Carla amore mio…

Due anni fa ci lasciava Carla Fracci

di Francesco Borelli
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Ricordo bene quel 27 maggio, ricordo che il telefono non smetteva di squillare e che il mondo, tutto, sgomento apprendeva la notizia della scomparsa di Carla. Ricordo l’improvviso vuoto provato, la solitudine che solo la scomparsa di un’amica può farti sentire, la tristezza di aver perso momenti preziosi che ancora si sarebbero potuti susseguire a lungo. E poi lo stupore, il dolore profondo, i ricordi che iniziano a rincorrersi nella mente e nel cuore. Non mi dilungherò su ciò che Carla ha rappresentato per il mondo del balletto, non racconterò della sua immensa carriera e della sua vita straordinaria, non parlerò di Giselle e Gelsomina, dei suoi port de bras perfetti, dello stile unico e insuperato, del suo volto così assolutamente delizioso, di quegli occhi sempre vispi, attenti, furbi e curiosi.Io penso alla persona, ai suoi abbracci, ai suoi racconti così intimi e divertenti, a quelle ultime conversazioni in cui ancora parlava di progetti da realizzare. Perché è così, le stelle non smettono di sognare fino all’ultimo. Così come una volta abbandonata questa vita terrena, non smettono di brillare.Mi manca molto Carla.

Mi mancano le sue parole di incoraggiamento, mi mancano i suoi “bravo” e i suoi consigli, le cene e i viaggi in macchina. Mi mancano le telefonate e i messaggi e il suo essere presente. Anna Maria Prina dice sempre che Carla non morirà mai. Rimane in ogni teatro in cui ha danzato, in ogni scuola di danza in cui le bambine sognano di diventare come lei, nei cuori di chi l’ha conosciuta e amata.Un giorno mi disse: “Tu hai coraggio” e appoggiò la sua mano sul mio cuore. Ecco, io quel gesto non lo scorderò mai. Carla era una persona “potente” e quando parlo di potenza non intendo il mero “poter fare e ottenere” perché la Fracci. Parlo del carisma dell’anima, quella forza insita in chi è grande, parlo del cuore che batte all’unisono con la bellezza del mondo e dell’arte.

Mi manca molto Carla.

Danzatrice eccelsa, attrice capace di arrivare dritta alle persone, emozionandole. Donna minuta ma con la forza incontenibile di un leone. Molti la definiscono regina, altri stella, alcuni icona. Impossibile, a mio avviso, definire il mito, relegarlo a una parola in cui racchiudere il senso profondo della donna e dell’artista.

Mi manca molto Carla.

Quando appariva, col suo incedere elegante e di bianco vestita, incantava tutti. Si rimaneva abbagliati da quella luce che solo lei emanava. La luce dell’unicità e della meraviglia. Una nuvola forse, di quelle che si stagliano nel cielo e illuminano la vita di ciascuno di noi. Carla era una persona che ti accoglieva con semplicità, capace di sorridere e abbracciarti, di raccontarsi come se gli avvenimenti straordinari che avevano caratterizzato la sua vita null’altro fossero che “cose che capitano e che non ho cercato”.

Ci manca molto Carla.

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