Tango – L’esilio di Vittoria Franchina e Edwin Olarte

di Vittoria Maggio
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“Si, stiamo vivendo una sorta di esilio in questo periodo, ma il tango lo abbiamo dentro…Il tango nasce tra viaggiatori che si abbracciano…torneremo a viaggiare, a ballare, ad abbracciarci!”

Qualità, Divertimento, Amicizia sono gli ingredienti di questa giovane coppia che in pochi anni ha saputo affermarsi anche sulla scena internazionale del Tango. Aggiungiamo Amore, il loro, nato con l’abbraccio del ballo che li ha fatti incontrare e Professionalità, quella vera per entrambi che hanno alle spalle tanti anni di studio di varie discipline artistiche.

Ballerini e maestri, in una parola artisti che sanno farsi volere bene dai loro allievi e dal loro pubblico, grazie ai loro valori di condivisione. I valori di condivisione che noi Insegnanti di Danza e di Arte in generale abbiamo il dovere e il piacere di trasmettere ai nostri allievi che li porteranno con sé durante il loro lungo cammino di vita e di arte. Dietro a Vittoria&Edwin ci sono stati due insegnanti di grande valore educativo ad accompagnarli nella loro prima formazione artistica come Monica Cagnani Teatro Oscar Milano e Marta Mejía Direttrice della Fundación Escuela de Tango Piazzolla Bogotà.

Vittoria&Edwin: il sorriso aperto e lo sguardo quasi timido di lei che trova protezione nelle spalle di lui; il boleo altissimo e potente di lei accolto e supportato dalla guida e dal tempismo di lui: chi meglio poteva essere protagonista della nostra rubrica in questa settimana di San Valentino?

“L’amore, il destino ci ha fatti incontrare quattro anni fa, questo ballo ci ha uniti come coppia nella vita e nella professione.

Si, stiamo vivendo una sorta di esilio in questo periodo, ma il tango lo abbiamo dentro e non ci manca il calore dei nostri allievi, cui teniamo tantissimo, siamo loro vicini come amici, certo non c’è l’aspetto sociale delle nostre lezioni ma l’amicizia non è venuta a mancare.

Amiamo molto mantenere le relazioni al di là del tango che per noi deve rimanere un divertimento, far passare un buon momento; per noi è una cultura da condividere anche insieme a un ristorante, o durante una vacanza estiva.

Abbiamo creato un buon rapporto con tutti, ci sentiamo fortunati, siamo sempre stati rispettosi delle idee altrui, entrambi veniamo da ambienti di studio che ci hanno impartito anche valori educativi profondi, per noi la danza è disciplina, impegno, integrità; ci ha insegnato a vivere la competizione positivamente come miglioramento di noi stessi. Cerchiamo di portare avanti questo spirito che noi abbiamo appreso dai nostri maestri e di trasmetterlo ai nostri allievi.

Il tango è soprattutto quell’espressione sociale che purtroppo oggi viene a mancare, il tango è l’abbraccio che unisce. Ci manca tanto il viaggiare che per noi non è mai solo un’occasione professionale, ma è scoprire un Paese nuovo, un abbracciare una nuova cultura, nuove persone, soprattutto confrontarsi. Ora “estamos lejos, muy lejos” siamo molto lontani da tutto questo.

“Paciencia…La vida es así” come canta il famoso brano di D’Arienzo, il tango ci aspetta, ricominceremo a ballare.

Noi ci stiamo allenando, proviamo il più possibile, cerchiamo nuovi stimoli, a volte non è facile nemmeno per noi; ci siamo concentrati molto sul lavoro di coppia, abbiamo fatto delle lezioni on line di tecnica e di musicalità per condividere un attimo di conforto con la bellezza del tango, abbiamo tanti progetti come la nostra linea di abbigliamento che abbiamo creato un anno fa e sulla quale cerchiamo nuove idee…per tutti e per tutto ci vuole ancora un po’ di pazienza!

Come sarà il tango che verrà?

Ci vuole ancora tempo per tornare alla normalità, abbiamo ancora un pezzo di viaggio da fare in questo esilio, il tango nasce tra viaggiatori e quindi torneremo a viaggiare, a ballare, ad abbracciarci!

Noi lo sogniamo più vicino ai giovani, abbiamo già allievi nella fascia 20/25 anni ed è molto bello farli avvicinare a questo ballo: sono attratti sicuramente dal tango escenario, cercano meno la socialità ed è giusto così hanno più occasioni di altre fasce anagrafiche per trovarsi in gruppo. I giovani vengono perché hanno voglia di fare bene, hanno la capacità fisica, si allenano e sono precisi, ma noi cerchiamo di portarli comunque a quell’intimità profonda dell’abbraccio del tango salon; la condivisione delle emozioni è essenziale anche per loro, emozioni più interiorizzate come questo ballo sa suscitare.

Sì, il nostro obiettivo è far crescere il tango tra i giovani, farli stare insieme nell’abbraccio di amore, solidarietà, e di non violenza, se ci abbracciamo di più, litighiamo certamente di meno!”

E sulle note di uno dei loro tanghi preferiti, che fra tanti li ha ispirati a creare una coreografia per lo scorso mondiale, un brano incalzante e drammatico, solo strumentale composto da Jukio Carrasco nel 1950 e orchestrato da Osvaldo Pugliese, li vediamo ballare in questo video girato in uno dei loro ultimi viaggi del 2019 per un Festival di Tango!

Buon ascolto, buona visione e siate felici!

https://youtu.be/ARjvi3fMRHE

Photography by JOISS

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