La “Cinderella” di Mauro Bigonzetti si veste di nuovo, anzi, di fucsia!

di Beatrice Micalizzi
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Niente abito colore del cielo, né scarpette di cristallo. Allestimento snello e scenografia virtuale.

La Cenerentola di Bigonzetti si veste di nuovo, anzi, di fucsia! E fa il suo ingresso nel repertorio scaligero, sempre più ricco tra tradizione e novità di oggi.

Grande era l'attesa per il nuovo lavoro a firma di Bigonzetti che di certo non ha tradito le aspettative; la sua Cinderella convince, e trova in Polina Semionova un'interprete eccezionale; la splendida ballerina, già voluta dal coreografo in precedenti produzioni, padroneggia magistralmente il linguaggio e il movimento propri di Bigonzetti, risultando naturale e in sintonia con il particolare stile.

Ad accompagnarla in scena, nella serata dello scorso 12 gennaio, Roberto Bolle, il nostro principe azzurro qui di nero vestito; il suo è un personaggio dal taglio moderno, un principe più contemporaneo, privo di quell'atteggiamento regale un po' snob, prestante e con dosata spavalderia. Un ruolo svecchiato e rinfrescato dal lavoro di Bigonzetti, il quale, si può dire, sia riuscito a ottenere lo scopo prefissato di atemporalità; una storia senza tempo che esce da ogni collocazione temporale e si caratterizza per essere sempre attuale.

A livello coreografico, la mano dell'artista si riconosce in diversi richiami a suoi pregressi lavori, nei quali si rintraccia la gestualità tipica di Bigonzetti. Insieme a questi elementi riconoscibili, si apprezzano numerosi spunti innovativi e scelte che stupiscono. Tra i momenti più interessanti, spiccano gli assoli dei due principali, dove Semionova incanta per bellezza di linea e poetica di movimento, Bolle per la sua prestanza e squisita tecnica. 

D'effetto anche la parte affidata alla fata madrina Nicoletta Manni, la fiabesca "smemorina", accompagnata delle quattro fate delle stagioni, Marta Gerani, Gaia Andreanò, Maria Celeste Losa e Serena Sarnataro. Ogni fata è stata ben caratterizzata, anche se un po' di spazio scenico in più avrebbe giovato al personaggio interpretato da Nicoletta. 

Esibizione impeccabile, completa di ironia, forte presenza e credibilità, quella del trio matrigna e sorellastre. I loro personaggi sono forse i più riusciti della produzione in termini di caratterizzazione da un lato e di successo di pubblico dall'altro. Entusiasmante la matrigna e grande l'enfasi con la quale interpreta il suo ruolo: è Stefania Ballone, la quale si dimostra consapevole interprete della gestualità di Bigonzetti e, insieme alle figlie, Alessandra Vassallo e Chiara Fiandra, un po' sopra le righe, catalizzano l'attenzione.

A completare la superba prova della Scala, Christian Faggetti nel ruolo del padre, i quattro amici del principe, Marco Messina, Valerio Lunadei, Angelo Greco e Matteo Gavazzi, e l'intero corpo di ballo.

Guardando alla trama, la vicenda si svolge in linea di massima secondo il tradizionale racconto che porta Cinderella dalla cenere del camino allo scintillio del gran ballo e all'amore eterno. Ma Bigonzetti non poteva non distinguere la sua Cenerentola da tutte le altre; perciò, allo scoccare della mezzanotte, sfuggendo alla stretta del principe, la bella fanciulla si sfila la gonna. Una modifica originale che si inserisce alla perfezione all'interno della coreografia, senza interrompere il movimento.

La scena si chiude con il più lieto dei finali e l'ultimo passo a due, sul quale cala il sipario, è un trionfo di fluidità, con ogni movimento che si risolve in quello successivo, in un'incessante e consequenziale azione coreografica che si sospende solo nell'abbraccio finale.

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