Sonya Tayeh racconta la storia di “Moulin Rouge!” con le sue coreografie

di Alessandra Colpo
1,1K views

“Moulin Rouge! The Musical” a Broadway è sicuramente uno spettacolo che sposa diversi stili di danza, dal cancan e il jazz al teatro musicale classico. La sfida più grande della coreografa Sonya Tayeh è stata costruire dei movimenti che raccontino la storia e che allo stesso tempo fossero chiari all’interno di quella stessa storia.

Lo spettacolo, basato sul film jukebox musical di Baz Luhrmann del 2001, si è concluso dopo otto mesi quando la pandemia ha fermato tutta Broadway, ma ha ottenuto ben 14 nomination ai Tony, inclusa Miglior Coreografia per Sonya Tayeh, un grande risultato considerando che si tratta del suo debutto a Broadway. 
Il mondo del musical stesso è stato concepito insieme al regista candidato al Tony Alex Timbers.

In una recente intervista a Variety la Tayeh dice che il suo metodo è basato sull’eccesso, specialmente quando si tratta di ballare. Questa è stata decisamente una buona scelta per i numeri musicali di “Moulin Rouge!”, in cui più tutto è proiettato all’estremo. La sua missione nella vita, scherza la coreografa, è far capire al pubblico quanto sia difficile ballare. 

Il numero di apertura dello spettacolo, “Welcome to the Moulin Rouge”, dura 13 minuti e include cover e campionamenti di almeno otto canzoni e diversi di stili di danza, poiché introduce alcuni dei personaggi chiave dello spettacolo: Christian (Aaron Tveit) e il malvagio Duca di Monroth (Tam Mutu), che finisce per competere per l’amore della ballerina Satine (Karen Olivo), che il proprietario del Moulin Rouge Harold Zidler (Danny Burstein) ha promesso al Duca in cambio di salvare il suo club in fallimento.
Il numero inizia con “Lady Marmalade”, basato sulla versione del film della canzone del 1975 originariamente registrata da Labelle, una delle oltre 80 canzoni presenti nel musical. Segue un campionamento del ritornello “hi-de-ho” di Cab Calloway da “Minnie the Moocher”, che introduce “Why We Can” di Fatboy Slim prima di approdare al cancan.

Per la Tayeh l’opening è una “mappa di Moulin Rouge!” che descrive le connessioni emotive tra i personaggi e i loro passi e di come questi conducano al movimento successivo.
Sapete quanti calci esegue un ballerino dell’ensemble del cancan? 36.

Il primo personaggio del triangolo amoroso che il pubblico vede nel numero di apertura è il Duca, che entra in “So Fresh, So Clean” degli Outkast e trasmette la sua filosofia di vita attraverso il successo di Berry Gordy “Money (That’s What I Want)”
Ci sono volute ore di lavoro per decidere quando il Duca doveva entrare, quando si doveva alzare e come doveva essere presentato. Tutto viene coreografato nei minimi dettagli, ed è un’esperienza di collaborazione con l’attore.

L’azione si sposta quindi nella soffitta degli artisti bohémien Toulouse-Lautrec (Sahr Ngaujah) e Santiago (Ricky Rojas), che provvedono alll’educazione rivoluzionaria di Christian con il successo del 1983 dei Talking Heads “Burning Down the House” 

«Parte del processo creativo comprende il lavorare con gli attori e l’ensemble accumulando molti movimenti – spiega la Tayeh – Da lì, guardo senza musica e modifico di conseguenza, assicurandomi che ogni respiro, ogni centimetro di movimento stia guidando la storia. So di esserci riuscita quando sento qualcosa – pelle d’oca sul collo o brividi sulle braccia – ma tengo anche gli attori in carreggiata».

Il processo di pre-produzione ha aiutato il regista Alex Timbers a portare “Moulin Rouge!” dallo schermo al palco. Alcuni potrebbero dire che il design e la coreografia sono separati dalla narrazione, ma questo è molto lontano dalla verità. 
Creando prima il mondo dello spettacolo, il regista e la coreografa hanno potuto lavorare con gli attori per dare a ciascun membro dell’ensemble la propria vita. Ogni artista nello spettacolo ha la propria storia passata.

 

Il momento più travolgente dello spettacolo per Sonya Tayeh? Il umero di apertura del secondo atto, quando vede il pubblico rapito dalla performance, con la musica basata su “Bad Romance” di Lady Gaga. È un momento che la fa piangere. 
«È bellissima la sincronicità di tutti gli elementi di un musical: la danza, le luci, la narrazione, l’energia. L’incredibile ensemble è completamente elettrico mentre attraversa il palco raccontando fisicamente la storia d’amore segreta tra Christian e Satine. Mi rende così orgogliosa guardarli.» 

Articoli Correlati

Lascia un Commento