Gesù e Giuda, Ted Neeley e Carl Anderson sono stati candidati al Golden Globe nel 1974. La pellicola ha vinto il David di Donatello 1974 miglior film straniero.

Le riprese furono effettuate nel 1972 in Israele, principalmente presso le rovine di Avdat nel deserto del Negev, in un momento politicamente molto difficile che però non ha compromesso la buona collaborazione per la realizzazione del film, ne è un esempio la scena in cui Giuda viene inseguito da carri armati israeliani, che in quei giorni erano realmente lì a pattugliare la zona. Le rovine in cui sono ambientate le scene dei sacerdoti Anna e Caifa sono quelle del palazzo originale dei Sommi Sacerdoti: le impalcature furono trovate in loco dalla troupe e lasciate per scelta registica. La location dell’ultima cena fu scelta e affittata un anno prima delle riprese e si fece in modo di creare un prato circondato dal deserto. Tutto il film è stato girato nello stesso ordine in cui sono accaduti gli eventi.

Curiosità: Un tema musicale composto da 5 note, che compare in alcune parti del film, come nella scena immediatamente successiva alla ripresa nel Tempio, è stato utilizzato da Andrew Lloyd Webber anche in “Evita”, dove le stesse cinque note vengono cantate diverse volte dal coro nel corso di tutto il musical, sempre sulle parole “Evita Peron”. Tale motivo sembra essere un vero e proprio auto-omaggio.
Jesus Christ non smette di far parlare di sé: per festeggiare i 50 anni del disco, Stefano Bollani  ha recentemente rivisitato l’album del 1970 pubblicando Piano Variations on Jesus Christ Superstar.

Genere: musicale
Anno: 1973
Regia: Norman Jewison
Soggetto: Tim Rice, Andrew Lloyd Webber
Sceneggiatura: Melvyn Bragg, Norman Jewison
Interpreti: Ted Neeley (Gesù); Carl Anderson (Giuda Iscariota); Yvonne Elliman (Maria Maddalena); Barry Dennen (Ponzio Pilato); Bob Bingham (Caifa); Larry Marshall (Simone il Cananeo); Josh Mostel (Erode Antipa); Kurt Yaghjian (Anna); Philip Toubus (Apostolo Pietro); Robert LuPone (Apostolo Giacomo)
Fotografia: Douglas Slocombe
Montaggio: Antony Gibbs
Musica:Andrew Looyd Webber e Tim Rice (testi)
Coreografie: Robert Iscove
Scenografia: Richard MacDonald

Costumi: Yvonne Blake
Trucco: Neville Smallwood

Produttori: Norman Jewison e Robert Stigwood
Casa di produzione: Universal Pictures

Paese di produzuone: USA
Lingua originale: inglese
Durata: 103 min

Andrew Lloyd WebberBroadwayCarl AndersonDavid di Donatellofilm musicaleJesus Christ SuperstarLa danza nel cinemaNorman Jewisonopera rockRobert IscoveTed NeeleyTim RiceYvonne Elliman
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Fabiola Di Blasi
Fabiola Di Blasi

Sin da bambina studia danza e musica. Dopo il liceo linguistico, durante il quale vince più concorsi letterari, si trasferisce da Genova a Milano, si diploma in un’Accademia di spettacolo in cui studia danza, recitazione e canto e si laurea in Scienze e Tecnologie della Comunicazione all’Università IULM con una tesi sull’organizzazione e promozione degli eventi culturali e dello spettacolo scritta con il Teatro alla Scala. Lavora prima come performer, poi come assistente alla regia, assistente di scena, e di produzione tra teatro, televisione, musical e soprattutto opera lirica in diverse città, con registi e coreografi di chiara fama tra cui Gabriele Lavia, Robert Carsen, Dario Argento, Daniele Abbado, Filippo Crivelli, Giuliano Montaldo, Renata Scotto, Enrico Stinchelli, Stefano Trespidi, Rolando Panerai, Hugo de Ana, Henning Brockhaus, Valentina Escobar, Marina Bianchi, Alfonso Antoniozzi, Francesco Torrigiani, Luca Baracchini, Denni Sayers, Chiara Cattaneo, Leda Lojodice, Giovanni Di Cicco, Stephanie Havey, Robert Chevara… Dal 2013 collabora con la Teatro Carlo Felice webTV, il primo canale streaming di una Fondazione lirico-sinfonica, come conduttrice e assistente di studio per le trasmissioni di danza e opera. Nel 2017, a Genova, avvia il progetto scuole OperaLand mentre nel 2018 fa il suo debutto registico con Don Pasquale per l’Associazione OperaOpera ed entra nel team del SempreVerdi Festival. Durante l’estate dello stesso anno è direttore di scena e assistente alla regia presso Lyrique en Mer, Festival International da Belle-Ile, France dove ritorna nel 2022. Nel 2019 scrive “Verdi OperaLand – Chi è di scena!”, spettacolo interattivo per bambini. Nel 2020 riceve il Premio PalcoscenicoDanza assegnato da DanzaStudio Varazze in collaborazione con gli Assessorati comunali alla Cultura, Sport e Turismo per l’impegno nella divulgazione e per l’ideazione e realizzazione di progetti per i giovani. È Direttore di scena per “La Festa dell’Opera” 2021 e 2022 al Teatro Grande di Brescia. Come assistente di produzione e tour manager lavora, inoltre, per la Daniele Cipriani Entertainment, società di spettacolo di Roma, che diventa la sua nuova città. Durante la chiusura delle sale teatrali a causa della pandemia, cura la direzione artistica di “OperaLand – Genoa opera Festival for kids” progetto che sfrutta gli spazi museali. Sempre per OperaLand, nel 2022 è direttore artistico dell’evento-spettacolo che celebra a Genova il World Opera Day. Di natura versatile ed entusiasta, ama mettersi in gioco. Sono riconosciute, tra le sue doti, abilità di scrittura, organizzative e di problem solving. Dal 2015 fa parte della redazione di Dance Hall News dove ha curato anche la rubrica “La danza nel cinema” e il laboratorio “Scrivere di danza”. Come freelance collabora con altre testate, scrive saggi per libretto e tiene conferenze illustrative. Dal 2022 collabora con il Novara Dance Experience.

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Filippo 13 Aprile 2020 - 13:07

Bellissima recensione molto approfondita.
Ricordo quando usci’ se ne parlo’ per anni. A scuola i prof. di religione, tutti preti, gridavano allo scandalo. Rivisto oggi non vedo scandali ma solo un gran bel film che ha segnato il mondo che “tutti volevamo cambiare”, e che invece ha cambiato noi!!!

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