“King Kong” a Broadway delude le aspettative della critica

di Alessandra Colpo
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“King Kong”, il nuovo musical di Broadway basato sul classico di Hollywood di Merian C. Cooper e Ernest B. Schoedsack che ha ispirato un successivo franchise cinematografico, ha debuttato ufficialmente l’8 novembre al Broadway Theatre. “King Kong” arriva a New York dopo una prima mondiale del 2013 a Melbourne.

Il fulcro della produzione è il suo protagonista: un gorilla silverback alto 6 metri di circa una tonnellata di peso che sovrasta i suoi co-protagonisti, un aggressore minaccioso il cui volto così realistico è in grado di esprimere una gamma di emozioni mozzafiato.
La creatura prende vita fondendo tecnologia animatronica e robotica all’avanguardia attraverso un enorme marionetta controllata da una squadra di artisti e tecnici perfettamente integrati.

La produttrice Carmen Pavlovic ha arruolato un team creativo completamente nuovo per preparare “King Kong” al pubblico di New York. Il team creativo di Broadway vanta il pluripremiato scrittore Jack Thorne (“Harry Potter and the Cursed Child”, “Let the Right One In”), il regista-coreografo vincitore dell’Olivier Award Drew McOnie (“Strictly Ballroom”) e il cantautore australiano Eddie Perfect, che sta attualmente adattando “Beetlejuice” per Broadway. Perfect si unisce al compositore e arrangiatore originale dello spettacolo Marius de Vries (“Moulin Rouge”, “Romeo + Juliet”).

Nel cast troviamo l’attrice Christiani Pitts, (“A Bronx Tale”) nel ruolo di Ann Darrow, Eric William Morris (“Mamma Mia!”) nei panni di Carl Denham e Erik Lochtefeld (“Misery”, “Metamorphoses”) in quelli di Lumpy.
“King Kong” racconta del viaggio della giovane attrice Ann Darrow e del regista Carl Denham nel 1930 da New York verso un’isola inesplorata per catturare una grande e misteriosa meraviglia.

Date le premesse ci si aspetterebbe un colossal del teatro musicale, sfruttare il classico cinematografico del 1933 come fonte di ispirazione non sembrava una cattiva idea. Eppure la critica statunitense non ha accolto positivamente il nuovo titolo da 35 milioni di dollari, e ha attaccato principalmente il libretto del musical.

All’inizio, mentre la nave salpa dal porto di New York, lo scenario, la scenografia e le proiezioni video si fondono in modo così perfetto che pensi che questo spettacolo possa portare a qualcosa di speciale. Invece la storia è stata banalmente ripensata in termini teatrali sorprendenti, attraverso proiezioni abbaglianti e animazioni all’avanguardia per dare un’emozione, ma il musical mette i “wow!” al di sopra della buona scrittura.

La star dello show è sicuramente l’enorme gorilla, una creazione impressionante con la capacità di eseguire movimenti dall’aspetto naturale ed emulare una grande varietà di espressioni facciali, ma il libretto di Jack Thorne richiede a Kong di compiere imprese che vanno oltre le capacità degli animatori. Quindi, quando Kong affronta un cobra gigante, i combattimenti per lo più si svolgono fuori scena con lo strangolamento finale visto solo attraverso delle ombre.

Dialoghi piatti a parte, l’errore più grande è stato quello di togliere gli aspetti tragici dei due personaggi principali del film, sostituendoli con empatia. Il regista sull’orlo della bancarotta  Carl Denham è ora un cattivo senza cuore che si prende cura delle persone con promesse di fama e ricchezza. Ann Darrow, il ruolo che ha reso Fay Wray una star, non combatte più per sopravvivere alla Depressione – rubare cibo per non svenire dalla fame – e non vede l’ora di unirsi a Denham nel suo film. È una giovane promettente che viene a New York con sogni di celebrità e pensa che questa possa essere la sua grande occasione. A differenza della Wray, che ha urlato terrorizzata per metà delle riprese, questa Ann reagisce ai ruggiti della bestia ruggendo contro di lui e cercando di collegarsi a un livello più profondo. Le scene tra loro sembrano andare avanti all’infinito mentre lei esprime la sua interpretazione di ogni mossa e suono che fa Kong.

“King Kong” è tanto tecnicamente innovativo quanto assolutamente ridicolo, come del resto ci si aspetterebbe da un adattamento teatrale di “King Kong”.
Ottava meraviglia del mondo? Probabilmente “King Kong” non è nemmeno l’ottava meraviglia di Broadway, ma il grande scimmione offre dei brividi forti. Detto questo, potrebbe sentirsi più a suo agio, e fare una fortuna più grande, in uno spettacolo di Las Vegas.

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