Orfeo ed Euridice: al Metropolitan Opera House la danza protagonista dell’opera grazie a Mark Morris

di Fabiola Di Blasi
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Nelle ultime due Stagioni il Metropolitan Opera ha messo in scena per lo più riprese di produzioni già realizzate come, ad esempio, Orfeo ed Euridice del 2007.

Per l’opera di Gluck, del 1762, era stato ingaggiato Mark Morris, sia come regista che come coreografo. Di lui si legge “La sua passione per il canto potrebbe anche superare il suo amore  per la danza”. Ho avuto l’opportunità di assistere allo spettacolo recentemente e devo dire che  mi ha piacevolmente colpito. Si tratta di una messa in scena coreografica in cui, come non capita spesso di vedere in un’opera, la danza è protagonista tanto quanto il canto grazie ad uno splendido, sapiente equilibrio creato dal regista/coreografo in cui nessun elemento è di troppo.

Ventidue i danzatori coinvolti, quasi tutti della sua compagnia (Mark Morris Dance Group). Sono in scena dall’inizio alla fine dell’opera ed eseguono semplici sequenze in ripetizione che si integrano perfettamente con il racconto e danze gioiose sul finale. Sono ninfe, pastori, fantasmi, popolani ma indossano abiti contemporanei ed informali di taglio semplice e colori vari a seconda del quadro e dell’atmosfera. Diversi i costumi del coro che veste i panni di personaggi storici e artisti di ogni epoca tra cui è facile riconoscere Cleopatra, Enrico VIII, Lincoln, John Lennon, Gandhi, Leonardo Da Vinci, Margot Fonteyn ed è disposto su una struttura a tre livelli semicircolare che ricorda le gradinate di un teatro all’aperto e che lascia quindi posto ad un’ampia area per il ballo.

La struttura è mobile ed a sua volta posizionata sul girevole grazie al quale la scena cambia, trasformandosi alla fine in una caverna oscura (anche grazie ad un ottimo ed efficace disegno luci) attraverso la quale Orfeo riporta Euridice nel mondo dei vivi. Gli artisti del coro guardano in basso dai tre livelli diventando testimoni della vicenda d’amore. Anche se non si spostano mai, vengono integrati nell’azione coreografica con movimenti di mani e braccia con cui dimostrano la loro versatilità: una performance vocalmente potente e di altissimo livello.
Semplici e contemporanei anche i costumi dei solisti. Amore, il soprano Parco di Hera Hyesang, per esempio, indossa una polo rosa, pantalone e scarpe da tennis ed entra in scena calandosi letteralmente dall’alto (e cantando a diversi metri di altezza).

Bene l’orchestra diretta dalll’inglese Mark Wigglesworth ed ottimo il mezzosoprano Jamie Barton, presenza già nota al Metropolitan ma debuttante nel ruolo Orfeo. La sua voce morbida è perfetta per quest’opera. Non è il primo Orfeo (e non è la prima opera) invece per Mark Morris che è alla sua terza produzione di questo titolo (precedentemente 1988 al Teatro dell’Opera di Seattle e 1996 a Iowa City e poi a New York alla Brooklyn Academy of Music). Prima di lui, l’ultimo coreografo a cui era stata assegnata anche la regia dell’opera, al Metropolitan, era stato Balanchine (1953 con The Rake’s Progress di Igor Stravinsky).

La danza non solo aiuta la musica e il canto a raccontare una storia ma in questo caso diventa davvero protagonista e riempie un vuoto che, immaginando per un attimo questa produzione senza il ballo, risulterebbe davvero fastidioso.

Quando gli era stato chiesto, molti anni fa, come lavorasse con i cantanti sul piano del movimento, Mark Morris ha risposto “Con i cantanti fisso dei movimenti e percorsi specifici e il resto è libero. Fisso i momenti salienti musicalmente, spazialmente, gestualmente. È tutto basato sul testo e sulla musica, ovviamente e quello che voglio davvero è che cantino bene. Vederli star fermi a cantare non non mi disturba mai. Non ho problemi con quello…non ho bisogno che uno si metta a in posizioni particolari per credere a quello che sta succedendo…”

Il risultato è stato definito già nel 2007 dalla stampa americana “strano ma bello…vale a dire tipicamente Morris”, senza dubbio un commento positivo in un’epoca in cui pochi possono dire di avere davvero creato qualcosa di nuovo e di riconoscibile.

ORFEO ED EURIDICE

PRODUZIONE
Mark Morris

COSTUMI
Isaac Mizrahi

PROGETTO LUCI
James F. Ingalls

COREOGRAFIE
Mark Morris

DIRETTORE D’ORCHESTRA
Mark Wigglesworth

EURIDICE
Hei-Kyung Hong

AMORE
Parco di Hera Hyesang

ORFEO
Jamie Barton

Photo by Ken Howard / Met Opera

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