Per la Giornata Internazionale della Danza del 29 aprile, la Rai ha programmato l’atteso show di Roberto Bolle, Viva la Danza, e un balletto su Rai5, Giselle, con Svetlana Zakharova e…Roberto Bolle. Forse una fotografia dell’idea che si ha della danza in Italia? D’altronde lo stesso attuale Ministro alla Cultura ha dichiarato “Il nostro Paese vanta il primato della danza, e celebrarne la giornata con una figura della caratura di Bolle e con questi fondali incredibili dimostra che l’Italia non può temere nessuno.” Se lo dice lui…
Ma veniamo al programma. Viva la Danza ritorna sul piccolo schermo e registra l’11,1% di share, un po’ meno dello scorso anno ma va detto (oltre che Bolle era rivale di se stesso negli ascolti visto il balletto su Rai5) che il palinsesto della serata prevedeva programmi forti e molto seguiti come Belve di Francesca Fagnani su Rai2, DiMartedì con Giovanni Floris su La7 e, cosa da non sottovalutare, la sfida di Champions League – Arsenal-PSG su TV8. Gli ascolti, dunque, non sono andati così male.
Il programma è ormai rodato e segue lo schema di tutti quelli affidati a Bolle negli ultimi anni, cioè sviluppa il concetto di “Bolle and Friends”: danzano lui, i suoi ospiti internazionali e si aggiungono ai ballerini artisti dello show business italiano con cui Bolle fa degli approfondimenti su ciò che è il mondo della danza e dello spettacolo in generale.
Dal punto di vista delle performance, c’è poco ben poco da dire e criticare: con un cast che include Nicoletta Manni, Martina Arduino, Anastasia Matvienko, Maia Makhateli, Timofej Andrjashenko, Toon Lobach, Emiliano Fiasco, Ildar Young, Shale Wagman e Motoki Kiyota, Tommaso Parazzoli, Gaetan Farnier, il Cirque du Soleil…la qualità dello spettacolo offerto è talmente alta che gli occhi possono solo sorridere, soprattutto considerato quello la televisione dà solitamente in pasto agli spettatori spacciandolo per grande danza.
La puntata unica di Viva la Danza si apre con una sigla in cui vediamo Roberto Bolle danzare a Palazzo Ducale di Venezia, presto raggiunto da 150 giovani ballerini reclutati da Assodanza Italia, tutti vestiti di bianco. Un chiaro richiamo a un’altra manifestazione organizzata dall’étoile dei due mondi, OnDance, in cui, ogni anno, schiere di giovani allievi in divisa bianca si riversano in piazza Duomo a Milano nella speranza di vedere i propri beniamini e simulare delle lezioni di danza, per quanto possibile in un contesto come quello di una piazza affollata, all’aperto, sotto il sole. Un evento molto frequentato ma anche passibile di critiche, un colpo d’occhio notevole sui grandi numeri che muove la danza e una festa in cui di nuovo si celebra quest’arte meravigliosa in tutte le sue declinazioni ma che ancora una volta non denuncia e non affronta i veri problemi del settore in Italia. Dove andranno a lavorare tutti i giovani danzatori che frequentano, permettendogli di esistere, eventi di questo tipo, concorsi, stage, corsi di formazione a non finire? In che cosa stanno investendo le loro famiglie? A Roberto Bolle abbiamo sempre riconosciuto dei meriti ma criticato la scarsa esposizione sul tema, lui che, vista la notorietà raggiunta, potrebbe, assieme ad altri, sollevare la questione in maniera importante e riempire le piazze di verità che è la sola bellezza utile da mostrare.
Entriamo al Teatro Filarmonico di Verona accolti da una platea di giovani sempre vestiti di bianco. Bolle ringrazia il Ministero della Cultura che supporta l’iniziativa e comincia a condurre la serata con la bravissima e talentuosa Serena Rossi a cui si aggiungerà Claudio Santamaria. Un’accoppiata che funziona. Serena Rossi introduce l’esilarante clip di cui è protagonista Geppi Cucciari che fingendosi assistente di volo dà il “benvenuto a bordo”. Un siparietto che tornerà altre volte nel corso del programma. Tra l’altro bisogna riconoscere alla stessa, oltre alla bravura che la caratterizza, il merito di ospitare e promuovere spesso la danza nel suo programma Rai Splendida Cornice. Insomma, siamo tra amici.
Si apre con Carmen. Danzano Roberto Bolle e Nicoletta Manni. Due étoile giuste e ormai estremamente affiatate per questo estratto del celebre balletto di Roland Petit. Segue Esmeralda con Maia Makhateli e Motomi Kiyota e qui si presentano subito dubbi sulla necessità dei commenti da dietro le quinte durante la performance… Certo aiutano a non fare cadere il ritmo televisivo ma forse sono troppo lunghi, soprattutto se in scena c’è una strepitosa Maia Makhateli da ammirare dall’inizio alla fine senza stacchi di camera. Più che i commenti dalle quinte, sono interessanti i dialoghi con gli ospiti su apposito divanetto allestito fuori palco, un confronto tra esponenti di diverse arti che non interrompe le performance.
Gli altri momenti memorabili della serata sono senz’altro il passo a due da Il Lago dei Cigni con Roberto Bolle e Anastasia Matvienko insieme alla Compagnia di Zagabria (quest’ultima molto presente in tutto lo show) preceduto da un breve excursus sul balletto fatto da Claudio Santamaria. La performance con Roberto Bolle e Timofej Andrjashenko con promozione della mostra su Caravaggio attualmente a palazzo Barberini di Roma ma anche del balletto “Caravaggio” in scena il mese prossimo al Maggio Musicale Fiorentino; l’omaggio al musical (da West Side Story a Jesus Christ Superstar passando per Mouline Rouge e altri) e alla tap dance con un estratto da Singin in the rain e due grandi interpreti italiani; tutti gli interventi dello storico dell’arte Jacopo Veneziani; Les Flames de Paris con una splendida Martina Arduino e Shale Wagmane e, ciliegina sulla torta, l’arrivo di Gianna Nannini che emoziona (come anni fa fece un altro grande del rock italiano, Vasco Rossi) cantando prima seduta su un trono e poi in piedi mentre intorno si balla. Lei stessa volteggia, guidata da Bolle, dopo un breve dialogo con lui.
Sul finale, un altro omaggio alla musica italiana, con Balla balla ballerino del compianto Lucio Dalla su cui vengono proiettate immagini della vita e carriera di Roberto Bolle, dall’infanzia ad oggi. Un po’ un omaggio a se stesso, in linea col personaggio.
Nel complesso ci possiamo dire contenti perché non se ne può più di vedere in televisione (programmazione di Rai5 a parte) solo talent, reality e coreografie che sono una la copia dell’altra. Perciò ben venga un programma come Viva la danza e ben venga il riconoscimento della Giornata Internazionale della Danza da parte delle istituzioni. Rimaniamo consapevoli, però, del molto lavoro ancora da fare per migliorare la situazione del settore…
(Un appunto per la Rai: sottopancia talmente veloci da non fare in tempo a leggere tutti gli interpreti in scena!)