Vita da artista in lockdown: Marta Melchiorre

di Alessandra Colpo
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Proseguiamo con le nostre interviste ai performer di musical per sapere come hanno vissuto e, purtroppo stanno ancora vivendo, questo periodo nero per il teatro italiano.

Il suo ultimo ruolo è stato quello della bellissima e viziata Veruca Disalev in “Charlie e La Fabbrica di Cioccolato” fino al 24 febbraio, quando i cancelli della Fabbrica del Vapore sono rimasti chiusi a causa della pandemia.
Stiamo parlando di Marta Melchiorre, diplomata alla SDM di Milano nel 2013, che negli ultimi anni è cresciuta professionalmente ottenendo ruoli sempre più importanti nel panorama del musical italiano.

È stata Iris Kelly in “Fame-Saranno Famosi”, Graziella in “West Side Story”, era nel cast di “Jesus Chrisr Superstar” nelle stagioni 2015/2016/2017 e nel tour europeo in Belgio e Olanda 2016/2017.
È assistente coreografa per “Dirty Dancing” in Città del Messico, Londra – UK tour, e Spagna nel 2016/2017.
Ha preso parte al cast di “Mary Poppins” con la regia di Federico Bellone nel 2018 ed è protagonista femminile in “Un Americano a Parigi” (coproduzione Teatro Carlo Felice e WEC sempre con la regia di Federico Bellone) dove interpreta Lise.

Da performer come hai vissuto questo periodo di stop obbligato?

Questo periodo di stop obbligato è stato utile. Mai nella vita mi era capitato tanto tempo libero e ho cercato di affrontarlo al meglio per migliorarmi. Ho riscoperto e coltivato dei rapporti Veri umani, seppur online e ho dedicato più tempo ed attenzione alle persone che amo. Sembra assurdo ma questa parentesi temporale ha evidenziato ancor più i Veri valori, ciò che realmente conta nella vita. Mi sono tenuta in allenamento fisico costante con workout e sbarra classica. Ho letto molto, riflettuto, progettato, creato, guardato serie, spettacoli di Broadway, studiato canto e tenuto lezioni. Mi sono dilettata in cucina imparando nuove ricette. Sono diventata una maniaca della pulizia e soprattutto sono stata talmente bene col mio fidanzato che abbiamo deciso di sposarci!

Al momento della chiusura tu interpretavi Veruca in “Charlie e la Fabbrica di cioccolato”: che impatto hanno subito a livello economico spettacoli già avviati o prossimi al debutto?

Purtroppo non ha fatto altro che peggiorare la già delicata situazione economica del musical dal vivo in Italia.

A livello legislativo, in Italia, cosa è mancato e continua a mancare da parte delle istituzioni per quanto riguarda il settore teatrale privato?

Un documento che corrisponda alle reali esigenze attuali sia di scritturati, sia di produttori.

Qual è lo stato d’animo dei tuoi colleghi, addetti ai lavori e artisti?

Generalmente è di grande sconforto con delle eccezioni come la sottoscritta che, col massimo rispetto per la tragedia in essere, ha cercato di cogliere il lato positivo.

Cosa ti è mancato di più del tuo lavoro in questi mesi?

Il contatto fisico con i miei colleghi sul palco, gli sguardi complici, l’essere parte di una squadra. La routine di andare in teatro, fare riscaldamento fisico vocale tutti assieme, il pubblico. La risposta diversa che avveniva ogni sera, la magia che si creava con questo scambio energetico “dare e ricevere”. L’adrenalina che questo mestiere ti sa dare. L’arrivare a casa sfinita dopo una doppia ma ricaricata.

Il West End sembra già più proiettato verso una ripartenza rispetto a Broadway, pensi sia un rischio?

Purtroppo i recenti sviluppi hanno smentito alcun tipo di prossima ripresa.

Che effetto avrà tutto questo sul pubblico affezionato al Musical?

Un’esigenza di recupero graduale della fiducia e dell’abitudine degli spettatori nell’andare a teatro.

Che ne sarà del Musical italiano?

A mio avviso tornerà migliore e più forte di prima.

Quali sono i tuoi progetti al momento?

Di riprendere quanto prima nell’esercitare la mia professione.

Hai un appello per le istituzioni o vuoi dire qualcosa ai tuoi colleghi?

Teniamo duro! Non facciamoci la guerra tra di noi ma uniamoci ancor più per reinventare il teatro e migliorare la situazione attuale Italiana! Cerchiamo di non accettare più paghe o situazioni improbabili. Facciamo in modo che diventi sempre più un Lavoro vero e proprio. Ispiriamoci al West End o a Broadway e proviamo a porci in maniera positiva e propositiva, non sempre critica e negativa nei confronti di chi agisce per cambiare concretamente le cose.

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