Sylvia inaugura la stagione di balletto del Teatro alla Scala – La recensione

di Fabiola Di Blasi
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Sylvia è ispirato al dramma pastorale Aminta di Torquato Tasso e il suo punto forte è da sempre rappresentato dalla musica Léo Delibes. Andato in scena per la prima volta come Sylvia ou la Nymphe de Diane a Parigi nel 1876, il balletto conobbe il successo dopo più di mezzo secolo grazie alla versione di Sir Frederick Ashton. Oggi, questo titolo torna in vita grazie al lavoro di Manuel Legris che nel 2018 crea la sua versione per lo Staatsballett di Vienna, di cui è direttore, cooprodotta con La Scala che ha scelto Sylvia come titolo inaugurale della Stagione di balletto 2019/2020 definendo, tra l’altro, un primo cast giovane per la serata del debutto.

Nel title role, Martina Arduino la più giovane prima ballerina della Scala che incanta per la sua bellezza, per la sua tecnica e per la determinazione che traspare dal suo sguardo. La Arduino ha rivestito bene il ruolo nonostante l’atmosfera della serata, almeno per i primi due atti, fosse abbastanza tesa… e come non comprendere visto che si trattava della prima recita di una prima esecuzione che inaugurava la stagione di balletto del più celebre teatro! Si può dire perciò che, dal punto di vista della platea, il terzo atto sia stato il più godibile.

Aminta, ruolo principale maschile, è stato interpretato da Claudio Coviello, primo ballerino ormai noto al pubblico della danza, che ha dato conferma della propria tecnica forte e precisa. Se i due interpreti principali non hanno deluso le aspettative, bisogna però dire che le star della prima recita, sono stati altri danzatori che hanno già lasciato il segno in varie produzioni scaligere come Gabriele Corrado già solista principale de Les Ballets de Monte-Carlo di Jean Christophe Maillot, forte e magnetico in scena, che dà l’idea di essere un partner ideale anche qui dove è Endimione accanto a Maria Celeste Losa, Diana, splendida ballerina argentina dalle grandi doti. Ogni volta in cui la guardo ballare mi domando perché questa meravigliosa artista, nominata solista un anno fa, non sia ancora prima ballerina del Teatro alla Scala (lo era già in Argentina). L’accoppiata è vincente e a dir poco perfetta.

Christian Fagetti, solista, è un altro di quegli interpreti che vorremmo vedere in ruoli importanti più spesso. Qui è un Orione di grande carisma, tecnicamente impeccabile, con i suoi soliti salti da fiato sospeso, tanto sono belli. Anche se i ruoli da cattivo gli riescono bene, complici i tratti mediterranei, conosciamo la sua versatilità. Ottimo il fauno di Federico Fresi, solista, per tecnica ed energia. Ottimo anche Nicola Del Freo che nelle vesti di Eros, Dio dell’amore, ha attirato l’attenzione della platea non solo sulla sua bravura ma anche sulla sua bellezza: quando si dice il physique du rôle! Grandi applausi per questo meraviglioso solista nel terzo atto dove la danza del suo personaggio ha maggiore spazio.

Buono il corpo di ballo. Musica eseguita in modo impeccabile dall’Orchestra del Teatro alla Scala diretta dal bravissimo direttore americano Kevin Rhodes. Bella la coreografia che delinea bene i personaggi e valorizza i momenti di ensemble. Il titolo non sembra avere la forza di riempire il Teatro…forse anche perché, alla prima, il pubblico della danza si è diviso essendo in scena, oltre a Sylvia, anche Cenerentola di Luciano Cannito al Teatro degli Arcimboldi, con Virna Toppi, altra stella della Scala e del Bayerisches Staatsballett.

SYLVIA

Nuova produzione Teatro alla Scala in coproduzione con Wiener Staatsballet

Coreografia: Manuel Legris da Louis Mérante e altri

Drammaturgia e libretto: Manuel Legris e Jean-François Vazelle da Jules Barbier e barone Jacques de Reinach

Direttore: Kevin Rhodes

Scene e costumi: Luisa Spinatelli

Assistente alle scene e ai costumi: Monia Torchia

Luci: Jacques Giovanangeli

CAST 17 dicembre 2019

Sylvia: Martina Arduino.

Aminta: Claudio Coviello.

Orione: Christian Fagetti.

Eros: Nicola Del Freo.

Diana: Maria Celeste Losa.

Endimione: Gabriele Corrado.

Un fauno: Federico Fresi.

Una naiade: Vittoria Valerio.

Una contadina: Antonella Albano.

Un contadino: Mattia Semperboni.

Un pastorello: Valerio Lunadei.

Due cacciatrici: Gaia Andreanò, Alessandra Vassallo.

Due schiave nubiane: Vittoria Valerio, Alessia Auriemma.

E il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala.

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1 commenti

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Salvo Manganaro 27 Dicembre 2019 - 16:41

Io avrei citato anche Antonella Albano, anche se con un ruolo molto piccolo è stata fantastica.

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