Roberto Fascilla: addio caro Maestro

di Lia Courrier
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In questa fredda giornata invernale, ai primi piccolissimi fiocchi di neve dell’anno che scendono dal cielo disegnando cerchi nel cielo, mi giunge la notizia di una triste scomparsa, quella di una persona che è stata un punto di riferimento per molti danzatori.

Sto parlando di Roberto Fascilla.

Il mondo della danza perde una colonna portante, una presenza forte e sempre piena di passione, che ha accompagnato generazioni di ballerini dai primi passi alla professione.
Nei miei tanti anni di studio, non sono mai stata sua allieva per un tempo sufficientemente lungo per dire di conoscerlo bene, quando è successo ero ancora nella mia prima scuola di danza, ero molto piccola, ed è stato solo per qualche lezione. Ricordo che per tutto il tempo continuava a chiamarmi Lucrezia, ogni tentativo di ricordargli che mi chiamavo Lia è stato inutile. L’ultimo giorno mi disse: “hai la faccia da Lucrezia e quindi ti chiamerò sempre così”. Mi faceva ridere questa cosa, lo trovavo un po’ matto, ma in fondo era un modo per darmi attenzione e alleggerire l’atmosfera, e comunque anche se non riusciva a ricordarsi il mio vero nome, lo sentivo urlare le correzioni usando quello che mi aveva assegnato lui.

Lo ricordo come una persona dai modi forti ma gentili, con una energia coinvolgente e brillante.
Anche se ero molto piccola sentivo che quell’uomo portava con sé una grande esperienza e tanta conoscenza.

Credo saremo in tanti a sentire la sua mancanza, con gratitudine alla vita per aver avuto la possibilità di conoscerlo. Per i ballerini della mia generazione, Roberto Fascilla fa parte di quel ristretto gruppo di persone per cui la parola Maestro è decisamente più adeguata che insegnante.

Trovo inutile parlare qui della sua carriera, non basterebbero mille pagine per elencare le tante esperienze di danza che hanno brillato nella sua vita fino all’ultimo. Preferisco onorare la persona e la passione che ha infuso in ogni cosa che ha fatto, in ogni realtà con la quale ha collaborato.

Immagino la sua anima danzante librarsi in aria leggera, luminosa e trasparente, andarsene senza alcun rimpianto, pronta a vivere una nuova avventura con la stessa curiosità, forza e presenza che ricordo in lui.

Arrivederci Maestro.
Ciao, Roberto.

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1 commenti

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Annachiara Dolcetti 24 Gennaio 2019 - 5:03

Il mio primo maestro, avevo circa 9 anni quando mi notò tra molte bambine e da quel giorno divenni la sua allieva preferita, mi adorava e nonostante fossi piccola mi chiedeva di aiutarlo quando , nel giorno del saggio di fine anno, aveva bisogno di un assistente. Mi dava sempre parti da solista e disse ai miei genitori che ero una bambina dotata. Io bambina lo vedevo “vecchio” allora… credo che avesse invece meno di 40 anni, danzava alla Scala ed io andavo a vederlo, lui mi chiedeva il mio parere su ciò che avevo visto.
Lo ricordo con estremo affetto, mi rattrista moltissimo la sua scomparsa che si aggiunge alla prematura scomparsa ,5 anni fa ,dell’altro mio amato maestro Angelo Moretto, che mi guidò verso la professione di ballerina negli anni successivi. I miei due punti di riferimento sono volati via da questa terra ma resteranno sempre i miei adorati “maestri “ di ballo dai quali ho avuto tantissimo e che mi hanno fatto sentire
apprezzata e gratificata.

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